Cimmino: “Due scelte nefaste: l’esonero di Colucci e il mercato”

Salvatore Cimmino, tifoso della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione "Il Pungiglione Stabiese"

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Salvatore Cimmino, tifoso della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese”.

Le dichiarazioni di Salvatore Cimmino sul momento della Juve Stabia sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“Questa squadra è più limitata dello scorso anno. L’anno scorso era un organico più completo e più competitivo. A gennaio sono state fatte scellerate, la prima è stata quella di non fare mercato. Non si è sostituito Tonucci. La seconda scelta scellerata è stata quella di esonerare Colucci. Nessuno ci ha detto i motivi ma sono intuibili. Forse chiedeva di rinforzare la rosa e non è avvenuto.

Non mi piace dare tutte le colpe ai calciatori che sono passati da Colucci che aveva capito i limiti della squadra, a Pochesci che predicava un calcio offensivo. Abbiamo iniziato il campionato senza attaccante centrale. Abbiamo preso Zigoni che non ha più la brillantezza di un tempo, Santos che non si è mai inserito, poi è arrivato Volpe che non gioca da sei mesi.

La Juve Stabia ha tre-quattro giocatori di talento. Non facendo mercato abbiamo svalutato i nostri investimenti. Se compravi un difensore centrale affidabile non esponevi a figuracce Barosi che ci ha salvato in tante partite. E non abbiamo patrimonializzato un nostro investimento. Bisognava sostituire Tonucci e comprare un attaccante di livello. Anche Pandolfi con un attaccante fisico a fianco sarebbe andato in doppia cifra.

La nostra è una squadra incompleta. Abbiamo messo Altobelli in difesa e non abbiamo più un centrocampista fisico. Non c’è nessuno che faccia il leone a centrocampo e in attacco non hai l’attaccante.

Sull’aspetto mentale ho paura perché nel corso della stagione questi calciatori non mi hanno dato sicurezze. Spero in Altobelli. Il problema fondamentale è che avevamo un grande motivatore come Colucci. Prendeva con dolcezza gli elementi più giovani e redarguiva anche i calciatori quando ci voleva. Lui aveva capito i limiti della squadra e giocava 15 metri più dietro assicurando un certo equilibrio. La società dovrebbe mettere in essere qualche iniziativa per portare più gente possibile allo stadio”.

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