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Accumoli : distrutta una famiglia! Schiacciati in casa dal campanile

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d Accumoli un’intera famiglia è morta nel sonno: una giovane coppia e due piccoli bimbi, Stefano e Riccardo – rispettivamente 7 anni e 8 mesi – sono rimasti intrappolati nella loro casa, schiacciata dal campanile della chiesa adiacente crollato sul tetto.

Accumoli, la famiglia distrutta dal campanile appena restaurato PAOLO FESTUCCIA*

Una giovane coppia muore nel sonno con i due figli. Il tetto della casa sfondato dalle macerie della chiesa

Alle 3.36 erano tutti al centro in paese. Anziani e bambini, nonne e cugini. Poi la conta e il terrore. All’appello mancavano in tanti. E lungo la curva tra chiesa e caserma nessun segnale di Andrea e Graziella.

Tutti lì, dentro la casa squarciata dal sisma: un’intera famiglia, una giovane coppia e due piccoli bimbi: Stefano e Riccardo, rispettivamente 7 anni e 8 mesi. Intrappolati dentro un palazzo sfondato dal peso del campanile della chiesa adiacente crollato sul tetto. Un campanile restaurato con i fondi del terremoto aquilano e che conficcandosi nell’abitazione ha ucciso un’intera famiglia trascinando via la loro casa e ogni speranza di vita. Speranze giudicate flebili sin dai primi momenti, ma alle quali un intero paese ha provato a legarsi. «Dobbiamo crederci…». E del resto, «loro dormivano in quell’altra stanza», indicavano da fuori i parenti ai primi interventi della protezione civile.

Gli uomini dei soccorsi forzano l’ingresso, provano a superare le scale bloccate dai crolli. Sentono lamenti, ma alla fine devono arrendersi: «Impossibile, non si riesce proprio ad entrare». Due agenti della polizia, Candido Vallocchia e Enrico Marchioni, scavano a mani nude, poi più tardi ritentano i vigili del fuoco. Ma il risultato non cambia. Nel frattempo sono passate oltre quattro ore quando arriva la prima pala meccanica. Si prova ad aprire il fianco della casa nella parte inferiore. Dall’interno nessun lamento, nessuna richiesta d’aiuto. Nella casa c’è un’intera famiglia, papà Andrea di 35 anni e mamma Graziella di 32. Sono accumulesi doc. Andrea lavora, la moglie si occupa dei figli: una vera passione.

Una «famiglia perfetta», e «lui un giovane straordinario, gran lavoratore», commenta chi da ore davanti a quella casa spera in un finale diverso. «Colpa del campanile – assicura una donna in fondo alla via di fronte al belvedere -. Se non ci fosse stato quel campanile…». E ancora: «Ma come è possibile che sia crollato dopo essere stato restaurato». Certo è, però, dice Antonio, quasi novanta primavere suonate e lacrime al volto, «Na botta cocì no a so se sentita mai».

Eppure la serata era filata via liscia. Fino a dopo «mezzanotte con Andrea abbiamo giocato a carte in piazza. Chi lo avrebbe mai immaginato. Questa botta non ci voleva. Abbiamo perduto tutto. Una tragedia, recentemente sua moglie aveva perduto anche il fratello in un incidente stradale. Un grande dolore per tutta la famiglia».

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Un momento complicato per la perdita di un affetto tanto caro, insomma, difficile ma come tante volte lo è la vita. Ma la loro ultima serata, quella tra martedì e mercoledì, come molte altre in queste sere di agosto appena passate era filata via liscia nella piccola piazza di San Francesco. Il bimbo più piccolo (Riccardo) al letto presto, e Stefano il grande deluso per le sorti della Roma. Anche lui come tanti altri bambini sognava i grandi del calcio, le vittorie della Roma, «Totti e gli altri compagni», racconta una parente scesa in strada senza scarpe nella notte più drammatica e difficile per Accumoli. Andrea era socievole, suonava nella banda, era un pezzo di gioventù e di vita per Accumoli all’interno di un sistema sociale dove i più giovani cercano di andare, cambiare, uscire da quel piccolo mondo montano che solo in estate prova a diventare città. Andrea era autentico, come «l’intera famiglia. Mai avrebbero lasciato Accumoli».

Poi le due terribili scosse. Ma è stata la prima «che li ha portati via», commenta uno degli operatori cinofili che con il suo labrador ha fiutato i cadaveri. «Loro due erano nel letto con il bimbo più piccolo in un lettino accanto. Sono stati uccisi nel sonno, quasi senza rendersene conto».

Fuori dal palazzo sventrato si vede appesa poco dopo la porta una foto incorniciata con la coppia abbracciata. Insieme, felici e sorridenti. Così come lo erano del resto – ascoltando i racconti – nella loro vita. Mai uno screzio, un problema uscito dalle mura domestiche. Affiatati e legati dalla passione per i figli. Riccardo, il più piccolo, pare fosse ancora vivo quando sono arrivati intorno alle quattro e mezzo del mattino i primi soccorritori. Poi, però, raccontano, lo sciame sismico che si è protratto nei momenti successivi «lo ha portato via irrimediabilmente». Riccardo è stato anche il primo della famiglia che i soccorritori hanno condotto fuori dall’interno della casa. Quando il bimbo esce avvolto in una coperta di colore verde tra le braccia di un vigile del fuoco nessuno riesce a trattenere le lacrime. Anche tra coloro che lo hanno tirato via da quelle macerie. C’è un misto di dolore, rassegnazione, ma anche di rabbia. Rabbia per una giovane famiglia che non ce l’ha fatta sin dal momento della prima grande scossa ad accorrere al centro della piazza come gli altri accumulesi. Che sia il destino, la vita o peggio ancora quel campanile appena ristrutturato della chiesa accanto che non ha retto alle scosse, di certo Accumoli da domani è ancora più sola.

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