Juve Stabia – Corona a “Il Pungiglione Stabiese”: Fa male vedere Manniello solo, serve ritrovare la passione di un tempo

È intervenuto a “Il Pungiglione Stabiese”, programma sulla Juve Stabia in onda ogni lunedì sulla...

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È intervenuto a “Il Pungiglione Stabiese”, programma sulla Juve Stabia in onda ogni lunedì sulla pagina Facebook di ViViCentro, Giorgio Corona, eroe della promozione in Serie B del 2011.

Questa l’analisi di Corona:

Seguo sempre la Juve Stabia e sono rimasto legatissimo al Presidente Manniello, grande intenditore di calcio, che sento spesso. Mi fa sempre piacere parlare di Juve Stabia; dispiace che però Manniello sia stato lasciato sempre più da solo. Come ho già detto, lo sento spesso e mi ha trasmesso questa sua amarezza.

La gente non capisce quanto sia difficile portare avanti in modo ambizioso una società senza l’aiuto delle componenti locali. Ci sono corazzate che spendono ogni anno tanti soldi ma senza avere i risultati sperati, come ad esempio il Lecce. È facile quindi capire come le cose siano ancora più difficili per una società piccola come la Juve Stabia. Posso solo sperare che la passione di tutto l’ambiente si riaccenda e torni a sentirsi quella sensazione di gruppo, di famiglia che coinvolgeva tifosi, città e squadra di quando ero anche io a Castellammare.

Le poche presenze allo stadio sono a mio avviso espressione delle aspettative troppo alte che ci sono sulla Juve Stabia. Ora si punta, nella mente degli appassionati, a vincere il campionato e non si comprende che i tempi sono difficili. È assurdo perché il Menti è sempre stato il dodicesimo uomo in campo: era uno stadio trascinante. Poi, secondo me, in tanti da quelle parti preferiscono tifare Napoli…questo è un fattore che incide.

La gara di Siracusa? Nella nostra stagione magica fu una tappa importante; vi svelo che prima della gara interna del Menti, in quella stagione, cambiai le scarpe e feci due gol dei cinque della Juve Stabia. È un retroscena che ricordo con piacere. Ovviamente quest’anno parte il Siracusa come favorito, però in Lega Pro non esistono partite scontate; penso che sarà una bella partita, dal risultato incerto.

Favorita per la vittoria finale? A me piacerebbe vedere risalire in Serie B il Trapani, ma anche Lecce e Catania sono organici importanti. Fino all’ultimo sarà tutto in bilico ma non credo che la rosa delle favorite possa allargarsi. Se la giocheranno queste tre.

Nella Juve Stabia manca una punta centrale? Forse sì, ma non può essere un attaccante di 43 anni come me! Scherzi a parte, lo penso anche io ma in questo caso ci si lega ad un discorso più ampio. Nel calcio di oggi l’attaccante di peso non ha più il ruolo centrale di un tempo, si preferiscono altri tipi di calciatore.

Per la Juve Stabia la cosa fondamentale è rimanere in categoria e, dopo, entrare tra le prime dieci. Le Vespe devono pensare solo alla squadra che c’è avanti, senza guardare più lontano. L’ideale sarebbe centrare i playoff in una posizione che consenta di giocarsela, come accadde a noi nel 2011.

Il divorzio con l’Atletico Catania? Mi conoscete: sono una persona di parola. Non è stata una questione di soldi, ma solo di parola data. Per me la priorità è la squadra e vedendo tanti ragazzi che non riescono ad avere i 200/300 euro al mese che gli sono stati promessi, ho preferito farmi da parte. Dopo che sono andato via io, si sono dimessi tutti. A me dispiace molto: lo scorso anno sono arrivato a stagione in corsa ed abbiamo vinto il campionato. Quest’anno si è partiti con l’ambizione di crescere ma solo a parole. Contano i fatti e di fatti ne sono stati fatti pochi a fronte di tante parole.

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