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Adnkronos) – “Oggi stiamo attrezzando mille Case della comunità all’interno delle quali possiamo insediare dei centri di prevenzione primaria e secondaria per screenare i soggetti particolarmente predisposti per un tumore polmonare e, quindi, prenderli in carico con l’idea che oggi il tumore è una patologia che si può combattere e sconfiggere”.Lo ha detto Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, in occasione del suo intervento alla presentazione dei dati del programma della Rete italiana di screening polmonare (Risp), questa mattina a Roma. “Il 95% del Fondo sanitario nazionale viene speso in cura e soltanto il 5% in prevenzione”, sottolinea Gemmato che ironizza: “Quasi facciamo ammalare italiani per curarli quando invece dovremmo fare il contrario”.
E aggiunge che “bisogna invertire la piramide: investire in prevenzione e curare meno.Questo serve per rendere sostenibile il sistema sanitario pubblico.
La nostra popolazione invecchia, la coperta è sempre quella solo perché il nostro Governo ha investito fondi in sanità raggiungendo il record massimo di 134 miliardi di euro.Ma dinanzi a una natalità in calo e a una popolazione che invecchia, abbiamo bisogno di preservare la salute degli anziani per rendere anche più sostenibile il Servizio sanitario nazionale”. Per il sottosegretario, lo screening è un modo sia per salvare vite che per risparmiare risorse pubbliche. “Oggi il tumore al polmone costa 2,5 miliardi di euro l’anno e questo fa capire quanto dovremmo investire in prevenzione, sia per la salute della popolazione che per quella delle casse pubbliche – evidenzia Gemmato – Abbiamo bisogno di nuovi modelli organizzativi in cui la prevenzione diventi elemento essenziale per il nostro sistema sanitario.
Per questo – ricorda – siamo a lavoro per verificare la fattibilità di introdurre uno screening per il tumore polmonare almeno” per i soggetti a rischio, “come i fumatori gravi”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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