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Castellammare di Stabia

Vasta operazione antidroga: 52 misure cautelari e sequestri patrimoniali

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La Polizia di Stato di Messina, con l’impiego di circa 350 operatori, ha condotto una vasta operazione anticrimine che ha portato all’esecuzione di 52 misure cautelari emesse a carico di altrettante persone ed al sequestro di beni mobili, immobili ed altre utilità economiche.

Il provvedimento cautelare dispone la misura della custodia in carcere per 26 indagati, quella degli arresti domiciliari per 13 soggetti e quella dell’obbligo di presentazione alla P.G.

per 13 persone nonché il sequestro di immobili (appartamenti e garage-cantine), autoveicoli, motoveicoli e altre utilità economiche.

LE INDAGINI

L’operazione, denominata “Market Place”, rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su un’ampia e pericolosissima struttura delinquenziale, formata da più cellule, dedita al traffico di sostanze stupefacenti e per lo più operante nel quartiere popolare cittadino di “Giostra”.

L’attività di indagine nasce dagli approfondimenti svolti a seguito dell’agguato avvenuto il 25 gennaio 2017 ai danni di due uomini, padre e figlio, i quali furono raggiunti da qualcuno che, a bordo di uno scooter, esplose al loro indirizzo dei colpi di arma da fuoco per poi dileguarsi. I colpi, sparati con un fucile, raggiunsero i due uomini, ferendoli agli arti inferiori.

Giorni dopo, nella stessa zona, veniva incendiata una Smart in uso al figlio, mentre pochi mesi prima, nel settembre del 2016, un parente dei due uomini, era rimasto vittima di un attentato analogo. Gli episodi sembravano tra loro collegati e sono divenuti oggetto di approfondimento da parte dei Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia messinese e degli investigatori della Squadra Mobile.

Vasta operazione antidroga: 52misure cautelari e sequestri patrimoniali

Fin da subito le indagini si sono indirizzate sulle componenti malavitose operanti nel quartiere di Giostra e si sviluppavano scandagliando le dinamiche criminali, soprattutto nell’ambito del traffico degli stupefacenti, che interessavano quel rione popolare cittadino.

In quella zona di Messina si era già registrato, nel 2016, un altro allarmante episodio; all’interno di un bar erano stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco contro diversi soggetti lì riuniti gravati da precedenti di polizia.

Il tutto lasciava supporre che, attorno al popoloso quartiere cittadino, ruotassero interessi da parte di più cellule criminali che, armi alla mano, si stavano affrontando per contendersi la supremazia sul territorio ed assicurarsi i migliori proventi derivanti dagli illeciti affari in materia di importazione e commercializzazione degli stupefacenti.

L’approfondimento investigativo, condotto dai poliziotti della Squadra Mobile, ha consentito di fare luce sugli efferati ferimenti dei due congiunti e ha restituito molti elementi indicativi di un intenso traffico di sostanze stupefacenti, gestito all’interno di un comprensorio edilizio, residenza della famiglia dei due uomini.

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Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la visione delle immagini delle telecamere di osservazione, i tantissimi servizi dinamici sul territorio e gli innumerevoli riscontri all’attività di spaccio hanno condotto, all’emersione di un’articolata associazione criminale, operante nel rione messinese di Giostra, dedita alla gestione di un imponente traffico di droghe di varie tipologie, destinate ad essere immesse sul mercato messinese attraverso la creazione di una vera e propria “centrale dello spaccio”.

Questa struttura criminale era articolata in molti di “punti vendita” collocati nelle diverse palazzine del complesso, gestiti da vari associati e utilizzati sia per lo smercio al dettaglio ai tossicodipendenti, sia come base per la distribuzione degli stupefacenti ad a molti pushers, di regola anch’essi clienti, che provvedevano a loro volta allo spaccio al minuto per autofinanziarsi, contribuendo a incrementare così il mercato del sodalizio. All’interno di ciascun appartamento preposto alla rivendita e gestito da uno dei sodali (di regola un membro dell’assetto familiare interessato) la collaborazione del nucleo familiare, spesso allargato, consentiva il protrarsi dell’attività giorno e notte, senza soluzione di continuità.

