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Castellammare di Stabia

Due anni senza Maurizio Costanzo, da Simona Ventura a Baccini: il ricordo del giornalista

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Adnkronos) – Battuta fulminante, fiuto e baffo iconico.Maurizio Costanzo se ne andava a 84 anni, il 24 febbraio 2023.

E a due anni dalla scomparsa del giornalista, autore e conduttore tv, chi lo ha conosciuto da vicino lo ricorda con affetto e gratitudine.Molti sono stati infatti i volti noti che a Costanzo devono la loro fortuna professionale.  
"Maurizio è stato il primo che ha veramente creduto in me, il primo che mi ha dato un'opportunità invitandomi al 'Maurizio Costanzo Show'", racconta all'Adnkronos Simona Ventura. "Avevo appena partecipato a Miss Italia per Miss Universo e il fatto che avessi gareggiato a un concorso di bellezza aveva creato un po' di pregiudizi.

Lui rimase molto colpito dalla mia prontezza nel rispondere, non se lo aspettava e da allora – prosegue – per me avere una persona come lui che ti aiuta e ti sostiene è stato davvero fondamentale".  ''Sono rimasta legata sia a Maurizio che a Maria (De Filippi, ndr) da un affetto profondo – continua la conduttrice – Maria mi è stata vicina in un momento difficilissimo della mia vita e non me lo aspettavo, le sarò per sempre riconoscente.Sono passati già due anni dalla scomparsa di Maurizio ma a me sembra ieri.

E' stato un uomo che ha lasciato tanti legami, tante emozioni e tanti sentimenti nelle persone che lo hanno conosciuto e soprattuto ha insegnato a tanti un mestiere''.  Ventura ricorda poi che Costanzo "è stato l'unico italiano ospite al 'David Letterman Show' e il fatto che il re del talk show americano lo abbia voluto nella sua trasmissione – sottolinea – la dice lunga su quello che ha fatto Maurizio per la televisione e per il giornalismo italiano.Era un uomo anche molto sarcastico – prosegue – a me piaceva molto il suo cinismo.

Ha lasciato un vuoto enorme ma anche un'eredità fondamentale per il nostro giornalismo e per la nostra televisione'', conclude.  Un tributo di "gratitudine" e rispetto.E' quello che Stefano Zecchi rivolge a Maurizio Costanzo.

Intervistato dall'AdnKronos, il filosofo riconosce subito di essere debitore del giornalista che lo invitò al 'Maurizio Costanzo Show' nel 1988 per parlare di un concetto allora sfuggente, la bellezza. "A Maurizio – dice – devo la grande popolarità che non avrei avuto se fossi rimasto un professore universitario pur essendo un docente molto brillante.Ero il più giovane d'Italia, insegnavo Estetica all'Università Statale di Milano.

Dico questo con gratitudine e orgoglio perché Maurizio mi ha dato sicurezza nei miei mezzi di comunicazione – che andavano anche oltre la lezione – e una carica non indifferente, sotto il profilo psicologico, di emozioni che potevano essere raccontate in modo serio e utile per gli altri".  La partecipazione di Zecchi al programma di Costanzo risale dunque al 1988. "In quel periodo di bellezza, dal punto di vista culturale, non se ne parlava.La bellezza era contro il canone moderno" osserva il filosofo che prosegue: "Avevo organizzato un convegno su questo tema invitando artisti, poeti, letterati e scienziati.

Ne venne fuori un articolo su 'Panorama', mi chiamarono per questo".All'epoca "ero già un professore ordinario di uno degli atenei più prestigiosi d'Italia.

A dire la verità, non sarei andato in televisione se non fossi stato già un professore ordinario perché mi sarei rovinato la carriera.Andare in televisione era da reprobi.

Oggi ci sono colleghi che venderebbero i loro figli pur di essere ospitati in una trasmissione.C'è sempre stato grande rispetto da parte di Maurizio nei miei confronti, sono stato l'ospite che è andato più volte al suo programma, quello che ha avuto più presenze". Zecchi si sofferma anche sull'alto tasso di innovazione che Costanzo ha introdotto nella televisione. "Più che uno show – riflette – presentava una continua riflessione sull'esistente.

Sapeva come scegliere le persone giuste per un momento specifico della puntata.Non ha avuto allievi, nessuno ha osato imitarlo.

Ora c'è una quantità di talk show impressionante, a quel tempo lo faceva solo lui.Però, nessuno di quelli di oggi si avvicina al modello di comunicazione di Maurizio.

Sono tutti talk basati su persone che hanno già una precisa identità senza la quale, peraltro, non possono intervenire.Maurizio sparigliava le carte: a lui non interessava la persona già nota, si inventava i personaggi e faceva della televisione uno strumento cruciale per la diffusione di valori e significati che andavano oltre la semplice notizia.

In questo senso, è riuscito di fatto ad inventarsi degli attori, dei comici, degli intellettuali.Va detta anche, infine, che Maurizio aveva una redazione formidabile di persone capacissime.

