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PANNULLO ce l’ha fatta: ora i fatti

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PANNULLO ce l’ha fatta: ora i fatti

Ieri 54533 aventi diritto al voto di cui 25.826 uomini e 28.707 donne avrebbero dovuto/potuto far valere un proprio diritto/dovere per provare a scegliere un buon Consiglio di Amministrazione per la propria azienda, quella denominata Città e che, nel nostro caso specifico, ha un marchio e un logo che si perde nella notte dei tempi: STABIAE.

Di questi, purtroppo, hanno votato solo in 20.467 (il 37.53%), di cui 10.566 uomini (il 19.38%) e 9.901 donne (il 18.16%). Scindendo ancor più il dato annotiamo che dei 20.467 concittadini che hanno fatto uso del loro diritto/dovere, in 11.249 hanno votato per Pannullo (il 20.63% circa degli aventi diritto).

QUESTI I DATI NUDI E CRUDI ed anche se ci dicono che “solo” il 20.63% degli aventi diritto di voto lo ha esercitato dando la propria preferenza a Pannullo, questi è il legittimo nuovo Sindaco di Stabia così come democrazia vuole, consente e sancisce.

M

a questa consente anche diritto di analisi ed espressione di pensiero a TUTTI i cittadini, ed è facendo uso di questi diritti, oltre che alla luce di una attenta analisi dei dati di cui sopra, che mi permetto di pormi qualche domanda e di farne ai miei concittadini partendo dal lietmotiv di tutte le società urbane:

  • i lamenti e gli “elevati” pensieri sulla condizione della propria Città;
  • i giudizi sulla sua (non) Amministrazione;
  • le conclusioni su “collusioni” presunte – a prescindere – degli amministratori con camorra ed altre nobili società e così via con tantissimi altri lezzi e lai del genere

 Questa la triade preferita dello scioglilinguagnolo urbano che tale resta visto che, sempre più spesso, quando c’è la possibilità di scegliere il “Proprio Consiglio di Amministrazione ed il proprio Amministratore delegato” (perché tali sono Giunta Comunale e Sindaco quando assumono il comando di quella che, a tutti gli effetti. è UN’ AZIENDA che, se ben condotta, accudita ed amministrata, a tutti potrebbe dare “ricchezza” come fa qualsiasi altra “Azienda” sana e ben amministrata con personale serio, affidabile, volenteroso e capace: capace anche di tirarsi su le maniche quando serve farlo ed anche in/per cose non proprio di propria competenza) i cittadini che si ritengono probi che fanno? Se ne stanno a casa o se ne vanno al mare o ……

Esatto: “O”. Ci sono tantissimi “o” possibili per etichettare la girata di spalle o il far finta di niente al momento d’agire di tanti, proprio come fa l’infingardo che, seduto (magari stravaccato) in pullman, treno o altro, fa finta di essere distratto a guardare fuori, a guardare altrove o magari a leggere (se sa farlo) in modo da ignorare la donna incinta, o magari l’anziano/a che stenta a tenersi in piedi, e questo per non cedere loro quella che ritengono una comodità ad esclusivo loro beneficio (o di chi, secondo loro, è più furbo di altri: di fatto, disonesto).

Tanti “O” quindi, ma una sola possibilità che può consentire poi al cittadino di poter esprimere valutazioni sull’operato di chi amministra la “sua” proprietà e le ricchezze che essa possiede e può generare: PARTECIPARE attivamente alla vita ed all’amministrazione della Città direttamente, per quanto possibile e di sua competenza,  ed anche indirettamente controllando l’operato degli amministratori, ma anche degli altri conproprietari.

Questa è vera civiltà e vero civismo e solo chi ne è aduso può poi esercitare anche il diritto di lamentarsi e protestare quando si avvede concretamente (e non solo per sport di scioglilinguagnolo) che la CITTA’, la SUA/NOSTRA CITTA’, la SUA/NOSTRA AZIENDA è male amministrata o, peggio, è “abusata”.

Ciò premesso (e mi scuso se sono andato lungo ma necessitava farlo per porre in tavola TUTTE le vere carte del “gioco” escludendo quelle inutili o addirittura truccate) eccoci tornare all’inizio di questo ragionamento che mi auguro non sia (ne resti) un vano soliloquio:

la Città si è espressa. In pochi?, in tanti? Poco importa: una scelta è stata fatta ed ora va rispettata in maniera assolutamente paritaria sia dai Cittadini Tutti che da quanti hanno partecipato al “concorso” delle elezioni per essere assunti a guidare e gestire la conduzione e l’amministrazione di quell’azienda chiamata CITTA’.

PANNULLO ce l’ha fatta, ora i fatti! Così ho titolato questo mio articolo  di fondo e, per una volta in vita mia, con esso ho voluto essere sintetico pur racchiudendovi tutto quanto fa da sunto a quanto sin qui, in maniacale puntigliosità, ho espresso ed evidenziato.

