La misura riguarderà 2 milioni di persone. Entro fine mese i decreti attuativi
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orte accelerata sul Reddito di inclusione (Rei) che riguarderà circa 2 milioni di persone e andrà anche a chi ha casa di proprietà. Il tetto sarà di 485 euro al mese e si continuerà a percepirlo anche una volta trovato lavoro, ma solo per qualche mese. Ad annunciare le novità sul fronte dell’intervento contro la povertà è lo stesso premier Gentiloni, in occasione della firma del memorandum d’intesa sul Rei con l’alleanza contro la povertà e il ministro del lavoro Poletti.
Quanto alle risorse, nonostante le perplessità dei sindacati per i quali si tratta di somme insufficienti per una misura universale, il Def ha stanziato 1,2 miliardi per il 2017 e 1,7 miliardi per il 2018.
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I punti chiave dell’intesa
Nel memorandum firmato a palazzo Chigi tra primo ministro e Alleanza sono stati definiti i criteri d’accesso e i beneficiari della misura universale contro la povertà, nonché quelli per determinare l’importo del beneficio e i meccanismi per far sì che lo stesso non diventi un disincentivo economico alla ricerca di un lavoro, oltre al piano operativo per le attività di monitoraggio della misura.
Non solo Isee
Tra i criteri previsti dall’intesa raggiunta c’è innanzitutto l’Isee. Ma lo stesso non sarà l’unico per avere accesso al Rei, si terrà conto infatti anche del reddito effettivamente disponibile, cosicchè avranno diritto al beneficio anche coloro che possiedono l’immobile in cui abitano ma versano comunque in stato di povertà. L’Isee comunque non dovrà essere superiore alla soglia di 6mila euro, il doppio rispetto a quella stabilita oggi per il SIA.
L’importo del Rei
L’importo del Rei sarà calcolato sulla differenza tra reddito disponibile e soglia ISR (ossia la parte reddituale dell’Isee). Il beneficio dovrà coprire il 70% della differenza calcolata e il meccanismo sarà tale che minore sia il reddito disponibile maggiore sia il sostegno (commisurato anche alla dimensione del nucleo familiare, alla presenza di disabili, minori, ecc.).
In ogni caso, dall’importo andranno sottratti gli altri benefici percepiti a titolo di misure assistenziali dal nucleo familiare (fatta eccezione per l’indennità di accompagnamento) e il tetto massimo per il primo anno non supererà i 485 euro al mese.
Se si trova lavoro…
Allo studio meccanismi in base ai quali la misura venga erogata (seppur in versione ridotta e solo per un periodo) anche in caso di incremento del reddito al di sopra della soglia prevista per il diritto all’accesso al beneficio. Ad esempio, nel caso in cui il soggetto beneficiario trovi occupazione. Il fine è quello di evitare che la misura si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un lavoro (per paura di perdere il Rei), anche perché obiettivo del reddito di inclusone, rispetto ad altre tipologie di sostegno, è proprio quella di superare la logica assistenziale muovendosi verso il reinserimento sociale e lavorativo.
I servizi connessi
Siglato anche l’impegno ad introdurre nel fondo ad hoc per la lotta alla povertà una linea di finanziamento strutturale per i servizi legati al Rei sotto forma di quote vincolate da destinare ai territori. Le stesse non potranno scendere al di sotto del 15% del fondo mentre quelle destinate ai servizi di inclusione sociale sotto quella del 25%.
Nei decreti attuativi sarà prevista anche una struttura permanente che affiancherà le amministrazioni territoriali per assicurare l’applicazione uniforme del beneficio. Alla stessa dovranno essere garantite risorse adeguate per svolgere i compiti affidati, tra cui: promozione, sostegno e implementazione del reddito di inclusione, diffusione di linee guida, realizzazioni di incontri, tutoraggio.
Il piano di monitoraggio
Entro dicembre, infine, il ministero del lavoro dovrà presentare un piano di monitoraggio per la verifica dell’applicazione del Rei su tutto il territorio.
Nel piano saranno definite le modalità operative per la raccolta dei dati e i soggetti a vario titolo coinvolti; oltre agli indicatori qualitativi e quantitativi del Rei (sia per la parte economica che per i servizi alla persona).
di Marina Crisafi – StudioCataldi.it
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