Quaranta contro due poliziotti

A Catania due poliziotti sono stati circondati da quaranta tra adulti e giovanissimi allorquando stavano...

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A Catania due poliziotti sono stati circondati da quaranta tra adulti e giovanissimi allorquando stavano sequestrando una moto senza targa.

È accaduto nel popoloso quartiere di Librino “In 40 a Catania ieri pomeriggio, nel quartiere di Librino, hanno aggredito due agenti di una volante che volevano bloccare una moto senza targa” ha denunciato il Sindacato italiano appartenenti Polizia (Siap) che, in una nota, parla di “un bollettino di guerra”, definendo i responsabili “persone vigliacche che non esitano con le loro azioni a travolgere e mandare all’ospedale gli operatori che non possono reagire”.

Il fatto è accaduto nel pomeriggio di domenica 8 dicembre. Michael Aurora, giovane di 18 anni, era in sella ad una moto senza targa ha cercato di sfuggire al fermo della Polizia. Ma dopo un breve inseguimento, veniva raggiunto e fermato in Viale Moncada. A quel punto ha opposto resistenza facendosi aiutare da un folto gruppo di amici e familiari per tentare la fuga. Contro i due agenti di Polizia si sono scagliate una quarantina di persone, raccontano i sindacalisti del Siap. Alla fine però l’intervento in aiuto della volante da parte di Carabinieri e militari dell’Esercito ha evitato il peggio. Aurora è stato bloccato e ammanettato per resistenza a pubblico ufficiale. Tra gli aggressori dei poliziotti un uomo è stato denunciato per gli stessi reati.

Per il Siap c’è una “emergenza ordine pubblico”: per questo il sindacato chiede al questore “l’impiego del reparto mobile per difendere poliziotti e operatori del soccorso (medici, vigili e pompieri)” ricordando che “la riduzione del numero delle volanti in una città con i commissariati senza organico è pericolosa. Il pericolo che possa accadere qualcosa di grave è nell’aria, a rimetterci in salute fino a ora solo i poliziotti, lasciati soli ad affrontare il degrado sociale catanese che avanza con una rapidità incredibile”.

Già una settimana prima e stavolta in un altro quartiere quello di San Cristoforo, dei poliziotti erano stati aggrediti da un gruppo di persone mentre arrestavano uno spacciatore in piazza Caduti del Mare. Nonostante la situazione fosse molto tesa, i poliziotti erano riusciti ad impedire la fuga dello spacciatore che è stato identificato. Si trattava di Francesco Samuel Grillo di 18 anni, il quale è stato prima portato in Questura e successivamente rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza. Nel corso dell’aggressione erano state anche lievemente danneggiate due delle autopattuglie accorse sul luogo. Gli aggressori erano stati comunque identificati e pertanto denunciati in stato di irreperibilità come anche sono proseguite le indagini per identificare tutti coloro che avevano preso parte al grave episodio.

L’opinione.

E se hanno questi gravissimi problemi le Forze dell’Ordine, s’immagini se un comune cittadino può persino alzare lo sguardo verso una marea di ormai impunita criminalità, italiana e anche di importazione, che sta da diversi anni sempre più dilagando nella nostra società. Contro la delinquenza siamo, come si dice in gergo: alla frutta. Ormai la criminalità è sparsa ovunque e pure con guadagni abnormi e dappertutto nella Penisola (e Isola), favorita in ciò dall’aumento esponenziale del mercato addirittura in franchising soprattutto per lo spaccio e la prostituzione specialmente di comunitarie e immigrate, sfruttate notoriamente anche dietro apparenti attività lecite). Le mafie degli ultimi decenni risaputamente concedono la possibilità alle delinquenze locali, di quartiere e persino di condominio, specialmente giovanili, di operare in proprio e anche di dichiararsi appartenenti alla cosca di riferimento, dietro pagamento di una percentuale sui guadagni e rifornendosi dall’organizzazione centrale. Tutto questo grazie pure alla strana “miopia” della Giustizia italiana. Quando certi trasversali Parlamentari, Governanti. Istituzionali e blasonati vari, sventolano le statistiche che le denunce negli ultimi anni sono diminuiti e pertanto implicitamente anche la delinquenza, dissimulano che il cittadino ha invece dovuto quasi smettere di difendersi. Anche perché affidarsi alla Giustizia italiana è come giocare al lotto, in quanto notoriamente non contano più le norme bensì qual è l’orientamento concettuale (e anche sociale oppure politico o ancora di appartenenza) del Giudice o Relatore del Collegio o Sezione giudicante di turno. Inoltre sono stati depenalizzate così tanti reati dal precedente Governo di centrosinistra coadiuvato dal Ministro della Giustizia con il diploma di maturità scientifica, che molte denunce finiscono con l’archiviazione o con una sentenza di assoluzione o anche prescrizione. Sicché di contro il mero cittadino dovrebbe impelagarsi, rischiando anche nel frattempo di subire rappresaglie da parte di corrotti e delinquenti, in costosi giudizi civili, lunghi, estenuanti e sempre incerti non essendoci in Italia la chiarezza delle norme. Tra l’altro a peggiorare la situazione c’è che la stragrande maggioranza di noi italiani non abbiamo idea di tutti questi avvenuti cambiamenti giuridico-sanzionatori, in quanto siamo un popolo da sempre insipiente di Diritto poiché, guarda caso, nella rancida scuola dell’obbligo italiana non si studia quale materia fondamentale la conoscenza delle leggi che regolano il nostro vivere civile presente e futuro. E poi ci glorifichiamo di essere una democrazia, repubblica, società civile, acculturata, occidentale, europea. Come se ne esce ?

Adduso Sebastiano

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