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Angela Merkel battuta dalla destra xenofoba dell’Afd

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a destra xenofoba dell’Afd batte Angela Merkel nel Meclemburgo-Pomerania, il land del suo collegio elettorale. La cancelliera paga la decisione, presa esattamente un anno fa, di aprire le frontiere della Germania ai profughi bloccati in Ungheria. La sua Cdu resta sotto il 20%, Alleanza per la Germania vola oltre il 21. I socialdemocratici restano primi ma perdono 15 punti.

Germania boom dell’ultradestra nel voto regionale, colpo alla Merkel nel suo land

Per la Cdu (19%) il peggior risultato da quando si vota in Meclemburgo dopo la caduta del Muro

Batosta per Angela Merkel nelle elezioni regionali in Meclemburgo-Pomerania dove, nella sua «patria» politica, i populisti di destra dell’Afd volano e sorpassano il suo partito cristiano-democratico Cdu facendo leva sull’opposizione alla politica migratoria della cancelliera.

Secondo i risultati definitivi provvisori nelle elezioni per il rinnovo del parlamento regionale l’Alternativa per la Germania (Afd) – alla sua prima apparizione nel Land ex Ddr – ha ottenuto il 20,8% mentre la Cdu si è fermata al 19%: si tratta del primo sorpasso che la formazione guidata da Frauke Petry compie sul partito della cancelliera, che incappa nel terzo peggior risultato di sempre (la tv pubblica pubblica Ard ha fatto presente che per trovare cifre così basse bisogna risalire ad un’elezione in Assia nel 1950 e ad un’altra del ’94). Pur in flessione il partito socialdemocratico della Spd si è confermato prima forza a Schwerin con il 30,6%.

Petry, la quarantenne leader dell’Alternative fuer Deutschland che quest’anno ha già ottenuto successi in tre elezioni regionali e ora è rappresentata in nove dei 16 parlamenti dei Laender, ha esultato per il «tonfo» di Merkel «nel suo collegio elettorale del Meclemburgo», causato dalla «sua catastrofica politica sull’immigrazione».

Il riferimento è alla decisione presa esattamente un anno fa dalla cancelliera di aprire temporaneamente le frontiere tedesche per disinnescare la crisi dei profughi bloccati in Ungheria e la «possibilità» che a suo avviso i flussi migratori offrono per la Germania. Un politica che nei fatti sta già cambiando. «Mi auguro che il coraggio dimostrato un anno fa da Angela Merkel nella crisi dei migranti resista nonostante questi segnali elettorali, che non portino la Cdu su posizioni negative» in vista delle elezioni politiche del settembre dell’anno prossimo, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Tutti i partiti sono stati bocciati perché «per troppo tempo non hanno ascoltato gli elettori», ha arringato ancora Petry riferendosi alle perdite che avrebbero avuto anche il partito di sinistra Linke (-5,5 punti a 12,9%) e i verdi (-3,8 punti a 4,9%). Il test elettorale, il primo di cinque che si svolgeranno in vista delle elezioni politiche, numericamente è poco rilevante: il Meclemburgo è il terzo meno popolato dei 16 Laender tedeschi e gli elettori erano solo 1,33 milioni. Ma come ha notato il sito del quotidiano popolare Bild, se nelle elezioni per il parlamento della città-regione Berlino fra due settimane la Cdu farà di nuovo «fiasco», sicuramente «cresceranno le inquietudini interne» al partito.

Il sito dell’autorevole quotidiano Sueddeutsche Zeitung vede in queste elezioni un «massacro con la sega elettrica» che ha tagliato i consensi di tutti i partiti, tranne che l’Afd. Il partito populista ha drenato consensi anche dai neonazisti della Ndp che (con un 3,3%, in flessione di 3,0 punti) fallirebbero un ritorno nel parlamento regionale.

Con la cancelliera in Cina per il G20, il segretario generale della Cdu, Peter Tauber, ha attribuito la sconfitta «alla diffusa rabbia e protesta nella popolazione» e ha a che fare «chiaramente con la discussione sui profughi». Anche il leader della Spd e vice cancelliere Sigmar Gabriel ha spiegato il risultato alla stessa maniera e ha esortato indirettamente i partner di governo Cdu della grande coalizione a «realizzare le condizioni per l’integrazione» dei migranti per evitare che i tedeschi «si sentano marginalizzati». A livello politico Spd e Cdu hanno ancora i numeri, seppur risicati, per proseguire la grande coalizione formata in Meclemburgo dieci anni fa preconizzando quella al governo dal 2013 a Berlino.

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