Solfatara, parte la super perizia di tecnici per garantire la sicurezza

Visite : 0Nel settembre 2017 un’intera famiglia perse la vita Una “super perizia”, con un...

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Nel settembre 2017 un’intera famiglia perse la vita

Una “super perizia”, con un collegio di tecnici di nominati dai giudici, per stilate norme in grado di garantire la sicurezza di chiunque si rechi nel vulcano Solfatara di Pozzuoli, dove nel 2017 persero la vita, precipitando in una cavità piena di gas venefico, un bimbo di 11 anni e i suoi genitori di 42 e 45.

È la richiesta al gip Claudia Picciotti formulata dai pm Anna Frasca e Giuliana Giuliano della Procura di Napoli (VI sezione) che indagano sulla tragedia accaduta lo scorso 7 settembre. Con la richiesta di un nuovo incidente probatorio, in sostanza, gli inquirenti intendono cristallizzare norme che possano garantire la fruizione, in piena sicurezza, di un sito unico al mondo: un vulcano attivo. Del collegio di periti, secondo la richiesta, dovrebbero far parte un esperto delle norme di sicurezza, un geologo e un vulcanologo. Nella tragedia della Solfatara di Pozzuoli del 12 settembre 2017 persero la vita Lorenzo Carrer, di 11 anni, il padre Massimiliano, 45 anni, che si calò nella voragine apertasi sotto i piedi del figlio a causa disgregazione del sottosuolo, e la madre del ragazzino, Tiziana Zaramella, di 42 anni che dopo avere inutilmente allungato la mano per afferrare il marito decise, anche lei di scendere nella fossa della morte.
Tutti furono soffocati dai gas venefici, tra cui il solfuro di idrogeno. Si salvò l’altro figlio di 7 anni della coppia originaria del nord Italia. Già dai primi accertamenti apparvero carenti le misure di sicurezza presenti nella struttura, un vulcano attivo, dove, peraltro, insiste anche un campeggio e un punto ristoro. Il 26 ottobre il gip del Tribunale di N, su richiesta della Procura di Napoli (procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio), mise sotto sequestro l’intera area di proprietà di privati. Inizialmente la zona sequestrata era quella dove avvenne la tragedia. La società che gestisce il sito, emerse, non ha mai tenuto in giusto conto la sicurezza, malgrado si tratti di un vulcano attivo collocato in zona rossa come classificato dal settore rischio vulcanico della Commissione Grandi Rischi. La polizza assicurativa per fronteggiare eventuali incidenti, inoltre, era assimilabile a quella che si stipula per garantirsi dai sinistri stradali pari a 3 milioni di euro.

Nel rapporto della procura si segnala inoltre che “l’area è interessata da continui microsismi che, in un contesto normale, non sono di particolare rilevanza, ma nell’area del cratere del Vulcano Solfatara hanno importanza in quanto tutto la zona è oggetto di continui stress strutturali (micro fratture), ai quali si aggiunge le circolazione del gas in pressione dal sottosuolo che modificano continuamente la morfologia della superficie e del primo sottosuolo. Quindi al rischio vulcanico e strutturale si aggiunge anche il rischio geomorfologica da correlare anche al rischio frane”.


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