Aveva realizzato una vera scuola di comunicazione televisiva per andare oltre i limiti della notizia", conclude Zecchi.  A ricordarlo come "un vero talent scout" è anche il cantautore Francesco Baccini. "Ti metteva a tuo agio e faceva in modo che venissi fuori tu.Era un vero assistman e ti faceva segnare", dice all'Adnkronos.

Per Baccini, l'esperienza al Costanzo Show ha rappresentato un trampolino di lancio inaspettato.Era il 1989, aveva appena inciso il suo primo album e un'intervista su L'Espresso attirò l'attenzione di Costanzo, che lo invitò alla sua trasmissione. "Il Maurizio Costanzo show è stato il mio primo passaggio televisivo che mi ha fatto conoscere alle persone.

Ero terrorizzato perché ero molto timido a parlare", confessa il cantautore.Ma il palco del Costanzo Show si rivelò una palestra preziosa: "Con lui ho scoperto che quando parlo faccio ridere, ho i tempi comici, eppure non so raccontare una barzelletta".  Baccini sottolinea l'abilità che aveva Costanzo nel creare un'atmosfera di totale libertà e nel valorizzare il talento degli ospiti. "Quando mi sedevo su quel divanetto c'eravamo solo io e lui.

Niente era mai preparato".Come quando cantò 'Le donne di Modena', due giorni dopo averla scritta, ben prima dell'uscita ufficiale nel disco. "La gente poi cercava il disco che non esisteva e che uscì l'anno dopo", ricorda Baccini, a testimonianza dell'impatto immediato che la trasmissione aveva sul pubblico. "Maurizio mi ha dato l'opportunità di farmi conoscere a 360 gradi", dice.

Grazie al Costanzo Show, il suo primo album raggiunse il disco d'oro senza bisogno di Sanremo o del Festivalbar, trasformando un tour promozionale di 4 date in un tour di 40. Costanzo, però, non era solo un talent scout generoso. "Lui ti passava la palla, ma dovevi saper giocare.Non amava i furbi", aggiunge.

Era un uomo di cultura, preparato, un vero professionista del palcoscenico, dice l'artista sottolineando la sua capacità di capire i tempi e distribuire lo spazio con maestria. "Molti artisti sono usciti da lì", osserva Baccini.E conclude: "Il vuoto che ha lasciato non è stato riempito da nessuno.

Oggi Maurizio Costanzo manca, e non poco, alla televisione e all'Italia".  "Maurizio mi è stato molto vicino in un momento fondamentale della mia vita, quando dovevo scegliere se continuare a stare in Rai, dove avevo una trasmissione, oppure passare alla Fininvest.Ricordo che mi disse: 'Buttati, adesso è il momento' e io decisi di ascoltarlo e di passare a Fininvest.

Da quel momento in poi i suoi consigli per me sono stati vitali'', racconta all'Adnkronos la conduttrice televisiva e deputata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa, ricordando Maurizio Costanzo a due anni dalla sua scomparsa.  "Gli volevo un bene dell'anima e anche lui era molto legato a me – racconta – ci siamo conosciuti quando eravamo due ragazzini, lui lavorava al 'Corriere della Sera' e io a 'Gioia' e poi ci siamo ritrovati a Roma.A mio avviso Maurizio non ha lasciato eredità perché nessuno, per ora, è stato in grado di prenderla in mano.

Lui aveva una ironia, un acume, un'intelligenza e un sapere approfondire cose, anche apparentemente banali, che oggi difficilmente vedo in televisione.Ogni tanto, ancora adesso, quando leggo una notizia che mi colpisce mi chiedo: 'Ma chissà se Maurizio stasera la fa', è talmente presente ancora nelle nostre vite e nei nostri ricordi che sembra che non se ne sia mai andato''.  ''Maurizio aveva un tale carisma che gli permetteva di imporsi anche quando stava in silenzio – prosegue Dalla Chiesa – bastava un suo sguardo per farti capire cosa pensava.

Quello che posso dire è che ho il cuore pieno di gratitudine per quello che mi ha dato.Ricordo che appena avevo bisogno di un consiglio prendevo un taxi e andavo da lui in ufficio, aveva la capacità di smontarti qualunque tipo di preoccupazione e di accenderti una luce dentro che tu in quel momento non pensavi di avere e che ti permetteva di andare avanti.

Io ho una sua tartarughina nel portafogli e sul comodino, sembra banale ma è difficile mettere insieme tutti i ricordi che hai di una persona che ti ha insegnato tanto e a cui hai voluto così bene''.  "Ancora oggi continuo ad essere legatissima a Maria (De Filippi, ndr).Quando l'ho conosciuta era una ragazzina – continua la deputata di Forza Italia – ho assistito a una delle prove che fece Lorella Cuccarini a Mediaset e quando la vidi entrare in studio pensai: 'Ecco la nuova compagna di Maurizio'.

Ma poi lei è diventata 'Maria' perché è stata talmente intelligente da fare quello che facevamo anche noi e cioè 'bere' da Maurizio Costanzo, apprendere da lui.Tutti noi – ironizza – lo abbiamo proprio depredato del suo modo di rapportarsi con il pubblico, del suo modo di comunicare con le persone e della sua capacità di capire la gente.

Tutto quello che oggi non esiste più in tv'', conclude.   —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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