Slovacchia al voto, sfida fra europeista Korcok e filorusso Pellegrini

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(Adnkronos) –
Slovacchia al voto oggi, sabato 23 marzo 2024, per le elezioni presidenziali, in una sfida fra l'europeista Ivan Korcok e il presidente della Camera, Peter Pellegrini, alleato del premier filorusso Robert Fico. Il nuovo presidente succederà alla liberale Zuzana Caputova, europeista e filo ucraina, che ha rinunciato a correre per un secondo mandato. I sondaggi prevedono una vincita di Pellegrini al ballottaggio del 6 aprile, ma i numeri non sono distanti e una vittoria dell'ex ministro degli Esteri Korcok è ancora possibile. Il voto è cruciale per capire se la Slovacchia si trasformerà in un'altra Ungheria. Fico guida un esecutivo di minoranza, ma la sua posizione è destinata a rafforzarsi se diventerà presidente Pellegrini, leader del partito Hlas-sd, suo alleato nella coalizione di governo. Pellegrini era sulle prime largamente favorito, ma il 59enne Korcok, ex ministero degli Esteri in corsa per il partito Progressista, è ora in rimonta.  Secondo un sondaggio pubblicato martedì dall'agenzia Ako, Pellegrini sarebbe già in testa al primo turno con il 40% contro il 38,6 di Korcok, vincendo poi al ballottaggio con il 52,9%. Un sondaggio Nms Market Research dello stesso giorno, prevede che Korcak sia in testa al primo turno, ma venga battuto al secondo con il 49,1% contro il 50,9% di Pellegrini.  “Ivan Kocok può vincere. Le elezioni del 2014 e il 2019 dimostrano che la parte della società slovacca con valori occidentali è sempre forte in Slovacchia”, dice l'analista politico Radoslav Stefancik, intervistato da Euroactiv. Il riferimento è alle ultime due presidenziali, quella del 2014 vinta dal filoccidentale Andrej Kiska e la successiva vinta da Caputova. Il primo aveva sconfitto Fico, la seconda il candidato del partito Smer di Fico. Ma Stefancik nota anche che Pellegrini è un politico popolare e che le conseguenze della pandemia di Covid hanno cambiato gli umori dell'elettorato. Per vincere Korcok dovrà convincere gli astensionisti o gli elettori degli altri sette candidati in gara. Ex primo ministro, il 59enne Pellegrini aveva lasciato lo Smer-SSd di Fico per formare un proprio partito. Dopo le elezioni parlamentari del 30 settembre 2023, quando ha scelto di entrare al governo con Fico e la formazione di estrema destra Partito Nazionale Slovacco, Pellegrini era stato visto da alcuni osservatori come un elemento moderatore. Ma così non è stato. Intanto l'outlet investigativo VSquare ha rivelato che, da primo ministro, nel 2020 Pellegrini aveva chiesto aiuto al collega ungherese Viktor Orban per organizzare un viaggio dell'ultimo minuto al Cremlino in modo da accreditarsi presso i filorussi in vista delle elezioni parlamentari di allora. Alla fine, Pellegrini ottenne un incontro con l'omologo russo, Mikhail Mishustin.  “L'elezione presidenziale deciderà se la Slovacchia rimarrà nel club occidentale o raggiungerò l'Ungheria, o anche la Bielorussia” – dice al Guardian l'ex primo ministro Eduard Heger – “il nostro nuovo governo ha portato la Slovacchia dalla parte del Cremlino”. Il timore, aggiunge, è che Pellegrini “agisca di concerto con Fico nel dirigere la politica estera, il che potrebbe avere un effetto devastante sulla Slovacchia”.  In gioco non c'è però solo la politica estera. E' possibile che l'elezione di Pellegrini, con le sue conseguenti dimissioni da leader dello Hlas-Sd, porti ad una fusione con lo Smer guidato da Fico, dando maggior potere a quest'ultimo. Le due formazioni socialdemocratiche sono state espulse l'anno scorso dal Partito socialista europeo in seguito all'accordo di governo con l'estrema destra.  In Slovacchia i presidenti ratificano i trattati internazionali, nominano i giudici delle alte corti, possono porre i veto sulle leggi e concedere amnistie. Con l'appoggio di Pellegrini, Fico potrà più facilmente portare avanti un'agenda che comprende l'abolizione dell'ufficio del procuratore speciale (competente per la criminalità organizzata e corruzione ad alto livello) e la liquidazione della televisione pubblica. Su questi temi l'opposizione è già riuscita a mobilitare l'opinione pubblica con ampie manifestazioni.  Michal Simecka, leader del Partito Progressista, arrivato secondo alle elezioni di settembre, accusa Fico di voler mettere sotto controllo il potere giudiziario. Un'accusa pesante per chi ricorda che Fico fu costretto a dimettersi da premier nel 2018 dopo l'omicidio del giornalista investigativo Jan Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnirova, in una vicenda che svelò i legami fra la n'drangheta e alcuni membri dell'elite slovacca, fra cui esponenti dello Smer. L'attuale presidente Caputova, prima donna a ricoprire l'incarico in Slovacchia, rimane uno dei politici più popolari del paese. Fra i fondatori del partito Progressista, si è schierata chiaramente a fianco dell'Ucraina. Lo scorso giugno aveva annunciato di non volersi ripresentare per un secondo mandato, per “motivi personali”. In precedenza Caputova aveva rivelato di aver ricevuto molte minacce di morte. “La gente che minaccia di uccidermi usa lo stesso vocabolario di alcuni politici -aveva detto in tv nel dicembre 2022- non riguarda solo me, ma anche i miei cari”.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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