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Rischi e conseguenze del nuovo problema della Raggi per il M5S

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arcello Sorgi nel suo editoriale analizza i rischi e le conseguenze che il nuovo problema della Raggi possono avere nelle prossime scelte dei Cinque Stelle. Ieri, intanto, l’Aula di Palazzo Madama ha approvato la mozione di maggioranza sulla Consip, primo firmatario Luigi Zanda, con 185 voti favorevoli, 76 contrari e 5 astenuti.

Rischio slavina sui 5Stelle

Sarà il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e falso, dato ormai per scontato dopo la conclusione delle indagini, a liberare Virginia Raggi dalla croce di sindaca della Capitale? Per un caso del destino l’annuncio della magistratura è caduto a un anno esatto dalla clamorosa vittoria stellata e dall’inizio del calvario della sindaca. In sintesi: sei assessori sostituiti (quello del bilancio tre volte) più il vicesindaco, più il capo di gabinetto, più il ragioniere generale (questi ultimi non rimpiazzati), più il capo di gabinetto, finito in carcere per la stessa storia che porterà la Raggi davanti al tribunale.

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Questione di giorni, forse di ore, e Grillo e Casaleggio junior dovranno decidere se modificare nuovamente il codice dei 5 Stelle, che prevedeva che un inquisito dovesse dimettersi già solo di fronte a un avviso di garanzia, ed è stato cambiato per consentire alla Raggi di restare in carica. Ma cosa possono fare i due capi M5S, spostare ancora in avanti il limite della sopravvivenza? E fin dove? Fino alla sentenza di primo grado, o una volta che ci sono alla Cassazione? Per un movimento che ha fatto del giustizialismo e dello slogan «Onestà!» il suo motivo di esistere, è difficile riscoprire il garantismo a favore dei propri esponenti.

Ci sono anche ragioni politiche che potrebbero consigliare di far fare un passo indietro alla prima cittadina: il fallimento di Roma e il precipizio in cui è scivolata anche a Torino l’esperienza della Appendino, insieme alla moltiplicazione delle risse e degli appetiti locali, hanno fatto sì che a un anno dall’incredibile vittoria dell’anno scorso, i 5 Stelle al primo turno delle amministrative dell’11 giugno siano andati male, calando in percentuale e restando esclusi dal secondo turno quasi dappertutto. I guai delle due sindache rischiano di trasformarsi in una campagna elettorale al contrario, fatta di autogol, di qui alle regionali siciliane considerate occasione di rivincita, e alle prossime elezioni politiche. La terribile profezia di Paola Taverna, nemica giurata della Raggi («Quella lì ci distrugge a livello nazionale!») rischia di avverarsi: in un recente sondaggio la sindaca eletta con quasi il settanta per cento dei voti ha avuto esattamente la stessa percentuale di cittadini contrari.

Anche se poi, a onor del vero, non c’è all’interno della stessa larga fetta maggioritaria di opinione pubblica chi si auguri un ritorno in Campidoglio del centrosinistra e del centrodestra che Raggi ha spodestato. E che nel frattempo non hanno fatto nulla, o quasi nulla, per rinnovarsi.

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