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Blitz a Castellammare di Stabia: 14 gli arresti; tra le accuse anche l’estorsione ad un parente di Imperiale

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a href="https://vivicentro.it/cronaca-campania/" target="_blank" rel="noopener">CRONACA CAMPANIA – Nella notte i Carabinieri di Castellammare di Stabia hanno arrestato 18 persone ritenute più o meno vicine al clan Cesarano, egemone a Castellammare, con varie accuse tra cui associazione armata di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed altri.

Blitz a Castellammare di Stabia: 14 gli arresti; tra le accuse anche l’estorsione ad un parente di Imperiale

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Tra le vittime del racket figurerebbe anche un parente di Raffaele Imperiale, ex narco-trafficante internazionale ed oggi collaboratore di giustizia. Dei 18 arrestati, al momento 14 si trovano in carcere e 4 sono stati sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Napoli.

Le indagini

Le indagini sono partite nel giugno 2020, subito dopo la chiusura di un’altra indagine che aveva portato a 16 arresti all’interno di un gruppo che, seppur inizialmente all’interno del gruppo Cesarano, avrebbe approfittato di una momentanea assenza di una leadership all’interno del clan per imporsi come gruppo emergente e imponendo le proprie estorsioni e il proprio traffico di sostanze stupefacenti.
Sradicato questo gruppo, con alcuni imputati che vennero condannati con rito abbreviato, le indagini hanno seguito poi un altro filone, quello sull’attuale “stato di salute” del clan Cesarano stesso, considerato gruppo egemone con base a Castellammare di Stabia e ramificazioni fino a Pompei e zone limitrofe.
Al vertice, secondo gli inquirenti, si troverebbero Vincenzo Cesarano, Luigi Belviso e Giovanni Cafiero.

Vincenzo Cesarano, detto ‘o Mussone, è il cugino dei fratelli Ferdinando e Gaetanoblitz a Castellammare di Stabia Cesarano, entrambi in regime di 41 bis e considerati storici vertici dell’omonimo clan. Vincenzo avrebbe gestito la cassa del clan, mentre Giovanni Cafiero, genero di Gaetano Cesarano, si sarebbe occupato del “recupero crediti” presso vari imprenditori, oltre a partecipare a riunioni organizzative e gestire anche il sostentamento dei detenuti; infine, Luigi Belviso, che avrebbe promosso reati specifici e che si sarebbe occupato dei “rapporti” con altri boss di sodalizi napoletani, avrebbe tentato senza riuscirci di assumere la guida del clan, forte dell’appoggio dei fondatori del clan portato da Giovanni Cafiero.

Le accuse

I reati imputati sono vari: associazione armata di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto illegale di arma clandestina aggravato dal metodo mafioso, rapina aggravata dal metodo mafioso, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. tra le vittime di estorsione del nuovo “sistema” figurerebbe un parente di Raffaele Imperiale, ex narcotrafficante ed oggi collaboratore di giustizia, a cui sarebbero stati richiesti 50.000€. L’estorsione sarebbe poi stata evitata proprio dall’intercessione di Imperiale, all’epoca latitante. I proventi di tale associazione, secondo le indagini, sarebbero stati “ripuliti” investendo in attività lecite come noleggio auto, noleggio nautico ed in imprese edili. Nel corso dell’attività sono poi emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di Belviso Luigi quale autore di una rapina a mano armata avvenuta a Pompei e a carico di un altro indagato quale mandante di un tentato omicidio, per il quale era stato ipotizzato un movente passionale ed erano stati già arrestati e condannati in primo grado i due esecutori materiali. Nello specifico, secondo la ricostruzione investigativa, De Iulio Guglielmo sarebbe il mandante del tentato omicidio di un imprenditore stabiese ed avrebbe commissionato il delitto a seguito di una diatriba sorta in occasione della compravendita di un terreno ubicato nella periferia nord di Castellammare di Stabia. Nel corso delle investigazioni sono state poi documentate alcune cessioni di sostanze stupefacenti e sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di quattro indagati che avrebbero utilizzato e comunicato con cellulari e sim indebitamente introdotti all’interno del carcere di Napoli Secondigliano.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

PERSONE RISTRETTE IN CARCERE:

  1. Cesarano Vincenzo, nato a Pompei (Na) il 14.06.1961;
  2. Cafiero Giovanni, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 29.03.1979;
  3. Belviso Luigi, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 01.09.1978;
  4. Belviso Raffaele, nato a Vico Equense (Na) il 25.03.1980;
  5. Corbelli Francesco, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 27.09.1988;
  6. Langellotto Bartolomeo, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 22.02.1967;
  7. Langellotto Carlo Alberto, nato a Vico Equense (Na) il 14.05.1999;
  8. Bambace Andrea, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 22.09.1988;
  9. Aprea Domenico, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 03.03.1974;
  10. Di Martino Michele, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 03.10.1965;
  11. Gambardella Gennaro, nato a Vico Equense (NA) il 04.12.1985;
  12. Di Martino Gerardo, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 20.06.1989;
  13. De Iulio Guglielmo, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 02.04.1983;
  14. Corbelli Francesco, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 02.04.1960.

PERSONE SOTTOPOSTE AL REGIME DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:

  1. Assante Francesco d’Assisi, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 06.05.1983;

PERSONE SOTTOPOSTE AL DIVIETO DI DIMORA NELLA PROVINCIA DI NAPOLI

  1. Belviso Luigi, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 01.09.1978;
  2. Belviso Raffaele, nato a Vico Equense (Na) il 25.03.1980;
  3. D’Apice Vincenzo, nato a Castellammare di Stabia il 03.09.1963;
  4. D’Apice Domenico, nato a Castellammare di Stabia il 06.05.1992.

Vincenzo Esposito


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