Il complesso popolare era strutturato come una vera e propria roccaforte munita di impianti di videosorveglianza che controllavano gli accessi permettendo, mediante schermi collocati all’interno delle abitazioni, la tempestiva constatazione della presenza delle forze dell’ordine.

Inoltre, ad integrare i sistemi tecnologici di rilevazione di presenze “indesiderate”, veniva utilizzato il metodo del “passaparola”, sia tra i “condomini” che tramite i clienti pronti ad avvisare gli spacciatori di eventuali controlli in corso nonché quello delle vedette.

Vasta operazione antidroga: 52misure cautelari e sequestri patrimoniali

L’associazione poteva, avvalersi di un’ampia rete di fornitori indispensabile per garantire il costante flusso di sostanza stupefacente di varie tipologie (cocaina, marijuana, hashish, skunk), che consentiva di far fronte ad un’incessante domanda d’acquisto. A testimoniare l’imponenza dell’organizzazione criminale è la definizione data da un collaboratore di giustizia: “la Scampia di Messina”.

L’attività di indagine ha portato alla luce un modus operandi ricorrente nella cessione dello stupefacente, effettuato secondo uno schema fisso che prevedeva la ricezione dell’ordine davanti alla porta di casa, l’attesa dell’acquirente sul pianerottolo e la consegna della droga sempre all’esterno dell’abitazione. In caso di impedimento temporaneo o permanente del “referente principale”, la distribuzione degli stupefacenti veniva gestita dagli altri membri della famiglia, sempre all’interno della stessa palazzina, o demandata ad altri soggetti che gestivano le altre piazze di vendita riconducibili allo stesso gruppo criminale.

La posizione centrale nel gruppo criminale era ricoperta dall’uomo ferito nell’agguato (il padre) che, secondo le risultanze, ricopriva importanti funzioni di coordinamento delle diverse piazze di spaccio del comprensorio e di gestione del fiorente traffico illecito, curando l’approvvigionamento della droga, gestendo le negoziazioni sui quantitativi e sui prezzi, decidendo se e a chi condonare un debito o concedere uno “sconto” per l’acquisto di droga e risolvendo altre eventuali problematiche, per lo più connesse ai controlli delle forze dell’ordine (ad esempio, con il frequente ricorso a delle vere e proprie “vedette” che potessero tempestivamente dare notizia dell’arrivo di persone o autovetture “sospette”).

Ciascuno degli indagati era coadiuvato nell’attività di spaccio da altri componenti del gruppo familiare: il fratello, la moglie, la suocera (sorella di due collaboratori di giustizia) i cognati ed altri. Tutti i soggetti, al pari dei numerosi altri destinatari dei provvedimenti cautelari, fornivano il loro contributo all’associazione indirizzando i clienti, segnalando eventuali situazioni sospette e rendendosi protagonisti di alcuni episodi di cessione.

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Di non poco conto era la “copertura” data da un uomo, già collaboratore di giustizia e raggiunto dalla misura cautelare del massimo rigore eseguita nell’ambito dell’Operazione Antimafia denominata “Predominio” (operazione condotta nel dicembre del 2019 dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia messinese, che come altre e precedenti indagini condotte dalla Polizia di Stato di Messina, tra cui quella denominata “Totem” – aveva fatto emergere, in modo prepotente, l’interesse delle consorterie mafiose operanti in città per il remunerativo settore della gestione delle sale slot e delle sale scommesse).

Inoltre le investigazioni condotte evidenziavano l’esistenza di un’altra organizzazione criminale, anch’essa operante nel quartiere Giostra, dedita all’acquisto, alla detenzione ed alla cessione di sostanze stupefacenti dì vario tipo (cocaina, marijuana ed hashish) nonché allo spaccio al minuto di tali sostanze. Capo promotore di tale associazione era da individuarsi in un soggetto, ed altri soggetti deputati a detenere lo stupefacente del gruppo, nonché a svolgere attività di spaccio al minuto, riscuotere i proventi dell’attività e di bonificare i luoghi ove potessero essere installate delle microspie.

