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Primo Maggio, concerto a Roma tra musica, impegno e sicurezza. I leader di Cgil, Cisl e Uil a Portella della Ginestra

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PRIMO MAGGIO – Sul palco Hunt, Gabbani, Moro, Meta. Guidano Raznovich- Clementino. A 70 anni dall’eccidio. Il messaggio: esigenza di lavoro per il riscatto dalla povertà

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usica, tanta e che strizza l’occhio al mercato di oggi, ma anche l’impegno, quello che da sempre caratterizza il Concertone del Primo Maggio a Roma, in piazza San Giovanni, promosso come da tradizione dai sindacati e che quest’anno ha come titolo: “Il lavoro: le nostre radici, il nostro futuro”. Ricco, come ogni anno, il cast, che più del solito ha puntato sui giovani, pescando molto anche dall’ultimo festival di Sanremo. Ci sarà il vincitore Francesco Gabbani, ma anche Fabrizio Moro, Ermal Meta, Samuel. Rocco Hunt torna per presentare in anteprima il suo nuovo singolo Kevvuò. In scaletta anche alcuni dei protagonisti della scena live, da Brunori sas a Lo Stato Sociale, passando per Le luci della centrale elettrica, Ex-Otago, Sfera Ebbasta.

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In un evento, volutamente svecchiato dagli organizzatori (iCompany e Ruvido Produzioni) e decisamente poco revival rispetto al passato, la vecchia guardia è rappresentata da Edoardo Bennato e da Teresa De Sio. Ospiti internazionali gli Editors. E ancora Planet Funk, Public Service Broadcasting, Bombino, Levante, Motta, La Rua, Ara Malikian, Marina Rei + Benevegnù, Mimmo Cavallaro, Aprés la Classe, Maldestro, Artù, Braschi, Geometra Mangoni, Ladri di carrozzelle, Orchestra popolare del saltarello, Giovanni Guidi. Le misure di sicurezza, contro l’allerta terrorismo, ci saranno (già l’anno scorso si sperimentarono un’area di sicurezza transennata e varchi con metal detector), ma non scoraggeranno le migliaia di giovani che riempiranno la piazza, dove nel ruolo di padroni di casa troveranno l’inedita (e strana) coppia Camila Raznovich, alla sua seconda esperienza al Primo Maggio (“la prima volta mi salvò l’incoscienza, stavolta sono più consapevole”), e Clementino, il rapper dall’energia e dall’entusiasmo incontenibili.

“La piazza se ne deve cadere”, ha detto in napoletano il cantante, ricordando come nel ’99 fosse tra il pubblico, nel 2014 tra gli ospiti e ora sul palco a condurre senza troppi timori, forte di una esperienza decennale come animatore ei villaggi turistici. “L’anno prossimo diventerò direttore di Rai3”, ha scherzato. Daria Bignardi, direttore della rete che dal 1999 trasmette l’evento in diretta, non si è scomposta e ha spiegato: “Quello di piazza San Giovanni è un concerto che parla alle persone e delle persone, con storie sul lavoro e di vita”.

A raccontarsi, tra una canzone e l’altra, ci saranno Abdul, avvocato milanese arrivato dal Senegal con un padre che vendeva accendini; Franco, vigile del fuoco intervenuto ad Amatrice dopo il terremoto; Massimiliano, disabile che ha trovato lavoro dopo 21 anni; Marilena che raccoglie fragole a Caserta e ha aiutato a uscire dal lavoro nero molte donne immigrate; Sigh che raccoglie meloni a Mantova. A parlare delle difficoltà delle giovani coppie a inserirsi nel mondo del lavoro ci saranno anche Isabella Ragonese e Francesco Montanari, protagonisti del film Sole Cuore Amore (in sala dal 4 maggio). Interverrà anche Gad Lerner. Ognuno di loro darà lo spunto per cercare di capire cosa è oggi il lavoro, come hanno tenuto a sottolineare Cgil, Cisl e Uil. La lunga maratona, al via dalle 15 fino a mezzanotte, sarà trasmessa in diretta da Rai3, con Radio2, tra le voci ufficiali del’evento.

