La possibile quanto improbabile costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, a detta degli “esperti” in politica, potrebbe creare migliaia di posti di lavoro, snellire i collegamenti, avere un boom turistico mentre, per altri, è come il Cavallo di Troia.
Alla luce dei fatti che andremo ad analizzare sembrerebbe piu’ un’operazione di facciata politica che di utilita’ pubblica.
Mettiamo a nudo prima “l’arcata”, poi parleremo dell’aspetto economico e della sicura deturpazione di un paesaggio unico al Mondo :
Guinness dei primati :
Un’opera di questa portata a campata unica, avrebbe una lunghezza di 3.5 Km, la renderebbe unica al Mondo, supererebbe di gran lunga il ponte costruito in Giappone l’ Akashi-Kaikyo,tra le isole di Awaji e Honshu. con i suoi 1.991 metri.
Rischio geologico :
Costruire un ponte sullo stretto di Messina potrebbe comportare dei rischi enormi visto che tutta la zona e’ ad altissimo rischio sismico, un crocevia di vulcani attivi e non attivi. Nell’ultimo Secolo dopo la catastrofe del 1908, lo Stretto di Messina e’ stato oggetto di studio di molti scienziati provenienti da tutto il Mondo per cercare di capire la complessa conformazione geologica strutturale dell’area.
A detta di alcuni vulcanologi, un ponte di queste dimensioni, potrebbe resistere ad un terremoto non superiore ai 7.1 gradi della scala Richter, decimo grado della scala Mercalli.
Dopo il devastante sisma del 1908 che colpi’ le Citta’ di Messina e Reggio Calabria, anche se nessuno e’ in grado di fare delle previsoni, non e’ improbabile che ne avvenga un’altro, visto che sotto lo Stretto ad una profondita’ di 8 chilometri vi sono delle faglie ancora in fase di assestamento.
Bisogna tenere in seria considerazione che la costa calabra non e’ per nulla compatta, potrebbe presentare delle improvvise fratture con relativo sprofondamento del terreno su cui poggerebbe uno dei 2 pilastri che dovrebbero reggere il Ponte.
Dovere di cronaca :
Dopo il terremoto le coste della Sicilia e della Calabria si allontanarono di 70 cm, contemporaneamente quella calabrese sprofondo’ di 55 cm rispetto al livello del mare, quella siciliana si abbasso’ di 75 cm.
Speriamo che le supposizioni restino tali, visto che solo il 40% delle case di Messina e Reggio sono a norma sismica, il rimanente 60% potrebbe avere un destino simile alle migliaia di case distrutte nel terremoto del 24 Agosto scorso nell’Italia centrale.
Quindi sarebbe meglio investire il denaro pubblico in opere che possano essere a salvaguardia delle loro vite.
Passiamo al lato economico :
Non tutti i ponti costruiti nel Mondo hanno portato benessere, basti pensare al Golden Gate di San Francisco, costruito negli anni 30, perde mediamente 30 milioni di dollari all’anno, cifra quasi simile per quello che unisce la Danimarca alla Svezia.
Ammettiamo che il ponte venga costruito, per non andare in perdita bisognerebbe far pagare un pedaggio concorrenziale con i traghetti dellla Tourist, anche perche’ a chi converrebbe percorrere 15 Km in una litoranea sempre incasinata, quando vi sono i traghetti al centro della Citta’? Bisognerebbe togliere loro la concessione?, campa cavallo.
Passando al punto di vista paesaggistico :
In questi ultimi 40 anni abbiamo assistito allo scempio che e’ stato fatto sulle nostre coste con la messa in opera di tante “strutture industriali”, mostri di ferro e cemento che le hanno deturpate per sempre. Le raffinerie di Milazzo, Siracusa, Priolo, Augusta, Gela tanto decantate al momento della loro messa in funzione oggi sono tutte in profonda crisi economica,
PENSIERO SCIENTIBILISTA*:
Il ponte di Messina lo si potrebbe paragonare al Cavallo di Troia, se lo dovessero costruire, si andrebbe ad aggiungere alle altre cattedrali del deserto gia’ esistenti sull’isola; Si aggiungerebbe oltre al danno ambientale, anche la beffa politica. ammenoché …..
Ammenoché non ci si rifaccia al moderno discusso sul Ponte/Cavallo di Troia e si ritenga che Renzi abbia ben studiato la materia tanto da aver ritenuto possibile sfornare, sulla scia dell’Iliade, una moderna Siciliade collegandosi alle ultime “analisi” storiche e filologiche dell’archeologo navale Francesco Tiboni, ricercatore dell’Università di Aix-en-Provence e Marsiglia, che ha pubblicato i risultati della sua indagine sulla rivista “Archeologia Viva” (Giunti editore) dove afferma che, in realtà, il Cavallo di Troia era un particolare tipo di nave fenicia: l’Hippos, una nave con la polena a testa di cavallo.
Posta così la cosa il tutto cambia aspetto e diventa finanche possibile, soprattutto se si tiene anche conto della nota propensione dei fiorentini allo scherzo e alla burla. Ecco, così interpretando il tutto si può immaginare il varo di un nuovo traghetto che battezzerà Hippos e che sarà messo in servizio nello Stretto di Messina. Peraltro, già millenni fa un ponte sullo stretto fu realmente realizzato. Ci pensarono i romani e lo fecero, guarda caso, con delle barche tutte affiancate tra loro. Nel 201? sarà ripristinato con un moderno traghetto Hippos, Siculo Cavallo di Troia e ridanciana italica burla? Possibile e finanche probabile. Di sicuro più di altre dicerie, promesse, interpretazioni!
- SCIENTIBILISTA: parola coniata per la bisogna fondendo tra loro Scientifico e Possibilista dove lo scientifico deriva dagli ultimi studi sulla reale essenza del Cavallo di Troia. Il Possibilista sta non solo nella reale possibile costruzione di un traghetto connessa con l’atavica presa per i fondelli a cui, ormai, siamo abituati. E questo è!
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