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Castellammare di Stabia

Alla manovra mancano 5 miliardi

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Bruxelles accoglie le richieste italiane sulle spese per migranti e terremoto, però riprende l’Italia sulla manovra: «Mancano 5 miliardi di euro». La Commissione Ue ha un approccio in chiaroscuro al nostro Paese e Renzi continua ad attaccarla, convinto che gli possa servire per vincere il referendum. Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel, irritata per lo stato del rapporti con il premier, si prepara a sfidarlo sui migranti.

“Manovra, buco da cinque miliardi”

L’Ue: via libera a terremoto e migranti. Juncker: “Basta austerità, ora la crescita”. Berlino nel mirino per il surplus commerciale

BRUXELLES – Bruxelles ha accolto tutte le richieste italiane sulle spese «eccezionali» per migranti e terremoto. E questo, va detto, è certamente un successo per il governo. Ma nonostante ciò, la manovra rimane a «rischio di non conformità» rispetto ai parametri del Patto di Stabilità. Secondo le pagelle stilate ieri dalla Commissione, la deviazione dagli obiettivi di medio termine – in particolare relativi al deficit strutturale – è «significativa», pari a uno 0,3% del Pil. Poco più di 5 miliardi. Senza una correzione, l’Italia rischia una procedura. Se ne ridiscuterà all’inizio del 2017: non si può certo parlare di promozione, ma per il referendum del 4 dicembre i conti sono salvi. Idem per quanto riguarda l’altro capitolo, quello relativo al debito eccessivo. «Italia e Belgio non rispettano la regola del debito – ha detto senza giri di parole il commissario all’Euro, Valdis Dombrovskis -, la Commissione presenterà un rapporto al più presto». L’ex premier lettone vorrebbe accelerare i tempi e stilare il report nel giro di un mese. Anche in questo caso incombe lo spettro di una procedura.

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a sugli sviluppi del caso Italia peserà anche l’orientamento che uscirà dalla prossima riunione dell’Eurogruppo (il 5 dicembre, all’indomani del referendum). I ministri economici e finanziari della zona euro discuteranno della «svolta» annunciata ieri dalla Commissione. L’esecutivo guidato da Jean-Claude Juncker ha infatti pubblicato una comunicazione che annuncia la necessità di una «politica espansiva» orientata alla crescita e che di fatto mette nel cassetto l’austerità. Uno spiraglio in più per l’Italia. Per la prima volta, la Commissione fissa un obiettivo di crescita: +0,5% per il Pil l’Eurozona nel 2017, qualcosa come 50 miliardi di euro. Stati come la Germania, che ha ampi margini di bilancio, saranno chiamati a utilizzarli «per sostenere la domanda interna e gli investimenti». Infatti l’Ue avvierà un monitoraggio su Berlino per «l’eccessivo» surplus commerciale.

Tornando alle spese eccezionali dell’Italia per il 2017, Bruxelles è venuta incontro alle richieste riconoscendo la quasi totalità di quelle sostenute per la gestione dei migranti (la differenza è solo di uno 0,01% del Pil). Decisive, in questo senso, le conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre in cui si riconosceva il «significativo contributo» italiano. Ma la vera apertura riguarda le spese per il terremoto: grazie a «un approccio più ampio» della Commissione, possono essere scontate dai vincoli del Patto non solo quelle sostenute una tantum per l’emergenza, ma anche quelle per la prevenzione «lungo termine». L’Italia voleva uno sconto dello 0,18% del Pil ed è stata accontentata.

Nonostante questo, resta il rischio di non conformità. Bruxelles aveva chiesto un miglioramento del deficit strutturale dello 0,6%. La manovra prevede invece un peggioramento dello 0,5%. Anche al netto delle spese eccezionali (0,3%), resta un divario pari allo 0,8% del Pil. Tolto il margine di tolleranza dello 0,5%, al bilancio italiano manca ancora uno 0,3% per essere «sostanzialmente conforme», ossia 5 miliardi. L’Italia non è l’unico Paese «a rischio non conformità»: ci sono anche Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia e Finlandia, oltre a Spagna e Portogallo, già sotto procedura. La Francia riesce invece a entrare nel gruppo dei Paesi con bilancio «sostanzialmente conforme», in cui figurano Irlanda, Lettonia, Malta e Austria. Piena conformità per i bilanci di Germania, Estonia, Lussemburgo, Slovacchia e Olanda.

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