Strage di Dacca, si valuta l’iter per un giorno di lutto nazionale. In passato nessuna commemorazione ufficiale
È
tutto ancora da decidere sull’ipotesi di proclamare una giornata di lutto nazionale al rientro delle salme dei nove italiani morti nell’attentato di Dacca, il più grave dopo quello di Nassiriya che costò la vita a diciannove nostri connazionali. Lo affermano fonti della Presidenza del Consiglio, chiarendo che l’intenzione c’è e la volontà delle famiglie pure. Ma la procedura da rispettare è rigida e bisogna anche valutare la possibilità di annunciare una giornata di cordoglio unica assieme ai Paesi delle altre undici vittime (Giappone, India, Bengala e Stati Uniti).
Se si guarda al passato, non ci fu lutto nazionale a marzo di un anno fa per le quattro vittime italiane della strage del museo Bardo a Tunisi. Sebbene allora come oggi fosse stato richiesto da più parti (vedi l’appello al governo lanciato ieri su Facebook dalla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni), fu proclamato solo il lutto cittadino a Torino, Meda e Novara, le città da dove provenivano rispettivamente Antonella Sesino e Orazio Conte, Giuseppina Biella e Francesco Caldara. E pochi mesi dopo i superstiti del massacro tunisino denunciavano all’Espresso di essere stati abbandonati dalle istituzioni.
Più remota l’ipotesi di funerali di Stato, un tributo dal cerimoniale ancora più complesso riservato negli ultimi anni solo a Placido Rizzotto (nel 2012, dopo ben 64 anni dalla morte) e alle tre vittime della strage al Tribunale di Milano (nell’aprile 2015). Formalmente non lo sono stati nemmeno quelli in onore di Valeria Solesin, la ricercatrice italiana rimasta uccisa a novembre scorso negli attacchi di Parigi. Per lei a Venezia si tennero esequie civili e pubbliche, erroneamente definite “di Stato”.
Funerali di Stato che, invece, si svolgeranno oggi in Bangladesh. Nello stadio dell’esercito di Dacca, la premier Sheikh Hasina presiederà la cerimonia per commemorare le 28 persone morte nell’attentato. Il Paese ha proclamato due giorni di lutto nazionale. Intanto ieri è arrivato nella capitale del Bangladesh l’aereo con a bordo personale dell’Unità di crisi della Farnesina per riportare in Italia i corpi delle nove vittime italiane. Il rientro delle salme dovrebbe avvenire tra mercoledì e giovedì, quando l’aereo della Presidenza del Consiglio atterrerà a Ciampino. Ad attenderlo nella sala d’aspetto dell’aeroporto militare i familiari e il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha deciso di interrompere la visita in America latina per essere presente.
E mentre Papa Bergoglio dall’Angelus in piazza san Pietro ha pregato per i defunti e la comunità ebraica di Roma si è stretta in un abbraccio alle famiglie delle vittime, il premier Matteo Renzi, che oggi non partirà per Dacca ma resterà a Roma per la direzione Pd, ha tagliato corto sulle polemiche per i ritardi delle forze militari locali nel blitz di liberazione degli ostaggi: «Ogni polemica è ormai inutile – ha detto a L’intervista di Maria Latella su Skytg24 – il commando era pronto a tutto. Abbiamo seguito in diretta ogni momento. Non servono ricostruzioni che poi spesso sono false. I terroristi sono entrati lì per uccidere».
vivicentro.it/politica – repubblica / Strage di Dacca, funerali di Stato solo in Bangladesh. L’Italia studia che fare. MONICA RUBINO
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