Editoriale, Il Napoli fa pokerissimo al Via del Mare: Lecce sconfitto per 4-0, è tornata la Banda dei sogni

Sei punti in tre giorni o, se preferite, otto goal in due partite. Peraltro, mandando a rete ben 7 marcatori diversi

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Nel nostro editoriale vi raccontiamo della vittoria del Napoli, quella con il Lecce, che parimenti alla scorsa contro l’Udinese equivale a vincere convincendo.

Certo, sarebbe stato impensabile replicare la stessa performance offerta contro i friulani in questo sabato pomeriggio al Via del Mare. E per ragioni fin troppo evidenti.

La prima: questo Lecce è attualmente una delle formazioni più tignose del campionato e non inganni certo il risultato finale, che vede i salentini sconfitti oltre quanto abbiano veramente meritato.

La seconda: i continui impegni ravvicinati non possono certo garantire una brillantezza incondizionata per tutti gli effettivi di gioco. La terza: giocare alle 15 di un sabato di fine Settembre dove la temperatura sfiora i 30 gradi, è senz’altro un ulteriore fattore di disturbo.

Potremmo continuare e scavare oltre, ma l’idea è resa: ad avvalorare il secondo successo consecutivo del Napoli in campionato sono anche quegli elementi che sarebbero potuti essere d’ostacolo e che gli azzurri invece sono riusciti a dominare con serenità e consapevolezza.

Editoriale: Napoli corsaro a Lecce, per 4-0

Napoli che, soprattutto, riconferma le note positive viste contro l’Udinese.

A partire dalla coppia di centrali difensivi. Ostigard e Natan, ormai è quasi il caso di dirlo, si dimostrano di nuovo un duo affiatato e sicuro. Con loro due in campo dall’inizio, in 3 partite, il Napoli ha subito una rete sola: quella di Samardžić, giunta ormai a risultato pienamente acquisito, mercoledì scorso al Maradona.

Il brasiliano soprattutto, oggetto misterioso fino a pochi giorni fa, dimostra di poter competere alla grande con i suoi compagni di reparto e di essere in grado di riscrivere o quantomeno insidiare seriamente le gerarchie di partenza: con un Natan così, Jesus potrebbe presto passare “a chioccia” ( come logica ed anagrafica imporrebbero).

Il norvegese, invece, trova finalmente il suo primo goal in A e la sua prima rete in maglia azzurra, sfruttando una delle armi principali del Napoli di Spallettiana memoria: le palle da fermo. Situazione di gioco su cui il Napoli realizza, nel pomeriggio del Via del Mare, il suo primo goal in questa stagione, curiosamente proprio con Leo ( le cui proiezioni offensive si erano già viste in precedenti occasioni – vedasi goal annullato l’anno scorso ad Anfield, giusto per citare il caso più eclatante).

Editoriale Lecce – Napoli, le citazioni: La fase difensiva che torna affidabile

Fase difensiva che nel complesso sembra tornata quella affidabile di un tempo, sebbene gli interpreti siano cambiati per almeno la metà: marcature preventive eseguite con ordine e tempi giusti, aggiunte a una concentrazione sulla partita senza mai concedersi pause o preziosismi di troppo. Nota di merito, a tal proposito, per Olivera: l’alternanza ragionata con Mario Rui funziona e Garcia lo sceglie giustamente per fronteggiare il frizzantissimo Almqvist. Il risultato è di un contenimento eseguito con diligenza e garra tutta uruguagia.

Il centrocampo

Il terzetto di centrocampo ha ritrovato forma fisica ( Anguissa su tutti, tra i 3 quello entrato più tardi in condizione), automatismi e sincronia. Zielinski sta vivendo probabilmente la stagione più matura e consapevole della sua carriera, mentre Lobotka si dimostra talmente intelligente tatticamente da riuscire ad essere il faro anche quando l’azione non passa necessariamente dai suoi piedi: lui, Stani, sa sempre perfettamente dove stare, dimostrandosi preziosissimo anche nell’oscura fase di non possesso ( o recuperando palloni in proprio o conquistando falli ad interrompere la pressione avversaria).

