Napoli, Scozzafava: “Critiche ingiuste a Reina, le visite col Milan non siano un alibi”

“Lo spagnolo è un professionista dentro e fuori dal campo” Monica Scozzafava, giornalista del Corriere del...

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“Lo spagnolo è un professionista dentro e fuori dal campo”

Monica Scozzafava, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, ha parlato, nell’edizione odierna del quotidiano, della vicenda Reina e di tutto ciò che si sta venendo a creare intorno all’estremo difensore spagnolo dopo le visite mediche sostenute con il Milan.

Ecco quanto ha scritto:

“Le visite mediche milanesi di Pepe Reina non dovevano diventare pubbliche. E fin qui tutti d’accordo. Per motivi di opportunità, di etica sportiva e anche di sobrietà. Le colpe, però, non stanno mai da una parte sola. Un accordo di riservatezza tra i club sarebbe bastato. Ma di qui a creare un caso sulla professionalità del numero uno (ancora) azzurro ce ne passa. E invece è quello che in maniera sottile e insinuante si inizia a percepire in città. Se non si è passati a definire traditore chi fino a un paio di settimane fa era il paladino della napoletanità, poco ci manca. Il copione sta per ripetersi, resettando l’impegno, la generosità e la passione che l’uomo (oltre che il calciatore) spagnolo ha sempre dimostrato. In campo, fuori e nello spogliatoio. Dimenticando le battaglie a difesa di Napoli e del Napoli, lo spirito da combattente e da primo motivatore con il quale ha certificato il patto scudetto di inizio stagione. Gli basterà un errore, un solo errore per finire sul banco degli imputati, colpevole come e più degli altri per una corsa verso il vertice che si può fermare sul più bello. Quasi a farne un alibi. E si dirà (ma in fondo già si dice): aveva la testa altrove. Ingeneroso. Tutto si può imputare al numero uno azzurro, non certo la mancanza di appartenenza verso una maglia che, siamo sicuri, suderà fino all’ultimo minuto. Poi ci sarà il Milan, arrivato dopo che l’estate scorsa Reina aveva rifiutato le lusinghe del PSG. A 36 anni le scelte personali e professionali possono essere anche dolorose, ma orientate da una carriera che va esaurendosi. E a Napoli non c’è stata possibilità di ultimarla”.

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