Napoli, scommesse con la carta aziendale: indagini sulla Film Commission della Regione Campania

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Napoli, scommesse con la carta aziendale: indagini sulla Film Commission della Regione Campania

Napoli, la carta aziendale veniva usata per fatti personali, così scattano le indagini sull’azienda campana. Assegni bancari della società contraffatti per gonfiarsi lo stipendio. La carta di credito aziendale usata per le spese personali. Addirittura anche per pagare le transazioni sui siti di scommesse online. Tegola della Corte dei Conti sulla Film Commission della Regione Campania. Con sentenza 66/2018, la magistratura contabile ha condannato l’ex responsabile amministrativo Filippo Procino per un danno erariale di 119.495,40 euro, ritenendolo interamente responsabile per l’«appropriazione indebita di denaro» della società partecipata regionale «attraverso plurimi meccanismi fraudolenti», nel periodo che va dal 2008 al 2012. Ma non solo, Procino avrebbe falsificato anche gli estratti conto bancari, con la conseguenza che, per la Procura, in quegli anni «la gestione contabile è stata stravolta, essendo stata realizzata una contabilità parallela fittizia che ha alterato anche la conoscenza degli organi societari di amministrazione e controllo». Per questo, Procino è stato condannato a risarcire la Film Commission per ulteriori 58.500 euro di danno da disservizio cagionato all’Ente.

Ma non solo Procino, è stato condannato anche  «in via solidale» il direttore generale della Film Commission, Maurizio Gemma, per un danno erariale di 7.149 euro, per l’illecito utilizzo da parte di Procino della carta di credito aziendale, della quale Gemma «era titolare eclusivo e aveva piena responsabilità».

Ma secondo i giudici, i fatti commessi da Procino,  non sarebbero «idonei a scriminare tout court la posizione del Gemma, poiché è emerso dalle indagini che questi di fatto ha “messo nelle mani” del Procino, su base totalmente fiduciaria, l’intera gestione delle procedure e dei titoli di pagamento. Una delega “in bianco” all’esercizio di attività che tuttavia erano strettamente attinenti alla funzione di direzione di Gemma». Sarebbe stato Gemma, poi, secondo i giudici, a presentare Procino allo studio di commercialisti esterno, che teneva formalmente la contabilità dell’Ente, «come persona di fiducia, unico referente della contabilità aziendale». Una sentenza contabile sulla quale Gemma annuncia ricorso in appello.

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