Israele-Hamas, premier Qatar: “Mediazione fino a cessate il fuoco”

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(Adnkronos) –
''Continua la mediazione'' messa in atta dal Qatar tra Israele e Hamas e andrà avanti ''fino al raggiungimento di un cessate il fuoco'' permanente. Lo ha dichiarato il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, durante una conferenza stampa congiunta con Jassim Mohammed Al Budawi, Segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), in occasione del vertice di Doha. "Il Qatar continua a compiere sforzi per ripristinare la tregua, rilasciare ostaggi e scambiare prigionieri", ha detto lo sceicco al-Thani ai giornalisti. "E' necessario avviare un processo diplomatico che porti a una pace giusta e duratura per i palestinesi sulla base di una soluzione a due Stati basata sui confini del 1967'' dichiara il primo ministro del Qatar. ''Il nostro obiettivo prioritario è quello di fermare la guerra a Gaza'', ha spiegato al-Thani, aggiungendo che si sta lavorando ''in continuo coordinamento con i nostri partner'' per ''fornire aiuti a Gaza in modo più agevole''. Perché, ha sottolineato, ''è inaccettabile utilizzare gli aiuti per cercare di mettere in ginocchio il popolo palestinese di Gaza''.  Presidente di turno del Ccg, il Qatar vuole discutere degli "ultimi sviluppi regionali e internazionali", con un focus particolare sulla ripresa delle ostilità a Gaza, dopo la fine della tregua venerdì scorso, fa sapere il segretario generale del Ccg, Yassim Mohamed Al Budaiwi. A Doha, anche dopo la partenza dei capi del Mossad richiamati dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, i negoziati proseguono "sottotraccia, ma ad un altissimo livello" sottolineano le fonti, secondo cui il Qatar, dopo la prima fase del rilascio degli ostaggi, "ha alzato ulteriormente l'asticella, per cercare di andare verso una soluzione di più lungo periodo". "I qatarini godono della fiducia di tutti i grandi attori internazionali e anche di esponenti di Israele", osservano le fonti, nonostante le dichiarazioni del premier, che, dinanzi ad un'opinione pubblica che "è sempre più turbata e in sofferenza" per le migliaia di vittime civili palestinesi, esorta la comunità internazionale a "indagare sui crimini di guerra commessi dalle forze di occupazione nella Striscia". E nonostante un alto funzionario del ministero degli Esteri di Israele abbia detto nei giorni scorsi di voler "regolare i conti" con il Qatar una volta che si sarà esaurito il suo ruolo nelle trattative sul rilascio degli ostaggi da Gaza.  A Doha, però, per il momento tra le priorità non c'è la gestione di Gaza dopo la fine della guerra. Il Qatar ritiene che sia prematuro parlarne, perché "non si vuole bruciare nessuna soluzione", preferendo un'opzione ad un'altra, esponendo nomi o ipotesi che rischierebbero di perdere credibilità mentre la prospettiva di un nuovo assetto per la Striscia appare ancora lontana. Come si ritiene anche "un falso problema" quello sui leader di Hamas ospitati in Qatar e ai quali Israele vorrebbe dare la caccia per eliminarli, nell'emirato come in qualsiasi altro Paese vivano. "Attenzione a fissarsi su alcune persone di un gruppo che è molto ampio e diversificato, il problema piuttosto – avvertono gli osservatori – è quello del radicalismo violento, dell'ideologia di resistenza violenta" alla base dell'attacco del 7 ottobre e di "come disinnescarla". Un'ideologia che a Doha come nelle altre capitali del mondo arabo ma anche in Occidente non ritengono possa essere sradicata per via militare.    —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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