12.5 C
Castellammare di Stabia

Sistema di Valutazione Scolastica: Critiche e Riflessioni sulla Docimologia

LEGGI ANCHE

L’articolo esamina il sistema di valutazione scolastica italiano e le sue implicazioni sulla didattica, criticando l’approccio burocratico e tecnocratico, e riflettendo sul ruolo della scuola nella formazione dei cittadini.

UNA SCUOLA PER SUDDITI: valutazione scolastica

È

tempo di bilanci, di giudizi e di riflessioni.Anche sui sistemi di valutazione adottati (più o meno consciamente) nelle scuole italiane.

La docimologia è quella branca della pedagogia che pretende di essere una disciplina scientifica che si occupa dei criteri e dei parametri applicati nella valutazione scolastica.Malgrado la presunta obiettività scientifica delle tecniche di verifica all’insegna dei criteri docimologici in voga, la valutazione è un’operazione globale, costante e formativa, nella misura in cui esige l’analisi di un ventaglio di fattori dinamici e motivi di ordine soggettivo ed interiore e socio-affettivo, da cui non si può astrarre e che non sono misurabili in termini matematici.

In sostanza, nel processo di verifica e di valutazione dei discenti occorre tener conto di una molteplicità di fattori di origine psico-emotiva, morale e caratteriale, che interferiscono inevitabilmente nel rapporto dialettico tra docenti e discenti e nella prassi didattica quotidiana.Per cui l’adempimento della valutazione costituisce l’aspetto più arduo e complesso, ingrato e spiacevole della professione docente.

Ciò non può ridursi ad un mero esercizio di calcolo incentrato sui famigerati quiz con le crocette.Ormai, quando mi chiedono: “che lavoro fai?”, rispondo con amara ironia: “addestro piccoli concorrenti per i quiz INVALSI”.

Benché sia sarcastica, la risposta non è affatto distante dalla realtà.Il guaio è che, in qualunque scuola insegni, si incontrano colleghe a cui una simile “mansione” aggrada.

O, perlomeno, è accettata supinamente.Mi riferisco all’obbligo di somministrare i quiz calati dall’INVALSI.

L’ideologia più fanatica ed ottusa che mai si sia vista nel mondo della scuola è l’ideologia assolutistica ispirata alla docimologia ed alla sua pretesa di oggettività scientifica, ma in realtà pseudo-scientifica.Una velleità autoritaria, che si incarna nel sistema di valutazione INVALSI.

Un modello fallito ovunque sia stato applicato.Un carrozzone clientelare, inutile e costoso, gradito soltanto ai funzionari, ai burocrati ministeriali ed ai dirigenti scolastici.

Ormai fare scuola si riduce a mansioni di sorveglianza degli alunni, “parcheggio” di giovani disoccupati permanenti, una sorta di “ufficio di collocamento” per futuri precari cronici.L’opera educativa è mortificata da chi per decenni ha malgovernato la scuola.

Ad esempio, l’animatore digitale è l’ultima delle demagogiche invenzioni lessicali del nostro ministero, impegnato da oltre vent’anni a diffondere nelle scuole “cultura digitale”.Per “cultura digitale” hanno inteso il fatto di dotare le nostre scuole di qualche strumento tecnologico in più e di fornire qualche istruzione per poter smanettare con un approccio prettamente funzionale.

In tal senso, l’utilizzo del registro elettronico costituisce l’esempio più evidente e paradigmatico della balordaggine e dell’insignificanza ai fini culturali, educativi e pedagogici della cosiddetta “dematerializzazione”.Ma la cosa che rattrista maggiormente è vedere gli insegnanti, che dovrebbero avere come “unico” pensiero, quello della didattica, ossia del metodo e delle strategie per stimolare meglio l’apprendimento dei loro allievi, adoperarsi per mostrare la loro fedeltà al dirigente.

A dispetto della celebre frase di Piero Calamandrei, il “miracolo” compiuto dalla scuola è esattamente l’inverso: anziché formare dei cittadini, la scuola italiana sforna dei sudditi, nella misura in cui gli stessi insegnanti sono ridotti in uno stato di sudditanza.

È una situazione esasperata ulteriormente dalla legge n. 107 del 2015: la discrezionalità dei DS è eccessiva ed esiste un concreto rischio di “feudalizzazione” del mondo della scuola, una crescente condizione di subalternità dei lavoratori della scuola nei confronti del capo.D’altronde, questa è la funzione che il potere capitalistico assegna ad un “apparato Ideologico di Stato” qual è la scuola.

Come ben spiegava Louis Althusser e come seppe intuire, alla sua maniera, Pier Paolo Pasolini.

Lucio Garofalo


Verso la nuova edizione dell’Orgoglio Motoristico Romano, parla Stefano Pandolfi

“Dopo il successo delle tre edizioni precedenti stiamo preparando il quarto Gran Prix Storico di Roma e la seconda Giornata del Made in Italy...
Pubblicita

Ti potrebbe interessare