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Inatteso ma inconsciamente temuto, l’esito delle elezioni tedesche ha mutato drammaticamente il quadro della politica tedesca e indirettamente quello europeo”, scrive nell’editoriale Gian Enrico Rusconi.
I tre allarmi che arrivano da Berlino
Berlino ha perso la sua stabilità politica, a dispetto della conferma di Angela Merkel. La catastrofica sconfitta della Spd (la peggiore della sua storia) è un segnale d’allarme per l’intera sinistra europea, sotto qualunque denominazione essa si presenti. Segna forse la fine del socialismo democratico nella sua secolare versione classica? Infine il successo di Alternative für Deutschland invita a considerare più da vicino le motivazioni dei cosiddetti populisti, al di là delle loro pulsioni razziste.
Angela Merkel è davanti alla sua prova più difficile. Il suo governo dovrà fare i conti con una doppia opposizione, decisa a farsi sentire. Una anti-europea, anti-immigrazione, latentemente razzista; l’altra pro-europea, tendenzialmente aperta all’integrazione, determinata a correggere energicamente gli squilibri sociali interni (socialdemocrazia e Linke).
Ma non meno eterogenei sono i due possibili alleati della Cdu nella nuova coalizione (liberali e verdi). Tutti con la voglia di non farsi fagocitare dalla notoria abilità della cancelliera a stremare i propri alleati.
Stavolta Angela Merkel sarà sola più che mai. Nel suo sobrio commento dopo l’esito elettorale ha fatto due affermazioni molto significative. Ha detto che occorre un controllo più severo degli immigrati privi di requisiti per restare e ha parlato della necessità che «ritornino nella Cdu» gli elettori che se ne sono andati. E’ una autocritica implicita, che risponde quasi letteralmente alla dichiarazione, fatta poco prima da uno dei leader dell’AfD: «Ci riprenderemo il nostro popolo». La posta in gioco dei prossimi mesi e anni sarà la rincorsa a difendere una forte identità nazionale tedesca, attraverso il semplice, ma estremamente evocativo, concetto di Volk/popolo. Un tema che ha potenti capacità suggestive per l’anima tedesca.
Ma le elezioni hanno seriamente pregiudicato lo status di «egemone» della Germania accettato come ovvio sino all’altro ieri. Si fa non solo più realistica, ma necessaria la convergenza con la Francia per una informale guida comune della Unione europea. I vaghi progetti sinora presentati hanno acquistato una urgenza improrogabile. Si apre un nuovo capitolo della storia europea.
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vivicentro/Elezioni tedesche: esito Inatteso ma inconsciamente temuto
lastampa/I tre allarmi che arrivano da Berlino GIAN ENRICO RUSCONI
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