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Napoli, De Laurentiis:”Non devo niente a nessuno. Sarri mi ha tradito.”

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Napoli, De Laurentiis:”Non devo niente a nessuno. Sarri mi ha tradito”

 

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha riportato delle dichiarazioni al Corriere dello Sport:

“Sarri mi fece incazzare con la scusa volgare dei soldi, mi costrinse a cambiare ed aveva ancora due anni di contratto. A febbraio mi invitò a pranzo in Toscana, a due passi da casa sua, organizzò la moglie, non accennò a chiusure, mi portò fino al giorno che precedette l’ultima partita creando incertezze alla società.

 

Tre stagioni indimenticabili? Il deus ex machina, ma anche nel calcio sono necessari un ottimo regista ed un ottimo produttore. Naturale che l’imprenditore dia delle indicazioni e che gli sia riconosciuta una parte del merito, non solo la colpa della sconfitta. Chi ha preso Cavani? Il sottoscritto. E Mazzarri? E Benitez? E Higuain, Sarri? Quando lo scelsi tappezzarono la città di striscioni contro di me.

Se avessi voluto vincere lo scudetto ad ogni costo avrei 3400mln di debiti, io non devo un c**zo a nessuno.

 

Koulibaly e Fabian? Se si presentassero City, United o Psg con 100mln ci penserei ed è probabile che partirebbero, sempre se la loro volontà è di andarsene. Un’offerta di 60 non la prendo in considerazione.

 

Ancelotti? Mi ricordava mio padre, un filosofo ed un uomo dolcissimo. Scelsi la sua serenità, tranquillità. Ma prendendo lui non so se feci la cosa giusto per il Napoli. Dopo la prima stagione, potendo ricorrere alla clausola rescissoria del contratto, avrei dovuto dirgli ‘Carlo, per me non sei fatto per il tipo di calcio che vogliono a Napoli, conserviamo la grande amicizia, ma a Napoli è il calcio è un’altra cosa. Hai conosciuto una città che adesso ami spassionatamente, meglio finirla qui’. Invece sbagliai una seconda volta.

 

Mertens? È uno scugnizzo. Mi piacerebbe proseguire la collaborazione anche dopo la fine della carriera da calciatore.

 

Gattuso? Lo chiamai con Totti, avevo pensato ad un film con loro due. Ci eravamo rivisti al compleanno di Ancelotti a Capri. Una tavolata di 40 metri, aveva invitato il mondo, sembrava un matrimonio. Ho scoperto un grande conversatore. Ci siamo intrattenuti per tre ore. Dopo il disguido del ritiro-non-ritiro gli ho telefonato e gli ho detto: “Rino, stai calmo, non prendere decisioni se ti chiama qualcuno, stai fermo.

 

Confermato? Che domanda è, gli avevo fatto un contratto di un anno e mezzo con via di fuga per entrambi, non abbiamo avuto bisogno di ricorrervi. Se facciamo bene nelle coppe e recuperiamo qualche posizione, gli do appuntamento a fine agosto a Capri per parlare di un allungamento di 3-4 anni.”

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