La difesa di Di Francesco: “Non mi attacco a nessun alibi, ma siamo ancora un gruppo”

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di Maria D’Auria

Roma- Ieri sera, per la prima volta, da quando al timone della Roma c’è Eusebio Di Francesco, dallo stadio Olimpico arriva una bordata di fischi all’indirizzo della squadra capitolina. La sensazione è quella che il pubblico abbia voltato le spalle al tecnico abruzzese dopo l’ennesima deludente prestazione degli undici. È la reazione tipica di chi si aspetta qualcosa di buono -una svolta, una reazione, un bel segnale di ripresa….- che però non arriva. E allora, insieme alla delusione, torna anche il sospetto che la fiducia conferita al mister (e alle sue capacità), sia stata mal riposta.

Ieri sera, in conferenza stampa, dopo il colpo della sconfitta inferto dai doriani, Di Francesco ha provato a spiegare che i fischi “ci stanno”. “Fino ad oggi, il pubblico ci ha sostenutiaffermama poi l’atteggiamento è cambiato ed è comprensibile per quelle che erano le aspettative dei tifosi”.

Assodato che la Roma (e il suo allenatore) abbia deluso le aspettative di molti, oggi ci si chiede come si possa uscire da questo “problema”. Una risposta, però, non c’è. E non ce l’ha neppure Di Francesco, che però assicura: “Questa prestazione lascia pensare che ci sia qualcos’altro dietro la sconfitta della Roma. Ma non è così. Noi eravamo un gruppo coeso con un allenamento perfetto. Ora che i risultati non ci sono, si pensa a chissà cosa. Ma noi siamo sempre un gruppo compatto”. Dipana così (o almeno ci prova) il ragionevole  dubbio su eventuali fratture interne, smentisce altresì le voci che associavano la cattiva prestazione del Ninja all’episodio della gara saltata per penitenza.

Il cruccio di DiFra rimane solo uno: essere più determinati, soprattutto in avanti. E non si dà pace quando ripensa alle occasioni che hanno avuto per segnare senza però concretizzare: “È assurdo creare così tanto e non realizzare –dichiara il tecnico giallorosso– Abbiamo fatto veramente male per quelle che erano le mie direttive. Abbiamo permesso agli avversari di aggredirci con troppa facilità. La partita era preparata, si è visto nella fase successiva. Ma nel momento in cui meritavamo di più, abbiamo preso il gol.

La Roma oggi appare come una squadra malata, una squadra in crisi. La medicina migliore sarebbe stata la vittoria, che non c’è stata, e questa carenza  ha finito on l’aggravare il morale degli undici condottieri allo sbaraglio, in un campionato che li vede scivolare sempre più in basso.

Con l’Inter in fase di rallentamento (frenata in pari dalla Spal) e con la Lazio fermata dal Milan, l’occasione per la Roma era di quelle imperdibili, per risalire a piccoli passi i gradini di una classifica che, invece, allontana ogni speranza.

Di Fra non cerca alibi: “Questi risultati dipendono solo da noi”, è pronto ad ammettere. Ma è anche pronto a rimettersi in gioco e a rialzare testa e morale ai suoi calciatori: “Abbiamo qualcosa in meno rispetto al Napoli e alla Juve, ma non rispetto ad altre squadre con le quali possiamo ancora competere a testa alta”.  Ed è quello che auguriamo alla Roma. Le prossime gare ci diranno se il mister ha ragione.

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