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a svolta nella notte è stata la conquista della Florida e Hillary Clinton lo ha chiamato per concedere la sconfitta. E’ la prima volta nella Storia americana che un candidato che non ha mai ricoperto cariche pubbliche o militari arriva alla Casa Bianca. Parlando a New York davanti ai sostenitori in festa, Trump ha reso omaggio a Hillary: “Ha fatto molto per il nostro Paese”. E poi ha aggiunto: “Ora l’America deve unirsi, sarò il presidente di tutti gli americani”.
Trump, un uragano di rabbia e scontento
Il popolo della rivolta conquista l’America ed elegge Donald J. Trump alla Casa Bianca, scuotendo il mondo. In appena 11 mesi il ceto medio bianco flagellato da crisi economica e diseguaglianze sociali ha trovato nel tycoon di New York il paladino che prima si è impossessato del partito repubblicano e ora ha sconfitto i democratici di Hillary Clinton, umiliato l’establishment di Washington, smentito ogni previsione e sorpreso il Pianeta.
È un uragano di scontento che viene dalla pancia della nazione-continente ed ha le sue roccaforti negli Stati del MidWest che Barack Obama aveva conquistato ma ora cambiano colore. Perché milioni di famiglie impoverite, senza speranza di prosperità e felicità, hanno deciso di espellere da Washington le dinastie che l’hanno governata negli ultimi 30 anni: i Bush e i Clinton.
La vittoria di Trump conferma la vitalità della democrazia americana, capace di trasformarsi in continuazione, ma proietta dentro e fuori i confini degli Stati Uniti un diluvio di incertezze legate all’imprevedibilità del vincitore. Toccherà a Trump spiegare cosa vuole fare. Nel frattempo il resto del mondo deve digerire quanto è avvenuto nella notte appena trascorsa: il popolo della rivolta bussa alle nostre porte.
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