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Italia nel mirino di Strasburgo: deve correre ai ripari per istituire nuove procedure

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Come scrive Francesco Grignetti il richiamo dell’Ue non fa piacere al governo italiano che adesso deve correre ai ripari per istituire nuove procedure, soprattutto per quanto riguarda i minorenni.

E il Viminale corre ai ripari con nuove procedure

Gentiloni: il problema non lo risolve neanche mago Merlino

ROMA – Trovarsi a fronteggiare un esodo biblico di persone che vengono dal Sud del mondo, e poi sentirsi criticare perché non si fanno abbastanza espulsioni, al ministero dell’Interno non ha fatto piacere. Un fastidio a cui Paolo Gentiloni ha dato voce ironica: «Su questa strada (degli accordi con la Libia, ndr) per quanto impervia e arrischiata, – ha detto – possiamo ottenere gli unici risultati che oggi ci consentano, non di cancellare il tema dell’immigrazione, perché non lo cancella neanche il mago Merlino, ma di regolare i flussi».

I

l Consiglio d’Europa ci imputa di non rispedire indietro abbastanza clandestini. È un tema che brucia a tutti i governi europei, e non da oggi. Le espulsioni forzate sono in effetti ben poche. «Il vero buco nero – rispondeva ieri il Capo della polizia, Franco Gabrielli in Senato – è l’identificazione: ci vuole uno Stato sovrano che riconosca che quel cittadino è un suo cittadino». Ma siccome pochi Stati in Africa e Asia collaborano, tante espulsioni non si possono fare. Negli ultimi dieci anni, per dire, soltanto il 45% degli ospiti dei Cie è stato effettivamente riportato indietro.

I minori stranieri non accompagnati sono un problema nel problema. Nel corso del 2016, sono sbarcati sulle coste dell’Italia meridionale in 25.846, ovvero il 14,2% del totale (in tutto, 181.436 migranti sbarcati). Nel 2015 erano stati 12.386 pari alla metà. «Un incremento inverosimile e inimmaginabile», spiega Domenico Manzione, sottosegretario al ministero dell’Interno.

Che l’accoglienza dei minori stranieri sia in affanno, è vero. Il Senato ha approvato alcuni giorni fa una nuova legge, ora all’esame della Camera, proprio per affinare il sistema. «Noi – dice ancora Manzione – vorremmo passare l’accoglienza dei minori a un canale dedicato dello Sprar (il sistema gestito dai Comuni in condominio con il ministero dell’Interno, ndr), ma occorre la sponda degli enti locali. Già oggi, comunque, la legge prescrive che il minore, appena identificato, sia trasferito in un centro specialistico di prima accoglienza». E se è in passato è stato riscontrato qualche caso di minore trasferito in ritardo, «è accaduto sempre per un affollamento imprevisto e risolto in corsa».

Il Consiglio d’Europa ci bacchetta infine per i deficit nel sistema d’accoglienza. Che vi siano stati scandali, ruberie, e anche corruzione lo si sa da diverse inchieste. Non ultima Mafia Capitale che ha rivelato il ruolo opaco di Luca Odevaine con chi operava a Mineo (Catania). Anche qui il Viminale sta correndo ai ripari. È notizia di ieri che il ministro Marco Minniti ha licenziato, dopo esame dell’Autorità anticorruzione, il nuovo schema di capitolato per questi appalti. Minniti si attende «uniformità delle procedure, trasparenza, economicità». Ogni appalto sarà spacchettato per quattro: servizi alla persona; assistenza sanitaria, sociale e psicologica; pasti; pulizia. Al ministero dell’Interno il potere di ispezione.

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lastampa/E il Viminale corre ai ripari con nuove procedure FRANCESCO GRIGNETTI

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