Uomo e guerra: binomio invariabile ed indivisibile?

Uomo e guerra: l'analisi sulla natura umana e la sua tendenza a ricorrere alla guerra è un argomento complesso e dibattuto.

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Uomo e guerra: l’analisi sulla natura umana e la sua tendenza a ricorrere alla guerra è un argomento complesso e dibattuto.

Uomo e guerra: binomio invariabile ed indivisibile?

La natura umana è stata oggetto di dibattiti per secoli, sia da un punto di vista pessimista che ottimista.

In passato, si è pensato che la guerra fosse:

1. un aspetto intrinseco alla natura umana e al suo sviluppo sociale;
2. una manifestazione inevitabile della natura umana, dovuta a una combinazione di istinto, cultura, psicologia ed economia

e che sarebbe stata una costante nella storia umana.

Nell’antichità era spesso usata come metodo di risoluzione delle controversie.

Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che non esiste una predisposizione innata alla guerra nell’uomo, ma che essa è piuttosto il risultato di processi sociali e culturali oltre che una conseguenza della mancanza di meccanismi alternativi per risolvere le controversie.

Un altro punto di vista è quello che considera la guerra come un prodotto dell’egoismo umano.

Secondo questa prospettiva, l’uomo è guidato dalla ricerca della propria soddisfazione personale, e quindi cerca di raggiungere tale obiettivo mediante la guerra.

Comunque sia, la realtà è che la guerra continua ad essere un fenomeno presente nella società umana e la sua eliminazione sembra un obiettivo utopico.

Di fatto, la natura umana non può essere completamente scissa dalla realtà ambientale in cui vive e dalle azioni che compie nei confronti di essa.

Il cambiamento climatico, ad esempio, è una minaccia reale per l’umanità e i comportamenti dell’uomo possono influire sulla sua intensità e sulla sua durata.

In sintesi

Sebbene non esista una predisposizione innata all’atto bellico nell’uomo, la guerra è stata presente nel corso della storia umana:

• Guerra di Troia: XII secolo a.C.
• Prima guerra persiana: 492-490 a.C.
• Guerre puniche: 264-146 a.C.
• Guerre di Giulio Cesare: 58-50 a.C.
• Guerre galliche: 58-50 a.C.
• Guerre civili romane: 49-45 a.C.
• Guerre marcomanniche: 166-180 d.C.
• Guerre persiane di Costantino: 337-363 d.C.

e poi:

• Guerra dei cento anni: 1337-1453
• Guerra dei trent’anni: 1618-1648
• Guerra di successione spagnola: 1701-1714
• Guerra dei sette anni: 1756-1763
• Guerre napoleoniche: 1799-1815
• Prima guerra mondiale: 1914-1918
• Seconda guerra mondiale: 1939-1945
• Guerra fredda: 1947-1991
• Guerra di Corea: 1950-1953
• Guerra del Vietnam: 1955-1975
• Guerra del Golfo: 1990-1991

ed è tuttora un fenomeno attuale e concreto:

• Guerra in Afghanistan (2001-presente)
• Guerra in Iraq (2003-2011)
• Guerra in Libia (2011-presente)
• Guerra Civile Siriana (2011-presente)
• Guerra in Yemen (2015-presente)
• Guerra del Sahel (2018-presente)
• Guerra Civile Nigeriana (2019-presente)
• Guerra del Nagorno-Karabakh (2020-presente)
• Guerra in Ucraina (invasione Russa) (2022-presente)

In conclusione

Indipendentemente da quali siano le cause della guerra, è necessario prendere in considerazione le conseguenze di tale pratica.

La guerra è un grande spreco di vite umane e di risorse, e può avere conseguenze negative a lungo termine sulla società.

Tuttavia, la natura umana non può essere considerata isolatamente dalla realtà ambientale in cui vive e dalle azioni che compie nei suoi confronti.

Pertanto, è importante cercare di trovare alternative alla guerra, come i meccanismi di risoluzione delle controversie, per prevenire la guerra e migliorare la qualità della vita di tutti i popoli.

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