Chiacchiere e tabbacchere ‘e ligno, ‘o bbanco ‘e Napule nun s’impegna (“Sulla parola e sui baracchini di legno il banco di Napoli non dà fiducia.”). Questo si suol, dire soprattutto nel napoletano: e noi Napoletani, dopo che Stabiesi, siamo per cui – per ben capirsi e tutto dire – altro non si dovrebbe aggiungere ne aggiungo.

Il RE ora c’è. Viva il Re!,  ma

Ma non perdiamolo d’occhio e, se lo vediamo nudo (VEDIAMO, non immaginiamo o diamo credito a chi ci dice che tale è o che, a sentito dire, sembra che tale sia), diciamolo ed additiamolo anche a tutti gli altri ma …. ancora una volta MA ….. attenzione ….. stessa cosa, stesso occhio attento e stesso impegno, poniamolo anche per vedere i “cittadini nudi” e, parimenti, richiamiamoli ai propri doveri o, al caso, denunciamoli nei possibili e dovuti modi.

Solo così si potrà cominciare a far cernita delle mele marce che infestano il nostro paniere e che, con il tempo, lo fanno marcire del tutto.

Una mela scartata oggi, una domani, ecco che alla fine il paniere sarà del tutto decontaminato (sverminato, se preferite) e a qualcuno che, a questo punto, in spirito di assoluta sfiducia o voglia di negatività (o voluta / celata / interessata / a lui necessaria ed utile, distruttività) mi dovesse dire: “sì, avanti così e alla fine vedrai che il paniere resterà vuoto”, non posso che dire e chiedere, a mia volta:

e allora? Quale sarebbe il problema? Dove starebbe il problema? In un paniere vuoto ma ben pulito? In un paniere lindo e pinto pronto per essere utilizzato come contenente di cose sane, fresche e pulite perché, a maggior ragione, tali saranno visto che – se con verme incluso o da merda circondate – le si noterebbe subito e si scarterebbero a priori? Penso proprio di no e, se così fosse, sia pur vuoto, ben venga: sarebbe un’occasione in più per ben ripartire e non certo una sciagura.

E con questo credo di aver detto (e fin troppo ridetto) proprio tutto per cui non mi resta che evidenziare un’ultima cosa:

nessuno, e dico nessuno, può sapere meglio di noi cosa c’è e cosa occorre in casa nostra.

Traslando:

 nessun Amministratore, per quanto in gamba, onesto, volenteroso e corretto possa essere, può sapere meglio dei singoli cittadini quale è la reale situazione di una determinata zona ne, in essa, può essere presente 24H per sentirne umori ed odori in essa vivendo per cui, ecco che sta proprio ai cittadini seri, onesti e volenterosi raggrupparsi in “associazioni” di zona per discutere e vagliare i problemi della stessa facendone sintesi e proposizione (vagliando e valutando gli interessi di ciascuno e di tutti) da presentare poi al proprio Consiglio di Amministrazione (nella fattispecie: Sindaco e Giunta operante a Palazzo Farnese) che, a quel punto, sarà tenuto a prenderne atto e a fare una propria sintesi seria e costruttiva in funzione di quanto l’Azienda Città, con il suo capitale, maestranze e competenze, consente di poter porre in cantiere.

Come ebbi già a scrivere in altro articolo, ormai viviamo in tempi nei quali l’informazione ed anche le parole di ogni cittadino, a maggior ragione se “di qualche rilevanza”, non sono più considerabili “parole al vento” come erano un tempo.

ORA nulla si perde e TUTTO RESTA ben inciso nel WEB: basta cercare!

Ed è questo l’invito conclusivo che rivolgiamo a tutti i 20.467 che si sono espressi votando e che quindi ne hanno pieno diritto (gli altri, secondo tradizione, non necessitano di alcun invito dal momento che, pur non avendo alcun diritto, saranno sempre li a pontificare, a blaterare, a far prendere aria a lingua, ugola e denti con il loro scioglilinguagnolo):

guardatevi attorno, verificate, valutate e giudicate il comportamento di ciascuno (concittadini inclusi) confrontando l’esistente, il posto in essere, con le innegabili aspettative di ciascuno e, ancor più, con le promesse che, alle stesse, sono state fatte e, in caso di discrepanze, farne nota – con tutti i mezzi possibili – a chi di dovere e a tutti gli altri “azionisti” (concittadini).

Se poi questa discrepanza arriva ad essere addirittura abuso (magari “stupro” del bene pubblico) beh, allora occorrerà gridarla ad alta voce additando malfatto e malfattore a chi di dovere: concittadini o, addirittura, forze dell’ordine ed anche noi siamo qui pronti, qualora necessitasse, a farvi da megafono sano e integro (non “fesso” quindi: in tutte le accezioni del termine), come già più volte ribadito, perché per noi un patto è una cosa sacra e seria che va rispettata e mantenuta. Ed è con questa consapevolezza che qui lo ribadiamo e ve lo (ri)proponiamo:

Tempo di elezioni, tempo di promesse - Un patto per la Città

a voi saperne fare un uso buono e, ovviamente, corretto.

A tutti: Auguri di buona e pronta rinascita, Boa Sorte, Good Luck!

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