Accadde il 29 maggio 2016 nel quartiere Magliana di Roma.
E
’ stato condannato all’ergastolo Vincenzo Paduano, l’uomo che il 29 maggio dello scorso anno a Roma strangolò e diede alle fiamme la sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio nei pressi del quartiere Magliana. La sentenza è stata emessa, a conclusione del processo tenutosi con il rito abbreviato, dal gup Gaspare Sturzo.
Vincenzo Paduano, l’ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, la studentessa uccisa e data alle fiamme il 29 maggio dello scorso anno in via della Magliana a Roma, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della ragazza. La sentenza è arrivata nel pomeriggio. La procura aveva chiesto l’ergastolo con obbligo di isolamento diurno.
“Si tratta di una sentenza giusta e morale. Un primo gradino importante. Ho vissuto in apnea per circa un anno adesso una boccata d’aria fresca ma tornerò subito in apnea perché Sara non me la ridarà nessuno”. Così Concetta, la mamma di Sara Di Pietrantonio, commenta la condanna all’ergastolo di Vincenzo Paduano.
“E’ stata fatta giustizia. Un primo punto è andato a segno, finalmente dopo questi 11 mesi in cui non riuscivo a respirare, una boccata di ossigeno perché è stata fatta giustizia per il momento: sappiamo che non sarà finita, ci sarà l’appello, la Cassazione ma è importante partire con questo punto”, ha detto la mamma di Sara.
“Secondo me, non si è mai pentito“, ha continuato la mamma della giovane a ‘Skytg24’ riferendosi all’ex della figlia che, secondo la donna, è stato semplicemente “costretto ad ammettere quello che era inopinabile”. Durante l’udienza, “lui non ha mai alzato lo sguardo – ha proseguito – io ho tentato di guardarlo negli occhi, ma non c’è stato verso”.
IL DELITTO – Dopo aver tentato di aggrapparsi a vari alibi, Paduano confessò l’omicidio dopo un interrogatorio durato 8 ore. Tra i due c’era stata una relazione durata due anni, nel corso della quale Sara aveva già lasciato il suo ex altre volte, almeno tre, fino alla decisione definitiva. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la ragazza era apparsa preoccupata nell’ultima settimana prima del delitto per la morbosità del giovane, tanto da averne parlato anche ad alcuni amici.
La sera dell’omicidio Paduano, che faceva la guardia giurata in una portineria poco distante dal luogo del delitto, si era appostato con l’auto sotto casa del nuovo ragazzo della 22enne. Una volta che Sara l’aveva accompagnato a casa, aveva atteso il rientro a casa del giovane e conoscendo la strada che avrebbe fatto la ragazza si era allontanato. Quando lei era passata con la sua auto l’aveva inseguita per poi accostare e costringerla a fermarsi.
Secondo la ricostruzione, Paduano è entrato nell’auto di Sara e tra i due ci sarebbe stata un’animata discussione. A un certo punto il giovane ha cosparso l’auto con l’alcol. La 22enne è scesa, sconvolta, per cercare aiuto, ma invano. Dopo aver dato fuoco alla macchina, Paduano ha raggiunto Sara e l’ha strangolata. Poi, per disfarsi del corpo, le ha dato fuoco con un accendino. Dopo il delitto, Paduano è tornato al lavoro all’Eur. Oggi, a quasi un anno dall’efferato delitto, è arrivata la sentenza.
“Si tratta di una sentenza giusta e morale. Un primo gradino importante. Ho vissuto in apnea per circa un anno adesso una boccata d’aria fresca ma tornerò subito in apnea perché Sara non me la ridarà nessuno”. Così Concetta, la mamma di Sara Di Pietrantonio, commenta la condanna all’ergastolo di Vincenzo Paduano.
vivicentro.it/cronaca
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