La forza dei subentranti

Chapeau, in questo sabato pomeriggio di Salento, per un subentrato di lusso: Gianluca Gaetano. Che gioca i suoi primi minuti in stagione, reduce pure da un infortunio assai complicato e ci mette dentro il bel goal del 3 a zero e il rigore, da lui stesso procurato, che poi arrotonderà ulteriormente il risultato finale. Uno spezzone di fuoco, classe e personalità, con l’augurio e la speranza che il numero 70 di Cimitile possa finalmente assurgere ad interprete tenuto in considerazione nelle rotazioni di squadra.

Molto buona è la gestione di Garcia degli uomini del reparto offensivo: giusto concedere almeno un tempo di riposo ad Osihmen, altrettanto corretto era dare una chance degna d’esser definita tale al Cholito Simeone, uomo e centravanti di straordinaria affidabilità e con doti umane e di spogliatoio assai rare a vedersi.

La prima da titolare di Lindstrøm

Nota per la prima da titolare di Lindstrøm: il danese dimostra di avere numeri e capacità per poter essere ben più che l’alternativa di Politano, le qualità tecniche si intravedono ma hanno bisogno di ancora più tempo per matchare con le trame dei suoi compagni di reparto. Ciononostante, nulla da dire: il talento non è certo ciò che manca a Jesper, il cui inserimento in rosa Garcia sta centellinando con calma olimpica.

La citazione su Politano

Citazione che merita Politano stesso: a ‘sto giro subentra a Lindstrøm, ma anche stavolta lascia il segno. Manco tanto per il goal sul rigore che fissa il risultato sul 4-0 finale ( gentilmente concessogli da un Osihmen quantomai generoso), ma per la convinzione, i numeri e gli strappi continui che lo consacrano, ulteriormente, come uno dei migliori interpreti del Napoli in questo primo scorcio di stagione. Come se il titolo ne avesse accresciuto la fiducia nei propri mezzi e la giusta spavalderia nel metterli in mostra.

Kvara

Kvara, dopo il goal all’Udinese, sembra essersi liberato di un torpore mentale che ne stava ultimamente offuscando la lucidità nelle giocate: l’intesa con Osihmen – con i due che stanno in campo insieme per 17 minuti appena – ci mette appena 6 giri pieni di lancetta per produrre l’assist e il goal che valgono al Napoli il fondamentale punto del raddoppio.

Osimhen

Victor, da par suo, è semplicemente uno dei centravanti più forti al mondo di quest’epoca calcistica. Anche senza esultare ( per la seconda rete di fila), anche rimuovendo tutte le foto del Napoli dal profilo Instagram, è chiaro ai più che il risultato non cambi. E che se ne facciano una ragione, almeno fino a fine anno, procuratori furbetti, politici in cerca di propaganda e faccendieri assetati di commissioni.

Editoriale Lecce – Napoli: ultima annotazione

Ultima annotazione – non certo ultima per importanza – va a Rudy Garcia. L’avevamo criticato tutti ( qualcuno più aspramente di qualcun altro), quando il suo Napoli ha vissuto il tempo dell’oscurantismo ( macroscopicamente evidenziatosi a partire dal secondo tempo contro la Lazio, fino al secondo tempo contro il Braga).

Non è che prima c’avesse fatto stropicciare gli occhi, intendiamoci. Ma quantomeno erano arrivati i risultati ed erano arrivati con sprazzi di bellezza d’antico sapore.

Sprazzi, appunto. Poi il tempo dell’oscurantismo di cui sopra aveva fatto suonare il campanello d’allarme: qualcosa stava cambiando, qualcosa Rudy stava cercando di cambiare, eppure non se ne comprendeva proprio la ragione.

Poi il Bologna ( con timidezza e non senza polemiche), soprattutto l’Udinese e soprattutto il Lecce.

Bentrovato e bentornato, Napoli. Con l’augurio che la strada intrapresa nell’ultima settimana sia quella maestra per tutto l’anno.

Rudy, tu magari non lo ammetterai mai.

Ma anche capire di aver sbagliato, a suo modo, è una dote.

Ancora troppo sottovalutata.

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