Torre del Greco, l’appello al sindaco per dedicare un monumento alle quattro vittime della tragedia di Genova

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Torre del Greco, l’appello al sindaco per dedicare un monumento alle quattro vittime della tragedia di Genova

I nostri figli sono stati ammazzati dallo Stato, ora spetta allo Stato onorarne la memoria”. Queste le parole di Francesco Esposito, padre di Gerardo, il ragazzo di 26 anni morto insieme con tre amici (Giovanni Battiloro di 29, Matteo Bertonati di 26 e Antonio Stanzione, di 29) nel crollo del ponte di Genova.
L’uomo ha rotto lo straziante silenzio in cui si era chiuso nei giorni scorsi per fare un appello alle istituzioni, in particolare al Comune di Torre del Greco, dove i quattro ragazzi risiedevano: ”Abbiamo apprezzato la vicinanza dell’ente – afferma a Metropolis ma al sindaco Giovanni Palomba abbiamo chiesto un preciso impegno. Quello cioè che i nostri figli, i figli di Torre del Greco come li ha definiti il primo cittadino, siano ricordati con un monumento nel nostro cimitero”. Secondo Francesco Esposito occorre fare di questa tragedia “un monito che sia visibile a tutti all’interno del cimitero. Un monumento che ricordi una tragedia dello Stato, come avvenuto ad esempio per il Moby Prince, il traghetto bruciato al largo di Livorno e nel quale persero la vita sette nostri concittadini”.
Francesco è stato uno dei pochi della propria famiglia ad aver avuto la forza di parlare della scomparsa del figlio: ”Ho salutato mio figlio per l’ultima volta quel maledetto 14 agosto – racconta – Mia moglie ed io siamo andati a Roseto degli Abruzzi, Gerardo e gli altri ragazzi si sono diretti verso Nizza e Barcellona, dove purtroppo non sono mai arrivati. In questi giorni abbiamo sentito la vicinanza della città, un affetto immenso. E tutti ci hanno ribadito che i nostri figli non dovranno essere dimenticati. Ecco allora la nostra richiesta: fare di questa tragedia un monito che sia visibile a tutti all’interno del cimitero”.
Un monumento che “ricordi una tragedia dello Stato, come avvenuto ad esempio per il Moby Prince, il traghetto bruciato al largo del porto di Livorno e nel quale persero la vita sette nostri concittadini”.
Nei prossimi giorni tornerò al cimitero per seguire le ultime procedure relative alla sistemazione dei resti mortali di mio figlio presso la congrega di San Michele: spero che in quella giornata il Comune possa già darmi le risposte che attendo” conclude Francesco Esposito.

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