Boscotrecase, la denuncia alla ministra Fedeli: “Mio figlio disabile deve andare in gita”

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“Voglio dare voce a tutte le mamme che, come me, hanno un figlio bellissimo ma disabile”

Silvana Accardo, madre di Gennaro, ha scritto alla ministra per l’Istruzione Valeria Fedeli. Il motivo? L’impossibilità per Gennaro di partecipare alla gita scolastica come tutti i suoi compagni di scuola.

“Racconto la gita a cui il mio Gennaro non andrà mai, per dare voce a tutte le mamme che, come me, hanno un figlio splendido, ma disabile e si sentono quotidianamente respinte dalla scuola. Per dare voce a tutte le mamme i cui figli vengono trattati come un problema, un peso”.

Gennaro è un gioioso ragazzo di 14 anni che frequenta la terza media ma che, dalla nascita, ha una diplegia spastica agli arti inferiori e un ritardo mentale medio-lieve. In primavera la sua classe andrà in gita per giorni a Torino e qui inizia la contesa tra scuola e famiglia: “A scuola mi hanno detto che Gennaro potrà partecipare all’uscita solo accompagnato dal genitore, perché di notte e per l’igiene personale dovrà essere assistito. I costi del viaggio saranno a carico della famiglia sia per mio figlio sia per il genitore”, si legge nella lettera.
Inoltre, Silvana ha altri due bimbi e un marito che ha lavori saltuari, ma a parte le difficoltà organizzative, è arrabbiata perchè “mi hanno anche detto che Gennaro non potrà dormire in stanza con i compagni, anche se mio figlio non è un bambino aggressivo, né infettivo. E così lo isolano: Ho trovato un collegio docenti di classe che mi ha alzato soltanto muri”.
Poi conclude: “Gentile ministra le chiedo se tutto questo rispetta l’ articolo della costituzione italiana sull’uguaglianza e quello sulla discriminazione sancito dalla convenzione Onu per i diritti dei bambini disabili”.

La Ministra Fedeli, al termine di una diretta tv con ‘Repubblica’, fuori onda si è impegnata ad informarsi sull’accaduto. Anche la dirigente scolastica, Carmela Sorrentino, si è dimostrata pronta a trovare una soluzione che però non danneggi in primis il ragazzo.
Ricostruendo la vicenda dal punto di vista della scuola, la decisione di mandare Gennaro in gita accompagnato dal genitore secondo la dirigente “è un consiglio che i docenti hanno dato alla madre, le abbiamo chiesto un aiuto per la serenità di Gennaro e per cercare di gestire insieme l’uscita nel miglior modo possibile. Abbiamo coinvolto le famiglie in altri casi simili senza nessun disagio per l’alunno”.
Poi aggiunge: “La mamma di Gennaro ha insultato il nostro personale e ha minacciato la docente di sostegno, ma noi abbiamo sempre cercato di capire e siamo andati avanti a fare il nostro lavoro con passione”.
La stessa Silvana ammette: “Sì, ho perso la calma e sbagliato i toni, ma ho sentito dire delle cose su mio figlio che nessuna mamma vorrebbe sentirsi dire. Gennaro non è un problema”.

La questione è complicata, ci troviamo di fronte una famiglia presente e preoccupata che cerca normalità per il figlio; dall’altra una scuola fatta fatta di persone, momenti, situazioni.

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