I leader di Cgil, Cisl e Uil a Portella della Ginestra

Il Primo Maggio dei sindacati nazionali con i segretari generali di Cgil, CIsl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo sarà celebrato a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, a 70 anni dall’eccidio avvenuto nella località siciliana. L’esigenza di lavoro per il riscatto dalla povertà, è il messaggio che viene dai sindacati con la scelta di celebrare la Festa dei lavoratori proprio a Portella, vale oggi come allora, soprattutto in una terra dove i livelli di disoccupazione sono un’emergenza.

Oggi l’urgenza non è come nel 1947 la richiesta dei braccianti di riforma del latifondo, con i latifondisti pronti ad avvicinarsi alla mafia per difendere lo status quo. Ma per i confederali l’allarme è quello di una imprenditoria rivolta allo sfruttamento e alla precarizzazione del lavoro, a volte con gli stessi interessi della criminalità, in un legame tra lavoro, mafia ed elite dominanti che ancora si ripropone dopo 70 anni. L’appuntamento di domani nella località siciliana vuole essere insomma un modo per rimettere il lavoro al centro, dell’economia e dell’attenzione della politica, con un richiamo alla lotta contro i soprusi, le disuguaglianze, un richiamo per la giustizia sociale.

“La parola d’ordine di questo Primo Maggio è lavoro. Lavoro come necessità, lavoro che manca, lavoro di qualità, lavoro come risposta ai giovani, che altrimenti sono costretti a fare le valigie”, ha ricordato solo ieri Camusso. “Portella della Ginestra fu una strage contro il movimento contadino, e fu la reazione di un blocco sociale che non voleva la distribuzione delle terre e la riforma agraria. Quindi non solo un tema di schieramenti politici, ma un grande tema economico di quale era la prospettiva dello sviluppo della Sicilia e delle sue possibilità. Se non si legge nella chiave degli interessi che si muovono e si coalizzano rispetto alla collusione, o utilizzazione della mafia, e della criminalità organizzata, si rischia di parlare molto, ma concretamente non cambiare nulla”.

“Bisogna continuare a lottare per affermare i valori della legalità sempre, contro tutte le mafie e contro tutti i soprusi – ha affermato Barbagallo -. In questo senso, anche il mondo del lavoro ha rappresentato un argine alle ingiustizie sociali, ma il lavoro oggi non è giustamente e adeguatamente valorizzato. Il lavoro oggi non è giustamente e adeguatamente valorizzato. Il lavoro è l’architrave su cui è fondata la nostra Costituzione e in cui affondano le nostre radici. Dobbiamo recuperare il senso profondo di quel valore per puntare allo sviluppo di tutto il Paese. Perché questa speranza si trasformi in realtà, occorre cominciare dal nostro Mezzogiorno”. “Il lavoro è il dna dei valori di una comunità e della persona, perché racchiude in sé anche i concetti di solidarietà, giustizia, eguaglianza e crescita di un Paese – ha dichiarato Furlan all’Avvenire -. Certo, l’emergenza di maggiore attualità oggi è proprio il lavoro: la sua mancanza, il lavoro che si perde, che si ha paura di perdere o che non si trova. Al centro del Paese occorre rimettere crescita, sviluppo e ‘buon lavoro’ “.

La commemorazione inizierà a Piana degli Albanesi alle 8.30 con la deposizione di una corona di fiori al cimitero in memoria dei caduti, alla presenza delle autorità civili e religiose. Il corteo partirà quindi alle 9.30 dalla Casa del Popolo, lungo il corso principale di Piana degli Albanesi, via Giorgio Kastriota, per sfilare nelle strade della cittadina siciliana e dirigersi quindi a Portella della Ginestra al Memoriale dell’eccidio, dove si terranno gli interventi dei tre segretari, dopo gli interventi di tre lavoratori, la lettura dei nomi delle vittime e un breve intervento del superstite Serafino Petta.

/ansa

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