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Pamela Mastropietro, la mamma incontra Oseghale in carcere: “Si penta e dica la verità”

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Adnkronos) – La mamma di Pamela Mastropietro Alessandra Verni ha incontrato oggi, venerdì 7 marzo, in carcere Innocent Oseghale, condannato in via definitiva all'ergastolo, per l'omicidio della 18enne romana violentata, uccisa e fatta a pezzi a Macerata nel 2018 dopo essersi allontanata da una comunità di Corridonia.A darne notizia all'Adnkronos è la stessa madre della ragazza.  "Quando incontri il carnefice ti vengono tanti pensieri in testa, ti verrebbe da sbranarlo, ma non risolveresti nulla, anzi diventeresti un carnefice anche tu; in questo modo non darei giustizia a Pamela, diventerei carnefice anche di me stessa e non è questo quello che voglio.

Io volevo un incontro costruttivo per me stessa e volevo dare una chance a Oseghale di pentirsi e di dire la verità".Incontrare non vuol dire perdonare, ribadisce Verni: "Io dono a lui la possibilità di pentirsi, di dire la verità, di denunciare e dono a me la possibilità di guardarlo negli occhi e dirgli tutto quello che ha causato", continua la mamma di Pamela aggiungendo che "lui ha accettato l'incontro e, devo dire, ci siamo entrambi comportati civilmente".  Era stata proprio la mamma di Pamela, nei mesi scorsi, a chiedere di vedere l'uomo, per il quale la condanna è stata confermata a gennaio scorso dopo un secondo ricorso, straordinario, in Cassazione.  "Abbiamo parlato", aggiunge spiegando che il colloquio è durato oltre quattro ore, ma senza voler entrare nel merito.

Verni è da sempre convinta che Oseghale abbia avuto dei complici e non abbia fatto tutto da solo nonostante questo non sia stato accertato né in sede di indagine né giudiziaria: "Io gli ho detto che lui deve denunciare.Io comunque gliel'ho detto: non mi fermo, continuo a cercare i suoi complici". La mamma, tuttavia, non vuole che questo incontro possa trasformarsi in una strada per ottenere permessi premio o benedici: "Dovrebbero cambiare qualcosa – precisa Verni – una vittima che deve incontrare il carnefice deve per forza passare per il percorso di giustizia riparativa e questo non è giusto".

La mamma di Pamela ci tiene a ringraziare "il corpo della penitenziaria del carcere e anche la dirigente: sono stati fantastici in questo percorso". "Io penso che questo incontro sia servito a me, penso anche a lui.Mi sono presentata come Pamela: mi sono vestita come lei quel giorno, ho scurito i capelli come lei – con la coda e la frangia – e mi sono messa anche la maglietta con le foto di come l'ha ridotta per ricordare quello che ha fatto" racconta all'Adnkronos, spiegando che, soprattutto, "all'inizio rabbia c'era, ma ho parlato con il cuore". "Dio e Pamela oggi mi sono stati vicini" conclude. (di Sara Di Sciullo)  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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