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L’ultimo saluto a Piero Angela dal figlio Alberto Angela che ne raccoglie “l’eredità” spirituale

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Il testo del discorso di Alberto Angela ai funerali del papà Piero alla camera ardente in Campidoglio, nella sala della Protomoteca a Roma. #PieroAngela #AlbertoAngela #funerale #ultimosaluto #discorso #16agosto

L’ultimo saluto a Piero Angela dal figlio Alberto Angela che ne raccoglie “l’eredità” spirituale

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ell’ultimo saluto al papà Piero, un Alberto Angela visibilmente commosso ha raccontato l’essenza di suo padre, un uomo che ha rivoluzionato il modo di avvicinarsi alla conoscenza, infondendola con trasporto e serietà: è stato “Come vivere con Leonardo”.

Questo il testo integrale del suo ultimo saluto:

Non è facile per me questo discorso, penso che persone le che amiamo non dovrebbero mai lasciarci, però accade.

Quindi vorrei partire, da amici, collaboratori, persone che ho incontrato, da loro.

Vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà, l’ultimo discorso è stato quello che avete letto, fatto con le ultime forze, mia sorella e io lo abbiamo raccolto e lo abbiamo trascritto.

È un discorso non ufficiale, è come quando qualcuno parla a degli amici, a fine di una serata e dice “va bene, io vado”.

In queste parole c’è molto amore, affetto, nei confronti di tutti, è stata una persona che è riuscita ad unire, non a dividere, pur mantenendo le sue opinioni.

Questi giorni per me è stata una tempesta, dovrò infatti ringraziare tutti, per i messaggi, gli articoli.

Il suo stile e il suo tatto lo conoscete tutti, ma la cosa che ci ha colpito è stato il ritorno sotto forma di messaggi sui social e articoli pieni non di dolore e sofferenza, ma di amore. Ho notato solo questo e questa cosa mi ha colpito.

In questi messaggi ho trovato amore, che è un sentimento, il sentimento è qualcosa che rimane, che si trasforma in valore e i valori sono eterni, credo che sia il miglior vestito per il mio papà, per il viaggio che fa.

Ci ha insegnato tante cose con le trasmissioni tv, con i libri, ha usato ogni mezzo possibile, ma l’ultimo insegnamento me lo ha fatto non con le parole, ma con l’esempio, mi ha insegnato a non avere paura della morte, l’ha affrontata con una serenità che mi ha sconvolto, non l’ho mai visto con lo sconforto, con la tristezza, mai.

Aveva una vita riempita e questo è uno dei motivi per cui se n’è andato soddisfatto, lui ha attraversato questo ultimo periodo, con una razionalità, i piedi per terra, quando sapeva che sarebbe arrivato il suo tempo, ha fatto una serie di cose, le trasmissioni che vedete e le altre che sono programmate, un disco jazz, ha parlato con i suoi familiari e poi ha fatto quell’ultimo discorso che avete letto e 24 ore dopo è andato via.

Lui aveva un approccio alla vita razionale, scientifico, ma anche pieno d’amore.

Ultimamente ripeteva un aforisma di Leonardo Da Vinci, a me è sembrato un po’ di vivere con Leonardo Da Vinci in casa, riusciva a mettere d’accordo tutti, dicendo sempre le cose giuste. E Leonardo Da Vinci diceva: “Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire, così una vita ben usata dà lieto morire”.

Lo ha ripetuto fino alla fine, ed è un suggerimento che ci ha dato.

Da buon torinese sembrava molto riservato, ma dentro c’era un fuoco, era una persona dal grande senso dell’umorismo, una persona che magari si metteva a suonare al pianoforte e stava lì per ore. Chi lo ha conosciuto lo sa.

Lui continuerà nel mio modo di vedere a vivere, non solo nelle trasmissioni che ha fatto, ma lui continuerà a vivere in tutti quei ragazzi che hanno la speranza per il futuro, che cercano l’eccellenza e con sacrificio vanno avanti, in tutti i ricercatori, le persone che cercano di unire e non disunire, che cercano la bellezza nella natura.

Era bravo in tutte le cose, perfino nel disegno, una mente che ancora adesso mi sorprende. L’eredità che ci lascia a tutti noi è importante non fisica, ma di atteggiamento nella vita.

Voi fate la vostra parte, anche io cercherò di fare la mia.

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