Il sindaco di Riace è agli arresti domiciliari: e Salvini gongola

Mimmo dei Curdi, già Domenico Lucano, sindaco di Riace, è agli arresti domiciliari da questa mattina all’alba. Riace...

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Mimmo dei Curdi, già Domenico Lucano, sindaco di Riace, è agli arresti domiciliari da questa mattina all’alba.

Riace è stata raccontata molte volte, è un borgo studiato nel mondo per il suo sistema di integrazione e accoglienza. Fu lo sbarco di un gruppo di curdi e di iracheni in fuga da dittature e guerre a cambiare il destino di un paese ormai quasi disabitato e di questo sindaco.

Dal 2004 il borgo della Locride ha ospitato oltre 6mila richiedenti asilo provenienti da venti diverse nazioni. Il primo a tratteggiarne un ritratto fu Wim Wenders ne Il Volo, un documentario in cui si mostra come Antonio Petrolo, Cosimo Pazzano e Domenico Lucano, tre uomini di sinistra, addirittura estremisti, credevano di poter cambiare il mondo con la loro associazione Città Futura. Da allora Riace è diventata una macchina per l’accoglienza, ha messo su un sistema corpulento e le cooperative sono aumentate, così come i problemi per il Sindaco Lucano che si è reso protagonista di numerose iniziative rocambolesche.

Lui ha sempre dichiarato di essere un anarchico e si è sempre comportato come tale, sin dal 1998 quando nacque il modello Riace.

OGGI la Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.

Nel comunicato diffuso dalla Procura in merito all’Operazione Xenia, a Lucano si contesta che, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, era uso ad organizzare, “con particolare spregiudicatezza”, veri e propri matrimoni di convenienza tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”.

A supporto dell’incriminazione di Lucano, nel comunicato firmato dal GIP di Locri Luigi D’Alessio, viene riportata una lunga intercettazione, che non coglie certo di sorpresa chi conosce il sindaco dei migranti. In essa il sindaco spiega quali potrebbero essere gli stratagemmi per evitare l’espulsione ad una donna che si è vista rifiutare il visto 3 volte. Metodi illegali per contrastare un decreto che Lucano ritiene ingiusto e disumano: “Ti spiego dal punto di vista dei documenti lei non può stare … mica dipende da… questo purtroppo, dico purtroppo perché io non sono d’accordo con questo decreto”.

Arresto a parte il sindaco è già da diverso tempo sotto i riflettori, lui è diventato la nemesi degli ultimi due ministri dell’Interno italiani. Gli scontri, anche mediatici sono iniziati con Minniti, il sindaco Lucano infatti ha più volte sostenuto di essere stato ostacolato nel suo progetto dall’allora Ministro dell’Interno al punto da affermare che “dal maggio 2016 non riceviamo un euro dalla Prefettura. Abbiamo un sistema che funziona, ma iniziamo a pensare che dia fastidio”.

Con Salvini la miccia si è infuocata subito. A giugno il ministro della Lega parlando di Riace e del suo primo cittadino aveva detto: “Al sindaco di Riace non dedico neanche mezzo pensiero. Zero, è zero”.

Ad agosto il circolo della Lega nella Locride ha diffuso una nota a firma del coordinatore Claudio Falchi in cui sottolineava:

«[…] il tanto decantato modello Riace, in questi giorni per l’ennesima volta agli onori della cronaca per il perenne vittimismo del sindaco Lucano che sta conducendo uno pseudo sciopero della fame, non è più credibile agli occhi dei cittadini».

E aggiungeva:

«Questo anche in virtù di una cattiva gestione amministrativa che ha portato il Comune al dissesto finanziario con un debito che ad oggi è stato certificato dal commissario liquidatore dottoressa Rosa Romeo in oltre 2 milioni e mezzo di euro”».

Salvini prezzemolinoLa notizia dei domiciliari del sindaco dei migranti è stata apostrofata dal ministro Salvini con una dichiarazione al vetriolo contro Lucano e i suoi sostenitori:

“Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati! Io vado avanti. #portichiusi #cuoriaperti”.

A me, e penso a tanti italiani come me, piacerebbe sapere cosa si dovrebbe e porebbe dire di un Ministro degli interni che si comporta come un “Brigino” e che, a sua volta, è sotto accusa per sequestro di persone. Per non parlare poi della vicenda dei 49.000.000 di euro oggetto di altra indagine, questa volta dei giudici di Savona e, ultima bravata del Brigino, la riabilitazione del famigerato “me ne frego” che tante disgrazie e lutti ebbe a portare agli italiani, anche allora “distratti”, e timorosi, come oggi.

E questo è.

 

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