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Juve Stabia: Mister Leonardo Colucci torna a Cerignola da avversario

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Mister Leonardo Colucci per la prima volta tornerà nella sua città di origine, Cerignola, da avversario della sua prima squadra da calciatore.

Lunedì 19 dicembre, difatti, alle ore 20:30 presso lo stadio Monterisi si disputerà il match Audace Cerignola – Juve Stabia.

Si dice che il primo amore, ed anche la prima volta, non si scorda mai.

Il destino vuole che il tecnico stabiese affronterà da allenatore la sua prima squadra calcistica.

Per dirla alla “Colucciana” nuovi ingredienti a cui far passare la fame di punti, ma in una cucina che il mister conosce bene.

Ricordiamo che il tecnico delle vespe ha, difatti, iniziato la sua carriera calcistica proprio nella polverosa serie D, indossando la maglia gialloblù cerignolese.

Dal 1990 al 1993 ha rivestito il ruolo di centrocampista con 89 presenze e 12 goal.

Colucci è molto orgoglioso di essere cerignolano.

Un grande motivatore in campo, soprattutto mentale, dalla grande umanità, non dimentica mai le sue origini.

E’ profondo il legame che lo lega alla sua terra e non si risparmia mai di rievocare aneddoti ed usanze.

Lunedì si ritroverà a gestire la sua amata Juve Stabia in quel campo che ha inaugurato la sua importante carriera agonistica rivestendo anche le maglie della Serie A, come Lazio, Bologna, Verona.

Per l’emotività che lo contraddistingue, seppure mascherata bene dal ruolo che ricopre, sarà dura gestire gli avversari.

Il destino di Colucci ha voluto che non ci fosse l’Audace Cerignola ad accompagnarlo in questa nuova stagione calcistica. Ci sono  comunque i colori gialloblù. In ogni caso le strade dell’Audace e di Colucci erano comunque decretate ad incrociarsi visto che la Juve Stabia gioca in serie C nello stesso girone del Cerignola.

Mister Leonardo Colucci: mente o cuore

E’ impercettibile il passo da mente a cuore. Lo è ancor di più  nel voler analizzare la personalità di Mister Leonardo Colucci.

Ma c’è sempre una prima volta per tutto, e la stagione 2022/23 per l’Audace Cerignola ne rappresenta tante.

Dopo la prima volta in Coppa Italia di Serie C in cui le Vespe hanno eliminato gli ofantini, lunedì ci sarà la prima volta in Serie C tra le due squadre (campionato) considerata l’assenza per 85 anni dei pugliesi dai professionisti, ma sarà anche la prima volta contro Leonardo Colucci.

Per il tecnico delle vespe, che ha girato l’Italia passando dalle panchine di Pordenone, Picerno, Ravenna, Vis Pesaro e Reggiana, sarà una storica volta da avversario.

Mai, sin qui, aveva affrontato la squadra della sua città.

Mister Leonardo Colucci da calciatore con l’Audace Cerignola non solo ci ha giocato ma è stato un ponte per la sua carriera.

L’ex centrocampista vanta, infatti, di essere stato allenato da profili come Guidolin, Zeman o Ancelotti, e di giocare con calciatori del calibro di Signori, Apolloni, Oddo, Mutu, Nesta, Gascoigne o Boksic.

A Castellammare, tra le tanti canzoni melodiche che può capitare di ascoltare come sottofondo in un bar piuttosto che in una pizzeria, c’è Mentecuore, che recita: Nun è overo ca è fernuta tu stai cca’,Dint’arraggia e chi nun sape cchiu’ allucca’Comme cagnano ‘e ghiurnate Quanno tu nu vuo’ cagnà”

Chissà se mai cambierà il rapporto viscerale che Colucci prova per la sua terra.

Ma soprattutto chissà quali emozioni proverà, e se quel grande e caldo cuore di uomo del Sud lascerà spazio per respirare in campo i ricordi di un ragazzotto di diciassette anni.

Gli aneddoti su di lui

Rosario Mastroserio, “vecchia gloria” del Cerignola degli anni ’80, intervistato dai colleghi di Antenna Sud ha raccontato gli albori di una delle storie calcistiche più celebri del territorio:

“Di lui ricordo sempre con dolcezza quando saltava il muretto del Monterisi per venire a palleggiare. Sarà molto emozionato lunedì perché dalla sua panchina vedrà il quartiere di casa sua da ragazzo, forse non lo farà vedere, ma conoscendolo, il suo pensiero andrà alle tante esperienze vissute dentro e fuori al Monterisi.

Lui ha fatto tre campionati in serie D, uno più bello dell’altro. Si è formato qui calcisticamente e già si vedeva che aveva un impianto tecnico e caratteriale.

Un grande centrocampista e anche da allenatore si dimostra tosto, senza lasciare nulla al caso.

Si impegna fino alla morte”.


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