E allora ditelo che volete stupire!

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E allora ditelo che volete stupire!

75 gol fatti in 32 giornate, con una media gol di 2,34 a partita, possesso palla medio del 70%, gioco fatto di trame fittissime e scambi veloci, schemi memorizzati e tagli fulminei, tanto da dare l’impressione di un copione ben studiato: tutto questo è il Napoli di mister Maurizio Sarri annata 2016/17, da stropicciarsi gli occhi. A scapito dei puristi, che vorrebbero un gioco concreto e cinico, i partenopei quest’anno riescono a fare spettacolo, a segnare, ancorché limitati dagli infortuni in attacco, e ad attirare su di sé gli sguardi ammirati delle grandi d’Europa. Il circo Sarri, come qualcuno l’ha già soprannominato, ha il solo difetto di aver subito qualche rete di troppo, e sappiamo che nel nostro campionato questo costa il trofeo più ambito. Peccato, perché le statistiche dicono che un Napoli così bello si era visto di rado dalle parti di Fuorigrotta; a chi ha i capelli bianchi ha ricordato la fantastica creatura di Vinicio, meteora innovatrice del calcio italiano. ‘O Lione, come lo soprannominarono, cercò di inventare la zona, ben prima di Zeman e Sacchi, accorciando la squadra in maniera maniacale, con pressing e libero reinventato in maniera totale. Il Napoli di allora non andò oltre un secondo posto, anche se con un record di gol fatti. Sarri ha deciso di essere a suo modo innovatore ed esteta, ma non perde di vista l’obiettivo che ogni partenopeo ha ben in mente: rompere il dominio assoluto in campionato della Juventus, che si avvia saldamente a collezionare il sesto scudetto di fila. D’altra parte, i pochi trofei che in questi anni non sono andati nella bacheca dei bianconeri, sono stati contesi proprio dal Napoli. E’ tempo allora di puntare al bottino grosso, prima che i cinesi di Milano rendano di nuovo il calcio meneghino il centro di tutto…

a cura di Fabiano Malacario

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