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L’Ue alla prova del dopo-Brexit

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I leader dell’Ue si incontrano a Bratislava, in Slovacchia, nel primo vertice post-Brexit. L’intento è far ripartire l’Europa. Gli obiettivi sono due: recuperare la fiducia dei cittadini e mettere in agenda iniziative concrete. A cominciare da Difesa comune e immigrazione. Monica Perosino è stata sul confine tra Serbia e Ungheria, in un campo abitato da profughi afghani che lamentano: “L’Europa non ci vuole”.

Bratislava, la Ue divisa sui migranti cerca l’intesa sulla Difesa comune

Prima mossa di unità per dimostrare che l’Unione va avanti anche senza Londra. L’Italia rilancia sui rimpatri chiedendo di affidarli alla nuova Guardia Costiera

BRATISLAVA – Non sarà l’aria di Bratislava a curare la «crisi esistenziale» di cui soffre l’Europa, come diagnosticato mercoledì dal Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Perché oggi il tanto atteso vertice dei 27 capi di Stato e di governo non ci regalerà svolte epocali. Ufficialmente si tratta del primo incontro senza la Gran Bretagna (anche se già a fine giugno i leader si erano visti in formato Brexit, senza Cameron), ma di Brexit si parlerà poco o niente: solo un rapido accenno all’ora di pranzo, in battello lungo il Danubio, per ribadire che fino all’attivazione dell’articolo 50 non si muoverà nulla.

L

a riunione degli sherpa di inizio settimana ha stabilito che gli obiettivi odierni sono due: recuperare la fiducia dei cittadini e avviare alcune azioni concrete per i prossimi sei mesi. Per questo servirà «un forte messaggio di unità a 27», per dimostrare che l’Ue va avanti anche senza Londra. Ma i capi di governo che vogliono cogliere questa vetrina per appendere grandi manifesti sono avvisati: «Lo slogan al tavolo sarà: meno promesse e più fatti», assicura una fonte del Consiglio.

La necessità di mostrarsi compatti ha già fatto una prima vittima: il capitolo immigrazione. In particolare per il piano di ridistribuzione dei richiedenti asilo da Grecia e Italia, il nodo che nessuno vuole sciogliere. Dopo un anno siamo fermi a quota 4.878 trasferimenti (su 160 mila previsti entro settembre 2017). Molti Stati continuano a non fare il loro dovere, rifiutando le quote. Anche l’Europarlamento ieri ha invitato i governi a darsi una mossa. L’Italia cercherà di mettere la questione sul tavolo, ma si sa già che il dossier verrà oscurato. «Se tutto va bene, affronteremo la questione a marzo», ammette una fonte diplomatica di alto livello. Renzi proverà a rilanciare sui rimpatri, chiedendo una gestione unitaria affidata alla nuova Guardia Costiera e di Frontiera. Non sarà semplice, ma qualche margine c’è, visto che il lancio della versione potenziata di Frontex è uno degli argomenti in agenda a Bratislava.

La questione immigrazione verrà infatti affrontata dal lato dei confini esterni. Si dirà che «il caos» di un anno fa è solo un ricordo e che bisogna proseguire su questa strada. Ai confini esterni è strettamente legato anche il capitolo terrorismo, che oggi occuperà buona parte della discussione: si parlerà di più controlli e maggiore collaborazione sul fronte intelligence.

Nella foto di Bratislava ci sarà infine spazio per un’intesa di massima sulla Difesa comune. «L’uscita di Londra e la minaccia russa ci offrono una grande opportunità: dobbiamo cogliere il momento storico», spiega un diplomatico. C’è grande convergenza sul tema, in grado di ricompattare l’asse Est-Ovest. E poi sarebbe l’occasione per mandare un messaggio a Londra: andiamo avanti anche senza di voi (i leader continueranno a vedersi a 27: appuntamento a Malta a inizio 2017). La condizione di base, però, è chiara: nessuna concorrenza alla Nato. Si parla di «complementarietà».

Il piano sul tavolo è quello franco-tedesco (ieri, come di consueto, c’è stato il bilaterale tra Angela Merkel e François Hollande, che parlano di «agenda chiara per rafforzare l’Unione»). Ma – spiegano a Bruxelles – non c’è alcuna incompatibilità con quello presentato da Mogherini, anzi. In ogni caso scordatevi decisioni per oggi: il capitolo Difesa sarà definito solo al Consiglio di dicembre.

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lastampa/Bratislava, la Ue divisa sui migranti cerca l’intesa sulla Difesa comune MARCO BRESOLIN – INVIATO A BRATISLAVA


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