Notre Dame de Paris lascia Milano dopo un mese di repliche

Notre Dame de Paris lascia Milano. Dopo un mese di repliche al Teatro degli Arcimboldi, lo spettacolo scritto da Cocciante e Plamondon chiude il sipario sulla città, ma lo fa con una promessa.

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Notre Dame de Paris lascia Milano. Dopo un mese di repliche al Teatro degli Arcimboldi, lo spettacolo scritto da Riccardo Cocciante e Luc Plamondon (Pasquale Panella il paroliere della versione italiana) chiude il sipario sulla città, ma lo fa con una promessa.

Infatti, sono appena state messe in vendita nuove date a Milano nel tour che toccherà tutti i punti dello stivale. Non ultima, la doppia data a ottobre all’Arena di Verona.

Non è una sorpresa che lo spettacolo che mette in scena la storia del campanaro della cattedrale di Parigi torni all’Arena di Verona.

All’annuncio delle date del tour, sembrava quasi strano l’Arena non fosse già presente. Un appuntamento fisso, insomma, che non poteva assolutamente mancare nel tour che celebra i vent’anni dalla prima messa in scena dello spettacolo che racconta una storia non solo emozionante e assolutamente irresistibile ma anche, e soprattutto, spettacolare.

Tornano per il ventennale i nomi e i volti dei cantattori che interpretarono i personaggi già nel 2002. La coppia ormai nota al mondo dello spettacolo ─ Gio di Tonno e Lola Ponce, che comunque non aveva mai davvero abbandonato la famiglia di Notre Dame durante questi vent’anni, torna a interpretare Quasimodo ed Esmeralda. Marco Guerzoni (Clopin) e Claudia D’Ottavi (Fiordaliso), invece, tornano davvero dopo vent’anni: restituiscono, insomma, le loro voci ai personaggi che in Italia sono nati con loro.

Matteo Setti (Gringoire), Graziano Galatone (Febo) e Vittorio Matteucci (Frollo) sono forse i più amati: dopo ogni replica le persone che attendono all’uscita artisti sperano di incontrare soprattutto loro.

Oltre ad aver lasciato i segni indelebili della loro interpretazione sui loro già iconici personaggi, negli anni hanno sempre orbitato nell’ambito dell’opera popolare – genere che proprio con Cocciante e Notre Dame si fonda in Italia ─, creando un circuito di pubblico e di vero e proprio genere (così come in libreria dividiamo il giallo dallo storico e dalla fantascienza) che si pone nell’intersezione tra l’opera lirica e il musical.

È stato proprio Vittorio Matteucci a inventare la definizione di cantattore – e, si sa, quando una nuova parola viene coniata vuol dire che qualcosa di nuovo è comparso e ha bisogno di un nome. Alla schiera dei primi sette – che componevano, appunto, il cast del primo Notre Dame – si aggiungono, quindi, i giovani Tania Tuccinardi (Esmeralda/Fiordaliso), Leonardo di Minno (Clopin/Quasimodo), e il veterano Cristian Mini (Frollo), già nel cast dei Promessi Sposi con di Tonno, Matteucci e Galatone.

Un circuito di voci e personalità che ritornano e firmano le interpretazioni delle opere popolari più importanti Made in Italy, che anche durante il Covid promette di risorgere e di intendere di restare. Perché anche se sul palco tornano gli interpreti che pensiamo di conoscere, ci sarà sempre da notare che in realtà quest’interpretazione di Frollo sembra più intima, più umanamente drammatica, e vedremo Matteucci sfilarsi il colletto piuttosto che strapparlo via mentre dichiara d’essere un “prete innamorato”. Che si tratti di libri o di musica, nessuna opera resta quella che era.

Salvo nuove repliche a grande richiesta, il tour si concluderà a Trieste il 18 dicembre. Ma la grande richiesta c’è già.

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Lorenza Sabatino / Redazione

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