Postepay e E-commerce impennano durante il lockdown

Durante il lockdown, complice anche l’impossibilità di uscire di casa come e quando si voleva,...

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Durante il lockdown, complice anche l’impossibilità di uscire di casa come e quando si voleva, si è registrato un vero e proprio boom di acquisti online e di conseguenza un’impennata negli utilizzi delle carte prepagate Postepay.

A maggio infatti solo in Italia sono stati registrati oltre 2 milioni in più di consumatori online rispetto a gennaio 2020, di cui 1,3 quelli arrivati a fare acquisti online sotto lockdown. Un numero enorme al quale fanno capo, nel periodo da gennaio a marzo, 38 milioni di pacchi consegnati, registrando un aumento del 10% rispetto al trimestre del 2019.

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Il lockdown ci ha insegnato che il futuro sarà pienamente online: nelle nostre abitudini vedremo sempre di meno i pagamenti cash, a favore di quelli digitali, i quali già stanno largamente prendendo piede da adesso.

Da anni industrie come l’abbigliamento ma anche il gioco online spingono i consumatori a un cambiamento nella modalità di acquisto di prodotti e servizi, invogliandoli a preferire l’e-commerce e i pagamenti digitali.

Il settore del gioco in particolare negli ultimi anni è riuscito con successo in questa “rivoluzione”, tanto che oggi sono sempre più diffuse le piattaforme di gioco e di betting online. La comodità di giocare quando e dove si vuole, la velocità e la sicurezza delle transazioni, hanno fatto breccia nei cuori degli amanti del tavolo verde che altro non devono fare oltre allo scegliere una piattaforma affidabile e sicura su questo sito, effettuare tranquillamente i pagamenti nei casinò con Postepay e divertirsi senza pensieri. Il digitale, negli hobby come nei pagamenti, ha reso tutto questo possibile anche durante il lockdown: sarebbe stato impossibile nei casinò tradizionali.

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Insomma, le industrie “pioniere” dei pagamenti online continuano ad offrire ogni anno nuove modalità per fare acquisti e transazioni in maniera più pratica e veloce. Basti pensare alla popolarità di Postepay, ormai accettata praticamente ovunque per la sua comodità di utilizzo e il più delle volte preferita a una classica carta di credito o debito.

I motivi non sono certo un mistero: tra i principali vi è quello secondo cui non è necessario possedere un conto bancario per poter richiedere la carta, ma semplicemente basta recarsi in qualsiasi ufficio postale di Poste Italiane e sottoscriverne una. Inoltre, è possibile effettuare delle ricariche in contanti, sempre all’ufficio postale, oppure presso i centri autorizzati che si trovano ovunque su territorio italiano. I costi di ricarica, poi, sono davvero bassi e non vi sono spese per mantenere attiva la carta.

È possibile infine visualizzare il saldo del proprio conto tramite smartphone attraverso l’app, con cui è possibile anche inviare, ricevere denaro e collegare la propria Postepay all’account Paypal.

Le carte di credito e debito invece, sono associate a un conto bancario per il quale ovviamente si devono sostenere dei costi non indifferenti. Oltretutto, il fatto che la Postepay non sia collegata ad alcun conto bancario, offre una sicurezza in più in caso di furto o clonazione della carta, in quanto l’importo che si rischierebbe di perdere sarebbe solamente quello caricato precedentemente sulla carta e non l’intero conto bancario.

Insomma, con l’incremento dell’utilizzo dei pagamenti online – coinvolgendo anche chi era più restìo – si stima un ulteriore aumento dell’e-commerce in futuro, il quale cambierà ulteriormente delle abitudini ancora molto radicate, come ad esempio quelle inerenti all’acquisto e al consumo di cibo.

Roberto Liscia, presidente di Netcomm, lo ha definito “salto evolutivo”, in quanto le abitudini delle persone si sono spostate nettamente a favore dell’e-commerce, il quale ha garantito una continuità di servizio per attività e individui.

Durante il lockdown le persone hanno approcciato sempre più frequentemente all’acquisto online di alimenti, anche freschi, abitudine che tenderà ad aumentare. È stimata infatti una crescita del 23% nel settore del “modern food retail”, cioè la distribuzione di cibo con consegna a domicilio che prevede l’introduzione di nuove formule, come la consegna delle materie prime per permettere ai consumatori di preparare a casa un piatto come quello del ristorante.

Ciò che è avvenuto in Italia quindi – ma anche nel mondo – è stata una vera e propria rivoluzione in cui tutte le attività che eravamo abituati a svolgere “in presenza” o all’aperto, come la frequenza nelle scuole o le attività sportive, sono state spostate sul digitale. Un cambiamento così radicale che probabilmente avrebbe impiegato anni in condizioni di normalità e che invece è avvenuto in poche settimane, così che dalla grande azienda al piccolo negozio a conduzione familiare, ci si è dovuti abituare a un vero e proprio trasferimento sul digitale e dunque anche i cosiddetti “allergici” alla tecnologia hanno dovuto ricredersi e adattarsi.

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