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Morire per una dose di Mdma: perché i ragazzi mettono a repentaglio la propria vita? Perché gli amici non intervengono?

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Ennesima adolescente vittima delle droghe low cost: ieri notte a Genova ha perso la vita una ragazza dopo aver assunto una dose di Mdma mentre trascorreva il venerdì sera insieme ad un gruppetto di amici. Una volta usciti da casa per continuare la serata, ha avuto un arresto cardiaco che non le ha lasciato scampo.

b>Una ragazza di 15 anni è morta all’ospedale Galliera di Genova dopo aver assunto una dose di metanfetamina

La giovane, A. D., italiana e residente a Chiavari, in provincia di Genova, aveva passato la serata di venerdì con alcuni amici, due maggiorenni tra cui il fidanzato e un’altra minorenne in un appartamento del quartiere di San Martino. I due maggiorenni sono stati arrestati con l’accusa di aver ceduto la dose di Mdma, nota come ‘droga dello sballo’, alla 15enne e sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Dopo aver assunto la sostanza, i quattro erano usciti di casa per raggiungere il centro di Genova ma all’altezza di via San Vincenzo la 15enne ha avuto un malore. Sul posto i soccorsi, allertati dagli amici: 118 e polizia. La ragazza è stata portata all’ospedale dov’è arrivata già in coma ed è morta per un arresto cardiaco attorno alle 3 di notte, 40 minuti dopo il ricovero, nonostante i tentativi di rianimarla.

“Verosimilmente si è trattato di Mdma, le analisi chimiche arriveranno nelle prossime ore. Si tratta di sostanze pericolosissime che agiscono come delle bombe sul corpo umano”, ha detto all’Adnkronos Marco Calì, il capo della squadra mobile di Genova, che coordina le indagini sulla morte della 15enne.

La tragedia nel capoluogo ligure, dove la giovanissima stava passando la serata insieme ad alcuni amici. Due di loro, il fidanzato di lei ed un amico, entrambi 18enni, sono stati arrestati per aver ceduto lo stupefacente. “Quello delle droghe sintetiche è sempre stato un problema aggravato dal fatto che spesso vengono usate mescolate ad altre sostanze –  continua Calì – sono pericolosissime e vanno ad intaccare direttamente i centri nervosi. Questa tragedia dovrebbe essere da monito”.

L’attività investigativa condotta dagli uomini della Squadra mobile ha consentito di accertare che, durante la serata, il gruppo aveva assunto la sostanza del tipo Mdma e di individuare il fornitore dello stupefacente, un italiano minorenne presso la cui abitazione, in provincia di Genova, sono stati trovati un bilancino di precisione e denaro contante in un quantitativo sospetto. Il minorenne è stato denunciato in stato di libertà. Del caso è stata informata la Procura della Repubblica e la procura dei minori.

Perché i ragazzi mettono a repentaglio la propria vita?

Adolescenti che abusano di alcol e droghe, non è una novità. Non è il problema del  momento ma una consuetudine di una fase caratterizzata dall’andare oltre i limiti e dall’infrangere le regole. Gli adolescenti non smettono mai di trovare nuove mode, tendenze e condizioni che possano ricreare quello “sballo”, quella sensazione di alienazione che li estranea da ciò che vivono quotidianamente, che non li fa pensare ai problemi quotidiani: si tratta di una ricerca di evasione da se stessi e dal loro star male. Sono ragazzi che hanno in mano uno smartphone e nell’altra dei vuoti importanti: tanta solitudine, tante paure, preoccupazioni che devono gestirsi da soli.

Cosa è cambiato allora? Perché muoiono così di frequente? Sono cambiate le sostanze che prendono, tendono a fare mix di tutto quello che trovano pur di raggiungere lo sballo prima, per sperimentare più sensazioni contemporaneamente, perdere la coscienza e omologarsi alla massa. “Lo fanno anche gli altri”, “non succederà niente”, “siamo forti e non ci ferma nessuno”.

