V
illa Faragola distrutta dall’ignoranza italiana
Da un lunghissimo post di Giuliano Volpe, il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, si apprende il disastro archeologico avvenuto alla Villa Faragola, ad Ascoli Satriano nel foggiano.
Durante la notte tra il 6 e il 7 settembre il sito archeologico, per ragioni ancora da accertare, è stato incendiato. Dai primi rivelamenti sembra che l’incendio sia di natura dolosa, questo ancor di più, lascia un permanente amaro in bocca. Il rogo ha distrutto la copertura di 3 mila metri quadrati che proteggeva il sito.
Dal 2003 lavoravano sul sito diversi studiosi, archeologici e studenti che, con pazienza ogni anno, portavano alla luce nuovo pezzo di storia. Clamoroso fu il ritrovamento della bellissima villa romana e dei suoi splendidi mosaici.
Dopo l’incendio il conteggio del disastro ha portato tutti ad una triste realtà: mosaici appena ristrutturati distrutti, marmi cotti, strutture murarie distrutte e l’oscillum (un disco votivo) decorato con la figura di una danzatrice rubato.
Il post del Dott. Volpe
“LA FINE DELLA VILLA.
QUANDO “L’ISIS” E’ TRA DI NOI!
Ho appena avuto notizia (mentre sono a migliaia di chilometri di distanza, in Malesia) che nella notte è stata incendiata la copertura del sito archeologico di Faragola. O forse sono stati usati esplosivi per far saltare la copertura. Il legno della copertura è ignifugo! Sembra roba da professionisti a giudicare dalle prime foto che ho appena ricevuto. Un danno enorme. Forse irreparabile.
Tutta la sistemazione opera di anni di lavoro e di finanziamenti della Regione, di Arcus e ora del MiBACT e della Regione andati in fumo. Non so ancora nulla dei danni provocati alle strutture archeologiche, ai muri, ai mosaici, alle pavimentazioni in marmo, a tutto il sito. Quattordici anni di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A chi dava fastidio un sito come Faragola? Mi fa rabbia che da alcuni mesi il cantiere era stato sospeso in attesa della ripresa per il completamento del terzo lotto dei lavori di sistemazione, con le installazioni multimediali, il percorso di visita, lo spazio informazioni, il laboratorio didattico per i bambini. Ed erano state sospese anche le visite anche cantiere. Purtroppo è la conferma che quando un sito è lasciato senza una gestione, senza controlli, senza un uso quotidiano, senza una presenza, senza vita, diventa la classica ‘terra di nessuno’ nella quale è facile che i delinquenti o i vandali operino indisturbati.
Ci abbiamo messo tutto in questi anni, io e Mariuccia Turchiano e tanti archeologi Unifg, Roberto Goffredo, Giovanni De Venuto, Giuliano De Felice Giuliano Lad, Antonella Buglione, Giusy Sibilano, Marida Pierno, Giovanna Baldasarre, Marco Maruotti, Vincenzo Ficco, Cinzia Corvino, Alessandra De Stefano e tanto altri, centinaia di studenti, tanti restauratori, i colleghi della soprintendenza: lavoro, ricerca, pubblicazioni internazionali, volontà, impegno, ricerca di finanziamenti, per realizzare un tentativo di cantiere scuola nel quale si sono formati centinaia di archeologi, per coniugare tutela a valorizzazione. Avevamo tanti progetti per questo sito. Non c’è più nulla. Confesso di avere le lacrime agli occhi, per il dolore, la rabbia, la delusione, lo sconforto, come archeologo, come professore, come presidente del Consiglio Superiore BCP del MiBACT, come cittadino!
Ora attendo di conoscere meglio la situazione. E di capire cosa sarà possibile salvare. Con la speranza che i carabinieri e la polizia, la magistratura indaghi e scopra i responsabili di questo disastro.
Certo questi disgraziati non fermeranno la nostra voglia di conoscere, di difendere, di valorizzare, di restituire ai cittadini il nostro patrimonio culturale.”
I beni archeologici, artistici e librari, sono il tesoro dell’Italia e del cittadino italiano. Distruggendo il passato si va a ledere ciò che siamo stati e ciò che saremo in futuro
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