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Sospesi tre agenti di Polizia Municipale di CT dopo l’Operazione della GdF

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ospesi poiché coinvolti nell’Operazione di stamani della GdF insieme ad un vicebrigadiere della GdF in servizio alla Compagnia di Augusta

Sospesi tre agenti di Polizia Municipale di CT dopo l’Operazione della GdF

Il Comando della Guardia di Finanza di Catania ha eseguito stamani un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, corruzione, falso in atto pubblico, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione elettorale, estorsioni ed intralcio alla giustizia. Ce ne siamo occupati con l’articolo di stamattina “Estorsioni mafiose a imprese e artisti, 22 arresti a Catania”.

GLI ESITI

Tra i destinatari dell’ordinanza ‘Sipario’ eseguita questa mattina dalla Guardia di Finanza di Catania c’erano anche un sottufficiale della GdF in servizio nella compagnia di Augusta (Siracusa) che è anche vicepresidente della Sesta Circoscrizione del Comune di Catania il quale è stato arrestato in carcere per avere stretto rapporti di corruzione con elementi di spicco del clan Cappello, più tre agenti di Polizia municipale del Comune di Catania, arrestati ai domiciliari.

LE INDAGINI

L’inchiesta “Sipario” ha riguardato parte del clan Cappello e le estorsioni che il gruppo ha compiuto. In particolare è stata attenzionata l’attività di Orazio Buda, esponente della cosca particolarmente legato al gruppo criminale di Orazio Privitera, esponente di vertice del clan Cappello/Carateddi. Buda secondo la Guardia Finanza ha provveduto in modo costante e intenso al reimpiego del denaro provento di delitti in attività commerciali affermate sul territorio e fittiziamente intestate a prestanome. E’ stato anche accertato che Buda abbia compiuto numerosi estorsioni a danno di privati cittadini, imprenditori catanesi operanti nei settori dei trasporti e nei confronti di un noto e premiato pittore siciliano, Vittorio Ribaudo (nell’inchiesta figura nelle vesti di vittima) dal quale Buda pretendeva l’elargizione di opere, alcune delle quali destinate a pubblici funzionari al fine di tessere rapporti relazionali utili per perseguire finalità illecite; altre destinate ad arredare alcuni degli esercizi commerciali riconducibili a Orazio Buda.

Sono stati così scoperti gli affari di corruzione del vicebrigadiere della Guardia di finanza in servizio alla compagnia di Augusta, Mauro Massari, attuale vice presidente della VI circoscrizione del Comune di Catania: candidatosi alle amministrative dell’anno 2018 per il rinnovo del consiglio comunale di Catania e dei relativi consigli circoscrizionali in Forza Italia (eletto in seguito con oltre 965 preferenze nella circoscrizione di Librino, San Giorgio, San Giuseppe La Rena, Zia Lisa e Villaggio Sant’Agata), stringeva con Orazio Buda, di cui conosceva pienamente la caratura criminale, un patto elettorale per il quale Buda si impegnava a sostenerne la candidatura, in cambio di favori. Massari prometteva di soddisfare la pressante richiesta di Buda finalizzata ad ottenere, in favore di una società a quest’ultimo gradita, un subappalto (per l’importo di circa sei milioni di euro) presso il Porto di Augusta per la demolizione di una piattaforma ferrosa, garantendo la sua intermediazione nell’esercizio delle funzioni e mediante l’utilizzo della macchina di servizio; ancora, su precisa richiesta di Buda prometteva di danneggiare un piccolo imprenditore attraverso l’utilizzo dei suoi poteri di pubblico ufficiale.

Nel corso delle indagini le Fiamme gialle hanno accertato ulteriori condotte di corruzione elettorale riconducibili a Orazio Buda ed altri esponenti politici locali.

Le investigazioni del nucleo di Polizia Economico Finanziario (P.E.F.) della Guardia di Finanza di Catania hanno coinvolto anche tre appartenenti alla Polizia municipale di Catania, Giuseppe Longhitano, Francesco Campisi (recentemente andato in pensione) e Attilio Topazio (quest’ultimo già indagato in un’altra indagine sullo scandalo dei permessi di soggiorno) i quali, su richiesta di Orazio Buda e agendo il Campisi da intermediario tra Buda e altri due pubblici ufficiali, redigevano false relazioni di servizio finalizzate a garantire la sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore per garantire l’assegnazione di alloggi popolari da parte dell’Iacp in favore di stretti congiunti di Buda.

LE MISURE CAUTELARI

Nell’Operazione “Sipario” sono state ventidue le persone raggiunte dal provvedimento del Gip del Tribunale etneo (due destinatari di custodia cautelare in carcere, cinque agli arresti domiciliari, tre con obbligo di presentarsi alla Polizia giudiziaria e dodici della misura interdittiva del divieto di esercizio dell’attività commerciale).

In carcere soni finiti Orazio Buda e Mauro Massari. Ai domiciliari Giuseppe Castorina, Maurizio La Rosa, Francesco Campisi, Giuseppe Longhitano e Attilio Topazio. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Fabio e Santo Famà e Antonio Vita. Per altri dodici indagati è stata disposta la misura dell’interdizione commerciale.

I SEQUESTRI

Sottoposte a sequestro quote di sociali, beni mobili, immobili e conti correnti di tre società con sede a Catania (Royals, Speciale Boys e 9 Cereali), attive nella gestione di noti bar e ristoranti nel capoluogo, fittiziamente intestate ai numerosi “prestanome” di Buda per eludere le indagini patrimoniali nei confronti dello stesso esponente dell’associazione criminale.

NOTA

L’Amministrazione comunale di Catania in una nota “si congratula con la Magistratura e le Forze dell’Ordine per avere svelato, con questa nuova importante operazione investigativa, la rete d’illegalità nel tessuto sociale e produttivo, che impedisce alla comunità cittadina uno sviluppo libero da condizionamenti affaristici e criminali”.

Adduso Sebastiano

(tutte le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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