Una profonda ignoranza degli effetti delle droghe. Non sanno che oggi in mezzo a quelle sostanze chimiche c’è di tutto, ci sono sostanze che bruciano le cellule neuronali, che creano una condizione di stress profondo che mettono a dura prova l’organismo. I giovani di oggi assumono sostanze senza sapere cosa stanno prendendo, “ho letto su internet che non fa male e che non dà dipendenza” mi disse un giorno una ragazza. Ma dove lo hai letto? Chi te lo ha detto? Come puoi rischiare la vita perché lo hai letto su internet? Questo è il problema! La totale inconsapevolezza di ciò che fanno in termini di esiti psicopatologici. Se va bene una volta poi, non significa che vada bene sempre, non si può sapere come può rispondere il corpo o se magari ci sono problemi organici che non si conoscono neanche, come è capitato in altri casi in cui hanno perso la vita altri giovani.

Infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza il 55% degli adolescenti beve alcolici, il 31% fuma le canne, il 17%  fuma erba o marijuana, il 4% fa uso di cocaina e il 3% di pastiglie e droghe sintetiche. Il 24% degli adolescenti italiani fa un mix di più bevande alcoliche nell’arco della stessa sera e beve ingenti quantità di alcol con l’intento di ubriacarsi, mentre il 28% fa anche i mix tra le sostanze energizzanti che attivano il sistema nervoso e l’alcol per mantenere più a lungo l’euforia e non sentire la fatica.

Il problema del limite
Il problema oggi è che si portano sempre più al limite, si imbottiscono di ogni forma di droga senza neanche conoscerne la provenienza e senza capire che possono lasciarci la pelle. Ed è così che si uccidono piano piano in preda al loro disagio e alla ricerca di se stessi.

Fanno mix, alcol, droghe, psicofarmaci, a volte prima si sballano, si attivano, si eccitano e poi per dormire prendono i calmanti o si fumano una canna per rilassarsi. Si tratta di veri e propri  mix che provano letteralmente l’organismo e il sistema nervoso centrale. È cambiato il senso del limite, non c’è più neanche un briciolo di responsabilità e di senso logico delle cose. Il senso della vita e della morte si è modificato e anche il senso dello stare insieme. Lo sballo non e più condivisone, è esagerazione, a chi va oltre e dimostra di essere come o più degli altri.

Gli amici? Sono adolescenti con i medesimi problemi

Perché gli amici non intervengono? Perché non si rendono conto della gravità della situazione?. È vero che la responsabilità è individuale, è vero però che si tratta di ragazzi piccoli e nel gruppo ci sono anche spesso ragazzi più grandi o più logici che potrebbero mettere un freno, ma che dire, è cambiato anche il senso dell’amicizia, il senso del rispetto e dei valori, dove si voleva veramente  all’altro.

Ci si domanda dove sia arrivata l’asticella del limite. La risposta è semplice, il limite stesso del rischio rappresenta esso stesso un confine, solo che a volte è troppo oltre e ci lasciano le penne.

Sono allo sballo, non hanno poi direzione e riferimenti, cercano la propria dimensione e identità, nonché il proprio ruolo nel gruppo. Sembra un paradosso ma con queste condotte che mettono a repentaglio la vita, con il rischio della morte, ci si sente vivi.

I  genitori dove sono in tutto questo?

I genitori sono i grandi assenti, troppo impegnati, troppo concentrati sulla scuola e su tutto ciò che ruota intorno al rendimento scolastico. In casa si discute eccessivamente e non si dialoga più, gli adulti non conoscono i figli, le mode adolescenziali, non sanno chi sono veramente e ciò che realmente fanno. Non ci si deve basare unicamente sul comportamento che hanno in casa o su ciò che dicono, si deve andare oltre e  capire quando si può chiudere un occhio e quando no.

Non parliamo di una ubriacatura o di un momento di omologazione sociale, parliamo di quelle condizioni per cui vanno oltre, in cui rischiano l’intossicazione, il coma e come in questo caso la morte

redazione vivicentro / agi / adnkronos

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