Un’associazione, quest’ultima, che, peraltro, poteva contare sulla disponibilità di armi da utilizzare per assicurare un efficace controllo del territorio e del mercato dello spaccio.  Una disponibilità avvalorata non solo dai ferimenti dai quali l’indagine ha tratto spunto, ma anche dalle conversazioni captate, dalle immagini raccolte e visionate. Elementi cui deve aggiungersi anche, seppur a carico di ignoti, quello del rinvenimento di munizioni del 23 giugno 2017, in uno spazio condominiale delle case popolari oggetto di indagine.

I PROVVEDIMENTI

Condividendo l’imponente quadro indiziario raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia, ha richiesto ed ottenuto, la misura cautelare del massimo rigore per 26 indagati, quella degli arresti domiciliari per 13 soggetti e quella dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altri 13 individui.

I SEQUESTRI

La ricostruzione delle consistenze patrimoniali di alcuni degli indagati e dei relativi nuclei familiari e il rilevamento dei redditi annualmente conseguiti da ciascuno di essi permetteva di ravvisare una sproporzione tra i beni posseduti e le loro effettive capacità economiche. Pertanto il G.I.P., nel provvedimento cautelare in argomento, disponeva anche il sequestro preventivo di beni mobili (autovetture e motoveicoli), immobili (appartamenti, garage, cantine) ed utilità economiche presenti in conti correnti riferibili ai destinatari della misura cautelare.

LA VASTA OPERAZIONE HA RICHIESTO L’INVIO E LA COLLABORAZIONE DELLA POLIZIA DI DIVERSE REGIONI

Il tutto per un valore complessivo di oltre 300.000 Euro per il rintraccio e la cattura dei destinatari del provvedimento restrittivo, gli investigatori della Squadra Mobile, unitamente al Servizio Centrale Operativo, ha agito sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato in Messina numerosi equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Campania, dal Lazio e delle Squadre Mobili di Palermo, Reggio Calabria, Catania, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa ed Enna.

All’attività ha anche collaborato personale dei Commissariati di Pubblica Sicurezza Distaccati e Sezionali della Provincia di Messina, della D.I.G.O.S., dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e di ogni altra articolazione della locale Questura nonché della Polizia Penitenziaria operante nelle Case Circondariali ove si trovavano già ristretti alcuni soggetti destinatari delle misure cautelari emesse.

LE MISURE CAUTELARI

Destinatari della misura della custodia cautelare in carcere

1             ARDIZZONE Antonio, classe 1966;

2             PULEO Davide, classe 1987;

3             AMANTE Carmelo, classe 1976;

4             ARRIGO Angelo, classe 1988;

5             ARRIGO Antonino, classe 1973;

6             ARRIGO Paolo, classe 1990;

7             BONANNO Antonio, classe 1982.

8             BONANNO Giuseppe, classe 1953.

9             CANNAVÒ Filippo, classe 1982,

10           LA ROSA Pasquale, classe 1978.

11           ORLANDO Giosuè, classe 1992.

12           PIMPO Carlo, classe 1981.

13           ROSSANO Pasquale, classe 1994.

14           ROSSANO Stello, classe 1998.

15           SEBENICO Eugenio, classe 1979.

16           SIAVASH Gianluca, classe 1989

17           STRACUZZI Antonino, classe 1961

18           STRACUZZI Girolamo, classe 1983

19           STRACUZZI Vittorio, classe 1986

20           TALAMO Marco, classe 1997

21           PROSPERO Carmelo, classe 1983

22           ALTAVILLA Carlo, classe 1986

23           MARTINEZ Alessandro, classe 1988

24           BARBERA Gaetano, classe 1970

25           ROLLA Simone, classe 1996

26           ROLLA Salvatore, classe 1967

Destinatari della misura degli arresti domiciliari

27           AGLIOLO QUARTALARO Marzia, classe 1982

28           VINCI Veronica, classe 1986

29           ASSENZIO Concetta, classe 1966

30           ASSENZIO Ramona, classe 1978

31           PUGLISI Edoardo, classe 1975

32           RAGONESE Alessandro, classe 1974

33           STRACUZZI Alessia, classe 1992

34           VALENTE Manuela classe 1990

35           VINCI Luigi, classe 1980

36           VIOLA Natale, classe 1973,

37           ROSSANO Beatrice, classe 1990

38           BARBERA Maria, classe 1974

39           BRIGANDÌ Giuseppa, classe 1952

Adduso Sebastiano

(tutte le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)


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