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Adnkronos) – “La domanda di acqua in Europa è aumentata costantemente negli ultimi 50 anni, in parte a causa della crescita demografica che ha comportato una diminuzione complessiva delle risorse idriche rinnovabili pro capite del 24% in tutta l’Europa.Questa diminuzione è particolarmente evidente nell’Europa meridionale, causata principalmente dalla diminuzione delle precipitazioni.
L’Eea stima che circa un terzo del territorio dell’Europa sia esposto a condizioni di stress idrico, in modo permanente o temporaneo”.A fare il punto su ‘Crisi idriche e disponibilità di acqua in Italia ed in Europa’ è l’Eurispes nel Rapporto Italia 2024, giunto quest’anno alla 36esima edizione. In questo quadro, si legge, “l’Italia resta al primo posto tra i paesi Ue per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei (dati Istat).
A livello europeo, in termini di prelievi pro capite, l’Italia con 155 metri cubi annui per abitante si colloca in seconda posizione.Anche per i consumi individuali di acqua dal rubinetto gli italiani sono meno virtuosi con stime che variano tra i 220 litri pro capite consumati giornalmente ai 243 litri pro capite, contro una media europea che oscilla tra 123 e i 144 litri di acqua per abitante al giorno”.
Sul fronte delle imprese, “a partire dal 2012 si è assistito nel nostro Paese ad un costante aumento degli investimenti attuati dai gestori dei servizi idrici, passati dai 32 euro per abitante del 2012 a 49 euro per abitante nel 2019.Per il biennio 2022-2023 si stima un livello d’investimenti pari a 63 euro per abitante (Blue Book 2023), mentre nel 2021 erano 56 euro/abitante.
Il livello di investimenti nel nostro Paese continua però ad essere ampiamente al di sotto della media europea.A livello europeo, infatti, i fornitori di servizi idrici investono all’incirca 45 miliardi di euro in infrastrutture (in media circa 82 euro per abitante all’anno)”. Allo stesso tempo, “l’Italia nel 2014 era il paese europeo con le tariffe idriche più basse in percentuale al reddito (circa l’1%).
Più nello specifico, andando ad analizzare i dati relativi al biennio 2017-2109, emerge come la spesa media sostenuta da una famiglia italiana fosse di circa 320 euro l’anno, equivalenti a meno di un euro al giorno; cifre decisamente più basse dei 500 euro a famiglia pagati in Francia e Gran Bretagna o degli oltre 900 euro annui pagati da un nucleo familiare norvegese”. “Nonostante il quadro descritto, il nostro paese avrebbe tutte le risorse, idriche, conoscitive, finanziarie e tecnologiche per affrontare e risolvere il problema dell’attuale crisi idrica.Ma è chiaro che occorre avviare una profonda riforma dell’intero sistema”, avverte Eurispes. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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