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Elezioni Germania, Scholz: “Risultato amaro”. E’ rebus alleanze

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Adnkronos) – "Quello di ieri è stato un risultato elettorale amaro per la SPD, e oggi non è migliorato".Lo ha affermato il cancelliere uscente Olaf Scholz all'indomani delle elezioni in Germania che hanno visto il crollo storico della Spd (16,41%).

A vincere Cdu-Csu con il 28,52% dei voti, mentre la seconda forza è l'Afd che sfonda il muro del 20%.
 Il partito “ha cercato di fare un buon lavoro di fronte a una delle più grandi sfide che il nostro Paese ha dovuto affrontare dal 1945”.Ma, ha ammesso Scholz, “così come sono stato responsabile del successo, sono ovviamente responsabile del risultato attuale”.

Scholz si è quindi impegnato a continuare a svolgere il ruolo di cancelliere "fino all'ultimo giorno", sottolineando il continuo sostegno della Germania all'Ucraina.  Questa mattina un alto esponente dei cristiano-democratici ha annunciato che il blocco conservatore tedesco Cdu/Csu è pronto per colloqui di coalizione il prima possibile. "Dal nostro punto di vista, possiamo iniziare molto, molto presto", ha dichiarato Jens Spahn, vice capogruppo dell'Unione, all'emittente pubblica ARD. "I primi colloqui dovrebbero tenersi nei prossimi giorni, speriamo entro la fine di questa settimana", ha aggiunto, definendo la "leadership tedesca" "necessaria in Europa". 
Friedrich Merz, leader della Cdu, raccoglierà l'eredità di Scholz.L'obiettivo è formare un esecutivo stabile, ma il cammino per arrivare al traguardo rischia di complicarsi in base ai risultati definitivi del voto, in archivio con l'affluenza record dell'84%, la più alta dal 1990.  Dopo il flop dei Verdi, Robert Habeck annuncia l'intenzione di lasciare la guida del partito. "Non rivendicherò più o aspirerò a un ruolo di leader nella gerarchia del Partito dei Verdi", ha reso noto il vice cancelliere uscente, riconoscendo che il risultato delle elezioni "non è positivo, volevo di più, volevamo di più".

I Verdi, che fanno parte della coalizione di governo guidata da Olaf Scholz, hanno ottenuto l'11,6% di voti, contro il 14,7% di quattro anni fa.   Gli elettori tedeschi preferiscono la Grande Coalizione.Come già emerso alla vigilia del voto, un nuovo sondaggio, condotto ieri sera dopo la chiusura delle urne, conferma che una coalizione tra il blocco conservatore Cdu/Csu e i socialdemocratici della Spd è l'opzione favorita. Secondo un'inchiesta condotta dall'istituto di ricerca YouGov infatti, il 44% degli intervistati si è espresso a favore di una Grande coalizione composta dall'Unione Cristiano-Democratica (Cdu) e l'Unione Cristiano-Sociale (Csu), con la Spd. Il 25% opterebbe per una coalizione a tre con i Verdi, mentre il 30% sostiene una coalizione che include l'estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), nonostante il candidato cancelliere dell'Unione, Friedrich Merz, abbia escluso qualsiasi collaborazione con il partito.

Dopo aver portato Alternative fur Deutschland a diventare il secondo partito con il 20% dei voti, la leader Alice Weidel ha voluto sottolineare che "la nostra mano sarà sempre tesa per partecipare al governo, al fine di attuare la volontà del popolo, la volontà della Germania".  Per la maggioranza servono 316 seggi: una coalizione Unione+Spd ne avrebbe 328, una tra Unione e Verdi solo 293.Una coalizione a tre Unione/Spd e Verdi raggiungerebbe quota 413. "Difesa, migrazione e politica fiscale – sottolinea Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management – saranno probabilmente i temi cruciali dei colloqui di coalizione.

Se i negoziati non dovessero portare a una maggioranza stabile, la Germania potrebbe vedere la formazione di un governo di minoranza.Si tratterebbe di una situazione senza precedenti a livello federale, dal momento che la Germania non ha mai avuto un governo di minoranza.

Un'altra possibilità, in caso di fallimento dei negoziati, sarebbe la convocazione immediata di nuove elezioni". Tuttavia l'esito più probabile, sottolineano gli analisti, è appunto quello di una grande coalizione tra Cdu-Csu e l'Spd che è arrivato terzo.L'esito delle elezioni che, considerato il poco margine di manovra del futuro esecutivo, potrebbe anche favorire il progetto di un'emissione di debito comune europeo per aumentare la spesa di difesa europea. "Se vogliamo vedere il lato positivo, si potrebbe argomentare che il ridotto margine di manovra per la spesa nazionale in difesa potrebbe rappresentare un elemento favorevole per l’Ue, con il leader del Cdu-Csu Friedrich Merz potenzialmente più incline a sostenere un’emissione di debito comune europeo", osserva dal canto suo Apolline Menut, economista di Carmignac. La cosa più importante per i mercati obbligazionari, sottolinea Kaspar Hense, BlueBay Senior Portfolio Manager Investment Grade, Rbc BlueBay, "rimarranno comunque gli sforzi verso la creazione di un esercito europeo e l’aumento della spesa militare.

La Cdu ha sostenuto con forza la necessità di sostenere la sicurezza europea come compito principale – insieme al contenimento dell'immigrazione illegale – in vista delle elezioni.Pensiamo che li vedremo agire a livello europeo su questo fronte.

Riteniamo che un esercito europeo molto probabilmente non sarà un progetto dell'Ue, perché l'Ungheria e altri paesi si opporranno.Ma con una Nato disfunzionale, la necessità di stabilire una propria infrastruttura di sicurezza europea dominerà il discorso politico fino all'estate, si spera con più risultati di quelli che abbiamo visto sotto Scholz". Per l'analista di Rbc BlueBay "ci aspettiamo che la formazione della coalizione sia piuttosto rapida e che il risultato più probabile, se non l'unico, sia una grande coalizione.

Se l'attuale conteggio dei voti dovesse rivelarsi errato, ci aspetteremmo un governo di minoranza.Il ministro della Difesa Pistorius potrebbe mantenere la sua posizione e i socialdemocratici potrebbero persino ottenere il ministero delle Finanze come partner di coalizione.

Il ministero dell'Economia andrà alla Cdu, molto probabilmente a Linnemann.In Germania e in Europa verrà eliminata un po' di burocrazia legata alle politiche di sostenibilità e, insieme ai tagli fiscali, ciò contribuirà a far ripartire l'economia dalla recessione". Qualsiasi modifica al freno al debito, rileva Carmignac, "dovrà contare sul sostegno della Linke o dell’AfD.

Quest’ultima è contraria a una riforma del freno al debito, mentre la Linke potrebbe sostenerla per aumentare gli investimenti, ma non quelli per la difesa". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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