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Inizia da Palermo e Milano lo sciopero dei Giudici e Viceprocuratori, onorari

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I Giudici e Viceprocuratori, onorari, non hanno contributi previdenziali e sono pagati ad udienza. Inizia da Palermo e Milano il loro sciopero.

Della vertenza dei Giudici onorari ci siamo occupati già dagli anni scorsi “7 Aprile 2018 Continua la battaglia dei Giudici onorari di pace (G.o.p.) Con l’entrata in vigore della legge delega n. 57/2016 e del d.lgs. n. 116/2017 le figure dei giudici di pace e dei giudici onorari di Tribunale sono stati sostituiti dall’unica figura dei giudici onorari di pace (cosiddetti G.o.p.). Permane, nel settore requirente, la figura dei Vice procuratori onorari. La Giustizia Italiana si regge infatti sul lavoro quasi gratuito di circa 5500 Giudici onorari di pace”, “14 Gennaio 2019 Giudici di Pace di nuovo in sciopero dal 12 gennaio al 9 febbraio 2019. Una categoria marginalizzata I Giudici di pace sciopereranno un mese per chiedere che si rispetti il Contratto di Governo che prevede il totale ripensamento della riforma Orlando”, “11 Febbraio 2019 Giudici di Pace, finito lo sciopero. Attendono una convocazione del tavolo tecnico L’Unione Nazionale Giudici di Pace ha incontrato a Chieti il Sottosegretario alla Giustizia, Avv. Jacopo Marrone, per la convocazione del tavolo tecnico“, “1 Maggio 2019  Giudici di Pace dal 6 maggio in sciopero. Una categoria penalizzata Giudici di pace, vice Procuratori onorari e i Giudici onorari di pace, da anni, incomprensibilmente, vengono marginalizzati e mortificati” e “7 Luglio 2019 Sciopero dei Giudici di Pace dall’8 al 12 luglio. Gli Avvocati il 9. Bonafede, riforma Giustizia in CDM Lo sciopero è per la mancata revisione della precedente legge Orlando (governi Renzi-Gentiloni) che tratta da “braccianti” i Giudici di Pace”.

In uno dei nostri articoli tra quelli sopraindicati, del 7 Aprile 2018, si riportava una frase detta in una delle tante proteste della categoria: sembra che lo Stato italiano nella Giustizia abbia rivestito i panni del caporalato per assoldare dei braccianti della Giustizia.

Dopo questi anni e nonostante le battaglie sopra riportate, non sembra essere cambiato nulla per questa categoria dei Giudici e Viceprocuratori, onorari.

Da oggi 1° dicembre 2020 è iniziato da Palermo lo sciopero, contro quella che, Got (Giudici onorari) e i Vpo (Viceprocuratori onorari), definiscono la “precarizzazione della Giustizia”. In programma anche un’azione eclatante: lo sciopero della fame di due Giudici palermitani.

Davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo, in tanti, avvocati, giornalisti, magistrati, hanno manifestato ai Got e ai Vpo, la propria solidarietà. Si spera ora che il Governo, di fronte a questa protesta dirompente, si decida una volta per tutte a risolvere la questione.

L’attuale esecutivo persiste nel voler mortificare la categoria del Magistrati onorari di Tribunale, negando loro lo status di lavoratori subordinati, prospettando un brutale demansionamento con aggravio delle ore lavorative, una miserevole indennità ed imponendo a loro carico tutte le spese contributive, previdenziali ed assistenzialisi legge in una nota che illustra la protesta.

L’azione servirà a sollevare il coperchio su una condizione che sembra paradossale e che coinvolge cinquemila giudici togati in Italia, pagati a udienza, senza alcun contributo previdenziale. Giudici che costituiscono un vero e proprio zoccolo duro ed asse portante della Giustizia italiana, capaci di sobbarcarsi il peso di migliaia di udienze e facendo in modo, pertanto, che la macchina giudiziaria non si blocchi, considerata già l’estrema lentezza con la quale procede.

Vincenza Gagliardotto (Giudice onorario di tribunale) è una delle due donne che capeggiano la protesta, l’altra è Sabrina Argiolas (Giudice onorario di tribunale) e che inizieranno un duro sciopero della fame.

span style="font-size: 14pt;">Lo fanno, poiché dopo oltre vent’anni di sentenze, sono stanche del trattamento ricevuto anche in questo difficilissimo periodo pandemico, dove – non essendoci alcuna tutela lavorativa – i Giudici onorari devono rinunciare a tenere i processi per giorni, se contagiati, senza alcuna remunerazione e previdenza.

Parallelamente, ottanta colleghi composti da 40 magistrati giudicanti onorari e altrettanti viceprocuratori aggiunti, che compongono l’Ufficio palermitano, incroceranno le braccia, appendendo simbolicamente e temporaneamente la toga al chiodo, almeno fino al 6 gennaio. Si calcola che l’azione di protesta farà saltare più di 2000 udienze.

Un “danno” che coinvolgerà e che produrrà disagi anche a Monreale che, da quando è stato soppresso il Tribunale locale, vede celebrare i processi le cui questioni sono trattabili dal Tribunale monocratico nella sede di Palermo.

Una protesta che unisce Palermo e Milano quella dei Magistrati onorari di Tribunale: 5mila circa in tutta Italia e a cui è subappaltato, grazie alle proroghe di volta in volta disposte, il 50% delle udienze el’80% di quelle di primo grado penale monocratico. Una categoria di lavoratori pagata a cottimo, 98 euro a udienze e che pure porta sulle spalle il peso della Giustizia.

I Giudici onorari e i Viceprocuratori onorari, hanno quindi deciso dirassegnare formalmente nelle mani, rispettivamente del Presidente del Tribunale e del Procuratore Capo, la propria motivata e so?erta indisponibilità alla prosecuzione del servizio a fare data dal 1 dicembre 2020”.

La protesta è scoppiata anche a Milano. La non disponibilità per le udienze comporta un serio contraccolpo visto che lascia un ‘buco’ per almeno cento udienze del Tribunale della città, tanto che 16Pm togati sono stati precettati per impedire che saltino i processi nei prossimi giorni. Il Procuratore Capo di Milano, Francesco Greco, convocando una riunione per impedire che la Giustizia milanese vada in tilt, ha pure assicurato la propria partecipazione ai turni se la protesta dovesse continuare lasciando scoperte le udienze.

La Giustizia ‘onoraria’ è dunque in forte agitazione e rischia di mettere in ginocchio tutto il comparto. Una vertenza che si è acuita  lo scorso 19 novembre a seguito delle dichiarazioni del Ministro Alfonso Bonafede che, rispondendo a un’interpellanza proprio sulla questione, ha affermato che la distinzione tra Magistratura professionale e onoraria è basata sulla “spontaneità dell’adesione di soggetti impegnati in altre occupazioni e sulla precarietà e temporaneità delle funzioni esercitate» e alla “finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della Magistratura professionale”.

Dichiarazione che ha fatto irritare parecchio la categoria, la quale ha pertanto deciso, a Palermo e a Milano, di incrociare le braccia.

Adduso Sebastiano

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