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Sanremo 2025, chi è Edoardo Bove: il centrocampista sul palco dell’Ariston

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Adnkronos) –
Edoardo Bove sarà questa sera, sabato 15 febbraio, ospite al Festival di Sanremo 2025.Il centrocampista della Fiorentina, colpito lo scorso dicembre da un malore in campo, salirà sul palco dell'Ariston nella serata finale della kermesse canora per raccontare la sua esperienza. 
Carlo Conti in conferenza stampa ha spiegato la scelta di avere la maglia viola numero 4 al Festival: "Lui ha subito questo trauma, questo momento di vita terribile a 22 anni e racconterà come sta vivendo un ragazzo di 22 anni una cosa del genere.

Cosa ha significato". Classe 2002, Edoardo Bove è nato a Roma il 16 maggio.Calciatore italiano nel ruolo di centrocampista della Fiorentina e della nazionale Under 21 italiana.  La mamma è italo-tedesca e il padre è originario di Napoli.

Edoardo frequenta il liceo scientifico a indirizzo sportivo di Roma e nel 2021 ottiene il diploma di maturità scientifica, decide di proseguire gli studi e s'iscrive al corso di laurea in economia aziendale sempre a Roma. Fa il suo esordio ufficiale il 9 maggio 2021, rimpiazzando Ebrima Darboe negli ultimi dieci minuti dell'incontro di Serie A vinto per 5-0 contro il Crotone.Nella stagione successiva, a 19 anni, Bove viene inserito nella prima squadra guidata da José Mourinho, il tecnico che ha definito il 22enne un "cane malato" per la sua intensità e la sua aggressività in campo, un soprannome adottato anche dai tifosi. Il 30 agosto 2024 viene ceduto alla Fiorentina in prestito e il 27 ottobre segna il suo primo gol con i viola.  Un inizio di carriera incredibile quello di Edoardo Bove.

Fino al 1° dicembre, dove durante la partita casalinga contro l'Inter, è vittima di un arresto cardiaco.Esattamente al 17' minuto di Fiorentina-Inter, gara valida per la 14esima giornata di Serie A.

L'ex centrocampista della Roma si è infatti improvvisamente accasciato a terra e ha perso conoscenza, venendo subito trasportato nell'ospedale di Careggi.La partita è stata rinviata e al giocatore, che ha trascorso alcuni giorni in terapia intensiva, è stato installato un defibrillatore sottocutaneo amovibile.

Il recupero prosegue bene, ma gli interrogativi sul continuo della carriera di Bove rimangono. Al momento infatti le stringenti regole della Serie A non consentono di scendere in campo con un defibrillatore sottocutaneo.Ecco perché, quando potrà tornare ad allenarsi per recuperare forma e condizione, la carriera di Bove potrebbe continuare all'estero, con diversi club europei che in passato si erano già interessati a lui. In quei giorni difficili, Bove ha ricevuto non solo l'affetto di famiglia e amici, ma di tutto il mondo del calcio e non solo. "I questi giorni difficili ho avuto modo di pensare molto.

Seppur la condivisione sui social non sia nella mia natura, vorrei esternare un pensiero che mi ha colpito nel profondo.Lo spiacevole episodio avvenuto durante Fiorentina-Inter, mi ha dimostrato, ancor più di quanto pensassi, che il calcio è molto più di una partita, di un campionato, o di una carriera", sono state le prime parole del centrocampista della Fiorentina pubblicate sui propri social, "il calcio è una comunità di persone, legate dalla stessa passione, che condividono momenti di gioia, commozione, rabbia, delusione e sofferenza". "Proprio in questi momenti mi rendo conto di quanto questo sport sia genuino, di quanto, al dì la dei risultati, della competizione o della concorrenza siamo tutti uniti.

Uniti da un legame che a maggior ragione, una volta creato, si rafforza nei momenti di difficoltà, diventando quasi indissolubile.Un legame che ti trasmette amore ed emozioni difficili da spiegare.

Un legame che ti dà la forza di superare qualsiasi ostacolo", ha scritto il 22enne, "ne parlo perché l’ho vissuto sulla mia pelle in questi giorni: l’affetto che ho ricevuto, il calore dei tifosi, il supporto da parte dei compagni e degli avversari, la vicinanza di tutto il mondo del calcio è stato un qualcosa che mi ha dato una forza e un coraggio incredibili". Bove ha continuato: "Mi sono sentito circondato da un’energia positiva che mi ha permesso di rimanere tranquillo, di non sentire la solitudine che spesso è presente in questo tipo di difficoltà.Per questo motivo, vorrei che tutti ci impegnassimo a non dimenticare la vera essenza del nostro sport, a non lasciarci offuscare troppo dal suo lato commerciale e a non dare per scontato il suo spirito autentico.

Perché nonostante tutto, quello che è successo domenica è la testimonianza della parte genuina del calcio: quella che si nutre di emozioni vere, di storie personali e di un forte legame tra chi gioca e chi tifa.Detto questo, sono veramente grato di appartenere a questo mondo e vi ringrazio dal profondo del cuore per l’affetto e la vicinanza che mi avete dimostrato!

Io sto bene e questa è la cosa più importante!Ci vediamo presto… In Campo!

Edo".Prima però c'è l'Ariston. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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