Boscoreale, la refurtiva dei furti di appartamenti in Campania portata nei depositi clandestini della città

Sarebbero sedici gli indagati con due donne in carcere I carabinieri della Compagnia di Torre...

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Sarebbero sedici gli indagati con due donne in carcere

I carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno esgeuito una ordinanza di misura cautelare – emessa dal Gip del Tribunale oplontino su richiesta della locale Procura – nei confronti di sedici soggetti con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione e al riciclaggio.

Nove sono finiti in carcere a Poggioreale, due le donne coinvolte – rinchiuse a Pozzuoli -, quattro indagati ristretti ai domiciliari. Uno è già detenuto. Le indagini – coordinate dalla Procura torrese e condotte dai militari dell’Arma della Stazione di Boscoreale, hanno appurato l’esistenza di un gruppo criminale composto da italiani e rumeniche tra le province di Napoli, Caserta, Avellino e Salerno ha messo a segno un numero indeterminato di furti in abitazioni e luoghi di dimora privati (anche fondi agricoli), sfruttando poi una vasta rete di sodali dediti alla ricettazione dei beni sottratti e al riciclaggio dei proventi ottenuti dall’illecita attività.
Sono trenta i colpi realizzati tra maggio e agosto 2017, sia di giorno che di notte, e in alcuni casi anche con la presenza delle vittime in casa. Nel corso dell’indagine, sono state arrestate in flagranza di reato due persone. I malviventi agirono nel Salernitano. Altri tre complici, datisi alla fuga, vennero poi individuati e sottoposti a misura cautelare.
I ricettatori invece operavano pressotre depositi clandestini situati a Boscoreale, dove veniva stoccata la refurtiva. In particolare, sono stati individuati quei soggetti che si occupavano del ricondizionamento, mediante interventi di riverniciatura e alterazione dei segni distintivi, di mezzi agricoli e trattori, che venivano così “ripuliti” e reimmessi nel mercato illecito. I carabinieri hanno infine sequestrato quattro vetture con le quali la banda si spostava per commettere i furti.
Al vertice dell’organizzaizone c’era lo “zio”, Mario Falanga, 46enne di Boscoreale. Era lui ad organizzare i raid, a decidere gli obiettivi e ad assegnare i compiti ai banditi per ciascun “colpo”. In questa sua attività veniva coadiuvato dalla nipote,la 34enne Giovanna Fusco.

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