Insigne operaio, no al protagonismo: ecco come Lorenzo ha stregato Conte e l’Italia

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Insigne brilla in Francia: il segreto della sua forza

Da Frattamaggiore a Saint Denis, Francia: ci sono voluti esattamente 25 anni per arrivarci. Lorenzo Insigne le cose le fa con calma, per gradi: la sua carriera insegna. Pulcini, allievi, primavera, Foggia in lega Pro, Pescara in serie B e poi Napoli e la serie A, under 20, under 21 con l’Italia. Adesso, dopo questo lungo percorso, l’Europeo coi grandi, da reale protagonista.

GLI ISTANTI – Anche con Conte è stato un po’ così: c’è stato bisogno di tanto lavoro prima di poter scendere in campo. Nulla è mai stato facile per Insigne, nemmeno il rapporto con il ct della nazionale. Dopo qualche malumore iniziale, qualche match saltato e convocazione mancata, però, il costante impegno dell’azzurro è stato premiato. La grande stagione con il Napoli, poi, ha fatto il resto. Col Belgio non è mai sceso in campo, nemmeno con la Svezia: Conte si affida ai titolarissimi e lui, al momento, non lo è. Nel match contro l’Irlanda, in cui l’Italia è già qualificata, l’ex allenatore della Juve fa turnover e al 70esimo tocca ad Insigne. Basta poco per cambiare le sorti di un match, di un campionato, di una vita. Lui entra, corre, dribbla, più veloce di tutti, s’avvicina al gol più volte e prende un palo: in un istante le gerarchie di Conte vengono stravolte, Insigne si rivela davvero l’uomo in più su cui contare, il numero 10 a cui il paese può aggrapparsi. Conte lo capisce e lo tiene per sé: valuta, ascolta, studia. Contro la Spagna, il mister leccesse mette in campo la squadra tipo e va bene così, Insigne fuori. All’80esimo c’è bisogno di Lorenzo, però: lui entra, corre, fa girare la manovra e dà ritmo. Il secondo gol di Pellé arriva da lui, dai suoi piedi e da quel modo di aver letto l’azione, che prima lo fai in testa e poi davvero, fisicamente. Poi ci pensa Darmian a dare l’assist decisivo all’attaccante del Southampton che chiude la partita. Ma è ancora Lorenzo Insigne a dare dinamismo, a cambiare l’inerzia del match, silenziosamente. Conte non si sorprende, come se lo sapesse.

FUTURO PROSSIMO – Archiviata la partita di ieri, sabato sera ci sarà la Germania, in match dal grande fascino e storia: quasi sicuramente Antonio Conte confermerà gli uomini che hanno affrontato il Belgio prima e la Spagna poi. In panchina ci sarà ancora Insigne, ma non è un problema. Le partite, soprattutto se parliamo di queste, si vincono soprattutto da lì, nei minuti finali. “Tutti sono titolari in questa nazionale”, ha spiegato Antonio Conte alla vigilia dell’Europeo: parole, queste, che si sono dimostrate vere attraverso i fatti, attraverso il gioco e il gruppo, le esultanze, i sorrisi, i rimproveri e i momenti di sconforto. Allora, senza nessuna polemica, senza nessun mugugno: Insigne si farà trovare pronto, con costanza e dedizione. Che il momento, il suo momento, arriverà. Da Frattamaggiore alla Francia, dalla Francia alla Russia magari, dove nel 2018 si scenderà in campo per i mondiali. Sempre in viaggio, ma con la consapevolezza di poter ritornare sempre a casa, a Napoli, che lo aspetta, come una madre con un figlio lontano, orgogliosa di lui.

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