Castellammare. Presentato il romanzo giallo del giornalista Vastarelli

    Castellammare. Presentato alla Mondadori  il romanzo giallo d’esordio del giornalista  Vastarelli. A presentarlo...

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Castellammare. Presentato alla Mondadori  il romanzo giallo d’esordio del giornalista  Vastarelli. A presentarlo il giornalista Ferraro.

E’ stato presentato ieri pomeriggio, al Mondadori Bookstore di Castellammare di Stabia il giallo a tinte noir Dieci piccoli napoletani, romanzo d’esordio del giornalista partenopeo Antonio Vastarelli, già redattore de Il Mattino, caposervizio del quotidiano Napolipiù e responsabile dell’ufficio stampa della Fondazione Banco di Napoli, attualmente direttore del periodico www.merqurio.org e responsabile dell’ufficio stampa di Cantieri del Mediterraneo. Relatore della presentazione il giornalista Domenico Ferraro.
Il palese richiamo, già dal titolo, ai Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, libro giallo più venduto di sempre con circa 110 milioni di copie, fa da buon auspicio al romanzo di Vastarelli, edito nel catalogo Nero italiano di Fanucci Editore, che sta riscontrando un ottimo impatto tra il pubblico dei lettori a soli tre mesi dall’uscita.

Alla domanda sul perché la scelta del romanzo d’esordio sia caduta proprio sul genere del giallo, negli ultimi tempi molto in voga tra gli scrittori in generale e partenopei in particolare, Vastarelli così risponde “In un periodo in cui i dati sulla lettura sono poco confortanti, bisogna inventarsi un modo per tenere il lettore attaccato al libro. E il romanzo giallo lo è! Io ho poi scelto uno schema preciso, che è quello fornito da Agatha Christie, come nel suo giallo più famoso, infatti, anche in Dieci piccoli napoletani una filastrocca annuncia ciò che avverrà a breve, solo che lì erano omicidi, nel mio caso sono sparizioni. La struttura del giallo è un genere che funziona per tenere il lettore in sospeso e attaccato alle pagine e nel frattempo poter dire delle cose, lanciare dei messaggi, nel mio caso permettersi anche un pezzo di satira di un mondo che ho conosciuto e che descrivo nel romanzo, quella borghesia decadente e corrotta che puoi incontrare nelle passerelle politiche, a tratti ridicola, che si tiene su in forza di un patto corroso da interessi criminali”

Pungente, preciso ed impietoso davvero il ritratto di questa Napoli indolente che fa da sfondo alle avventure di Arturo Vargas, il protagonista di Dieci piccoli napoletani, indolente egli stesso, giornalista ormai al tramonto di una carriera bruciata, all’inizio non suscita proprio simpatia immediata ma quando, una mattina, trova una busta con cinquemila euro in contanti sul suo pianerottolo e contemporaneamente riceve una telefonata da una improbabile Paola di Littanic che lo irretisce con la sua voce calda e sensuale, il destino di Vargas sembra cambiare rotta ed il lettore si ritrova legato indissolubilmente alla sua sorte.
La donna gli lancia una sfida senza dare tempo al nostro novello Marlowe di pensare: ha la convinzione che la vogliano uccidere e una lista di dieci sospettati su cui indagare, per ognuno di loro Vargas riceverà cinquemila euro in anticipo.

La motivazione iniziale è prettamente materiale, Vargas sbarca il lunario scrivendo racconti fantasy sotto pseudonimo, è quindi comprensibilmente allettato dalla proposta ma la vicenda non è cosi semplice e l’improvvisato ed imbranato detective si ritroverà a fare i conti con se stesso, dal momento che tutta la vicenda sembra essere legata anche al suo passato.
Vastarelli riesce così, come sopra ribadito, a lanciare dei messaggi, a porsi degli interrogativi: tramite il coinvolgimento della polizia, ad esempio, che finisce per sospettare dello stesso Vargas poiché il commissario Massimo Ordine, nomen omen ovviamente (l’autore si diverte spesso e volentieri a giocare con le parole) non crederà alla storia dei soldi in contanti e alla telefonata della di Littanic, l’autore tratta la problematica delle fake news “E’necessario ristabilire il principio dell’autorevolezza per contrastare la valanga di notizie infondate che oggi arrivano, ad esempio, in una redazione, il giornalista, molto spesso, non ha nemmeno il tempo di fare una verifica perché nel frattempo la notizia, vera o falsa che sia, è già stata passata da altri. Questo  – continua Vastarelli – anche per la mancanza di personale specializzato che un tempo assicurava maggiore qualità dei prodotti editoriali e la sparizione di figure fondamentali quali i correttori di bozze che oggi non esistono più”.
Una galleria di personaggi variamente caratterizzati, simpatici o stravaganti come il professor de Rogatis, vicino di casa di Vargas, convinto che la verità di tutto sia nascosta nelle parole e che solo l’enigmistica può svelarla ed una stramba, improbabile ma di grande effetto, colonna sonora che risuona, però, solo nella testa del protagonista, da Mozart che suona con Dizzy Gillespie all’orchestra di Gil Evans sulle note della sigla di Starsky & Hutch, la fortunata serie televisiva degli anni ’70, fanno da piacevole contorno a quella che si preannuncia essere una lettura molto interessante ed originale e che se fossi in voi non mi perderei!
Giusy Somma

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